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Serie C

Termini offensivi contro due ex dipendenti sui social, multato il vulcanico presidente

La giustizia sportiva non fa sconti dopo la contestazione della Procura Federale, sanzionato anche il club

TRAPANI SERIE C - VALERIO ANTONINI

TRAPANI SERIE C - Valerio Antonini, presidente del Trapani dal 2023

Un post sui social, buttato lì di pancia, può valere come un fallo da ultimo uomo. Ecco, la storia che coinvolge Valerio Antonini, presidente del Trapani, è un promemoria scritto in grassetto. Il 21 giugno, sul suo profilo X, l’imprenditore romano ha definito «delinquenziali» i comportamenti di due ex dirigenti granata. Da lì in poi, la partita non si è giocata sul prato verde, ma davanti alla giustizia sportiva: fischio, cartellino, sanzione. Giustamente.



COSA È SUCCESSO IL 21 GIUGNO
Quel giorno, Valerio Antonini ha chiamato in causa direttamente due ex figure chiave del club siciliano: Carlo Pace, segretario generale fino al 1° febbraio, e Nicola Buracchio, segretario sportivo fino al 3 aprile. Il termine usato – «delinquenziali» – non è passato sotto traccia. La Procura Federale ha acceso i riflettori e ha contestato la violazione dell’articolo 4 del Codice di Giustizia Sportiva, quello che mette in bacheca tre parole tanto semplici quanto non negoziabili per ogni tesserato: lealtà, correttezza e probità.

L’ARTICOLO 4 DEL CGS: IL FILO SOTTILE TRA CRITICA E OFFESA
La differenza tra una critica dura e un fallo da censura, sui social, è spesso larga quanto un fuorigioco a occhio nudo: basta un passo oltre, e scatta la bandierina. L’articolo 4 del CGS abita precisamente lì, nella zona in cui il rispetto deve restare in gioco anche quando la temperatura emotiva si alza. In questo caso, l’uso di un aggettivo così pesante ha fatto scattare l’intervento. E non ha aiutato il fatto che Antonini, al momento di quelle dichiarazioni, stesse già scontando una inibizione di 6 mesi, inflitta dal Tribunale Federale Nazionale e confermata in appello dalla Corte Federale. Tradotto in linguaggio da spogliatoio: hai già un’ammonizione sul groppone, meglio non entrare in scivolata.



PERCHÉ PAGA ANCHE IL TRAPANI: LA RESPONSABILITÀ DIRETTA
Il procedimento non si è fermato alla persona. Ha coinvolto anche la società, chiamata a rispondere per responsabilità diretta. Perché? Perché Valerio Antonini ricopriva (e ricopre) il ruolo di amministratore unico con pieni poteri di firma e rappresentanza. Un presidente non è un semplice numero 10 che inventa, è pure capitano e volto della squadra fuori dal campo. Quando parla, lo fa con la maglia addosso. Se sbaglia, spesso la sanzione colpisce anche il club: è la regola del gioco, chiara come la linea di porta.

L’ACCORDO AI SENSI DELL’ART. 126: PATTA, PAGA E RIPARTI
La vicenda si è chiusa con un accordo tra le parti, ai sensi dell’articolo 126 del CGS. Una sorta di patto che evita i tempi supplementari del contenzioso e mette il risultato nero su bianco. Antonini e il Trapani – rappresentato da Andrea Oddo – hanno accettato le sanzioni concordate con la Procura Federale: 2.500 euro di ammenda per il presidente e 1.500 euro per il club, con pagamento entro trenta giorni. Non cifre da far saltare il banco, d’accordo, ma abbastanza per lanciare un segnale: il perimetro del fair play si rispetta anche online. 

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