Due gol nella notte di Bologna e poi? Prestazione scintillante, riflettori accesi e l’eco che rimbalza da una città all’altra. Passata l’adrenalina, il calcio vero chiede la cosa più difficile: la continuità. E qui entra in scena Patrick Vieira, il tecnico francese che non ama i fuochi di paglia, ma i progetti solidi. Ed è per questo che Lorenzo Venturino, classe 2006, resta al Genoa. Niente prestito, nessun «ci vediamo tra un anno»: il ragazzo si gioca le sue carte in Serie A, adesso, in rossoblù.
LA SCELTA: NIENTE PRESTITO, PROGETTO GENOA In un’epoca in cui i giovani spesso vengono spediti in tour per farsi le ossa, il
Genoa decide di stringere i ranghi.
Venturino resta alla base. Una scelta chiara, tecnica e identitaria, firmata
Patrick Vieira. Il messaggio è semplice come un passaggio orizzontale ma pesante come un lancio filtrante nei tempi giusti: il ragazzo è parte della squadra, oggi. Il percorso di crescita continuerà al «Ferraris», con la maglia rossoblù addosso e le aspettative di una piazza esigente sulle spalle. Niente scorciatoie, solo campo e lavoro.
LA NOTTE DI BOLOGNA: NON UN FUOCO DI PAGLIA Tutti ricordano la notte di
Bologna lo scorso 24 maggio: 2 gol all’esordio da titolare in Serie A. Roba che ti cambia lo sguardo negli spogliatoi e la percezione nell’intero Paese. Ma c’è di più: quella prestazione non è stata un lampo isolato. È stata l’apertura di una porta.
Venturino ha preso l’onda giusta e ci è salito con equilibrio, senza perdere il contatto con le basi: impegno, sacrificio, umiltà. Ingredienti che nel calcio fanno la differenza più di un tacco a centrocampo.
PRECAMPIONATO E MATURITÀ: SEGNALI DA GRANDE Non basta un esordio per diventare «giocatore». Serve battere il ferro quando è caldo. E
Venturino lo ha fatto durante il precampionato, continuando a impressionare per maturità e qualità. Non chiacchiere, ma lavoro quotidiano. Niente frasi ad effetto, niente proclami: ha risposto sul campo, come fanno i professionisti veri. E chi vive lo spogliatoio lo sa: il rispetto si guadagna un allenamento alla volta. Il ragazzo del 2006 si è ritagliato spazio nella considerazione dello staff tecnico, senza forzare la mano, con una crescita misurata e costante.
LA PAROLA AL TECNICO: LA CONFERENZA DI PATRICK VIEIRA Vieira non si nasconde e, nella conferenza stampa che precede la prima di campionato contro il Lecce, manda un segnale limpido riguardo al futuro di
Venturino: «Ha chiuso molto bene la scorsa stagione. sta lavorando con grande serietà e sarà un giocatore importante per noi. è giovane, ma ha qualità evidenti. sta dimostrando ogni giorno la voglia di migliorare, ha tanto entusiasmo e deve continuare su questa strada». Parole che sono insieme carezza e pungolo. L’allenatore mette il braccio sulle spalle al suo attaccante, ma indica anche la via: entusiasmo sì, ma incanalato; talento evidente, ma da alimentare con pazienza e
continuità. Non è un’etichetta da stellina: è un patto di fiducia.
FIDUCIA E RESPONSABILITÀ: IL CAMPO COME UNICA VERITÀ Se c’è un luogo che non mente, è il rettangolo verde.
Venturino lo sa. L’aver rinunciato al prestito non è un lasciapassare, è un invito a prendersi responsabilità minuto dopo minuto. La Serie A è una maratona con sprint improvvisi: serve testa, serve disciplina tattica, serve quella «serietà» che
Vieira ha sottolineato. Il
Genoa ha deciso di puntare su di lui, e questo significa che ogni allenamento sarà un esame, ogni spezzone un’occasione, ogni tocco una scelta da giocatore vero. Perché un attaccante giovane cresce anche con una sponda riuscita, una corsa di copertura, una pressione portata al momento giusto. Solo campo, pallone e il rumore dolce di un ragazzo che cresce tra i grandi.