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Serie C

Brilla tra i Dilettanti e risplende anche al Torneo di Viareggio, per l'attaccante è tempo di salto tra i Prof

Il promettente classe 2006 sembra pronto per fare il grande passo con un club molto ambizioso della categoria

UNION BRESCIA SERIE C - MATTIA VALENTE

UNION BRESCIA SERIE C - Mattia Valente, attaccante classe 2006, nella scorsa ha giocato per il Cassino in Serie D partecipando anche alla Viareggio Cup con la Rappresentativa Under 19 LND (foto lnd.it

Non sta scritto da nessuna parte che dalla Serie D non si possa spiccare il volo. Quando talento, lavoro e fiuto si incrociano all’altezza dell’area di rigore, il pallone prende traiettorie impreviste e s’infila dritto nel sette. È la fotografia perfetta del viaggio di Mattia Valente, classe 2006, possente attaccante cassinate che lascia l’ASD Cassino Calcio e firma con l’Union Brescia, approdando tra i professionisti in Serie C. Un trasferimento a titolo definitivo che vale come un cartellino rosso alla diffidenza: la D sa ancora lanciare, eccome.



IL COLPO: VALENTE DALL’ASFALTO DELLA D ALLA PASSERELLA DEI PRO
L’annuncio arriva dalla «società benedettina»: l’ASD Cassino Calcio ha ceduto a titolo definitivo le prestazioni di Mattia Valente all’Union Brescia. Parole chiare, come un cross teso sul primo palo. Parliamo di un 2006, fisico e presenza da numero 9, che in Serie D con il Cassino s’è fatto notare eccome, guadagnandosi la vetrina della Viareggio Cup con la Rappresentativa di Serie D diretta da Giuliano Giannichedda. Palcoscenico illuminante, sensori accesi e taccuini pronti: i professionisti hanno preso nota.

VIAREGGIO CUP E RAPPRESENTATIVA DI SERIE D: LA VETRINA CHE ACCENDE I RIFLETTORI
Quante volte lo abbiamo ripetuto negli spogliatoi del nostro calcio? La Viareggio Cup è una vetrina impietosa e meravigliosa: ti mette lì, al centro del campo, e il resto lo fa il tuo coraggio. Valente con la Rappresentativa di Serie D ha mostrato piglio, presenza e quel modo di stare in area che piace agli osservatori. Basta poco per capire chi sa «annusare» la porta: un movimento, un tempo d’anticipo, un duello aereo vinto. Mattoni silenziosi che costruiscono fiducia attorno a un giovane attaccante.

UNION BRESCIA, PERCHÉ ADESSO
Per l’Union Brescia l’operazione sa di investimento intelligente: prendi un 2006 che ha già assaggiato la durezza della D e lo porti in un contesto professionistico. Non c’è bisogno di annunciare il mondo: basta fissare l’obiettivo, mettere Valente nelle condizioni di lavorare forte agli ordini del tecnico Aimo Diana e dargli minuti veri, al momento giusto. La parola magica? Tempo. Un centravanti si affina con chilometri e ripetizioni: movimenti a memoria, riferimenti con compagni e mister, lettura delle seconde palle. Se le premesse sono quelle raccontate dal campo, l’Union Brescia si è assicurata un profilo su cui scommettere con convinzione.

PROSPETTIVA E RESPONSABILITÀ: LA SFIDA DEL 2006
Classe 2006 significa giovane, giovanissimo, ma ormai nel calcio attuale l’età è una riga di matita, non una recinzione. La responsabilità è doppia: dimostrare subito attitudine e capacità di apprendere, senza bruciare tappe. È il mestiere del 9 a chiedere i suoi tributi: l’errore è pesante, il gol vale doppio. Ma proprio qui si misura la tempra. Valente arriva con il vento buono: fiducia della nuova società, riconoscimento del lavoro fatto dal Cassino, la spinta di chi ha creduto in lui e una motivazione che fa rima con opportunità. La partita più importante è già cominciata.



UN PASSAGGIO CHE VALE UN SEGNALE
Da Cassino all’Union Brescia, dal profumo della D alla tavola dei professionisti: non è solo la storia di Mattia Valente, è il promemoria per tutto il sistema. Se lavori bene, la porta si apre. Se scegli i palcoscenici giusti, i fari ti trovano. E se hai il coraggio di tagliare verso il primo palo al momento esatto, il cross lo trasformi in gol. L’ASD Cassino Calcio saluta il suo attaccante con «auguri sinceri di un futuro roseo e ricco di soddisfazioni per una carriera esaltante». Frase da cornice e, soprattutto, bussola per i prossimi chilometri. Il campo, come sempre, farà il resto: fischio d’inizio, palla al centro, e che l’istinto del nove continui a indicare la strada.

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