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È un giocatore che dà tutto per la maglia e lo società lo premia: adeguamento e prolungamento del contratto

Sin dalle sue prime apparizioni il centrocampista si è distinto per carisma e leadership diventando uno dei leader dello spogliatoio

PRO VERCELLI SERIE C - ILARIO IOTTI

PRO VERCELLI SERIE C - Ilario Iotti, centrocampista classe 1995, è arrivato a Vercelli nell'estate 2021 ed è diventato poi una delle colonne della squadra

Si sa benissimo cosa voglia dire oggi, essere «una bandiera» nel calcio. In un’epoca in cui i contratti scorrono come la palla su un campo bagnato, la F.C. Pro Vercelli 1892 sceglie la strada controvento: adeguamento e prolungamento del contratto di Ilario Iotti, centrocampista classe 1995 e, parole pesanti come un colpo di testa al 90’, vera bandiera della società. Non è solo un rinnovo: è un manifesto tecnico, culturale e identitario. È la conferma che certe maglie non si indossano, si abitano. E curiosamente nel caso del giocatore il luogo di residenza è proprio Vercelli ormai da alcuni anni.



UNA BANDIERA CHE SVENTOLA ANCORA
Iotti è arrivato a Vercelli con dedizione e spirito di sacrificio nella stagione 2021-2022 e dopo un anno di prestito alla Triestina è tornato per diventare un pilastro del centrocampo. Tanto basta per capire l’essenza della storia: dal primo allenamento alla domenica di campionato, si è guadagnato sul campo i gradi di colonna portante, affermandosi per professionalità, attaccamento alla maglia e leadership dentro e fuori dal campo. Possiamo chiamarla resilienza? Oppure semplicemente affidabilità, quella che ogni allenatore cerca quando la partita si mette storta e c’è bisogno di qualcuno che giochi semplice ma faccia la cosa giusta. Il suo profilo tecnico è cucito addosso all’identità della Pro Vercelli: testa alta, senso della posizione, letture pulite. Ma soprattutto un dettaglio che non si allena: appartenenza.

CONTINUITÀ COME SCELTA TECNICA E CULTURALE
Il comunicato della F.C. Pro Vercelli 1892 è chiaro: questo prolungamento non è soltanto un premio al passato, è un programma per il futuro. Continuare insieme significa mettere la palla a terra e costruire, passaggio dopo passaggio, un percorso «basato su continuità, identità e senso di appartenenza». Concetti che nel calcio contano come un gol in trasferta. Perché? Perché danno stabilità allo spogliatoio, coerenza al progetto, affidabilità alla prestazione. Non è meglio, nel lungo periodo, avere una spina dorsale solida piuttosto che cambiare volto a ogni finestra di mercato? La risposta la danno i fatti: chi tiene una rotta, spesso arriva prima al porto.



LEADERSHIP: DAL CERCHIO DI CENTROCAMPO ALLA PANCHINA
Leadership non è solo la fascia al braccio. È linguaggio del corpo, è esempio in settimana, è parola giusta al compagno in difficoltà. Iotti, nel lessico della strada e della sala video, mette insieme tutto: equilibrio in gara, tono agonistico, e quella capacità di essere punto di riferimento anche fuori dal perimetro di gioco proprio come il compagno di squadra Gianmario Comi, capitano delle Bianche Casacche. In un gruppo, c’è bisogno di chi spegne gli incendi e di chi accende le scintille: il centrocampista classe 1995 sa fare entrambe le cose agli ordini del nuovo tecnico Michele Santoni. E quando la società sceglie di adeguare e prolungare il contratto di un profilo così, non è un atto casuale. È una presa di posizione: con questa colonna portante si costruisce ancora.



PROGETTUALITÀ: LA ROTTA TRACCIATA
Nel calcio moderno, si dice spesso che tutto giri attorno ai dettagli. Il rinnovo di Iotti è uno di quei dettagli che cambiano il respiro al progetto. La società manda un segnale nello spogliatoio e alla piazza: continuiamo con chi ha dimostrato di meritare fiducia e responsabilità. È la base per rendere replicabile la prestazione, per cementare meccanismi e gerarchie sane. E, domanda retorica, c’è qualcosa di più prezioso della continuità in un gioco che vive di sincronismi? Quando il centrocampista che detta i tempi resta, resta anche il canovaccio tattico su cui innestare nuove soluzioni e nuovi interpreti. È una legge non scritta, ma che nello spogliatoio vale più di una lavagna tattica.

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