SPEZIA SERIE B - Pietro Beruatto, esterno sinistro classe 1998, nella scorsa stagione si è diviso tra Pisa (16 presenze) e Sampdoria (16 presenze)
Un esterno mancino al momento giusto può pesare eccome. Lo Spezia risponde con i fatti: Pietro Beruatto è pronto a sbarcare in Liguria per prendersi la corsia, come richiesto dal tecnico Luca D’Angelo. È il tipo di operazione che profuma di progetto, conoscenza reciproca e timing. Perché quando un allenatore chiama e un club risponde, di solito la palla corre più veloce. E qui il passaggio è filtrante: tutto fatto, formula definita e destinazione fissata. Il classe 1998 figlio d'arte lascia dunque il Pisa e nei prossimi giorno si unirà al club ligure.
LA CHIAMATA DI LUCA D’ANGELO E L’OK DELLO SPEZIA La richiesta è stata chiara: rinforzare le fasce con un profilo affidabile, già dentro i meccanismi dell’allenatore. D’Angelo conosce Beruatto come pochi, avendolo avuto al Pisa nel periodo migliore della sua maturazione. E quando un tecnico punta su uno che ha già tradotto i concetti in campo, si accorciano i tempi di apprendimento, si sincronizzano i movimenti, si alza la qualità media. Lo Spezia, che ha necessità di mettere benzina fresca sulle corsie, ha scelto un esterno mancino di mestiere, 26 anni, nativo di Trieste, con un curriculum che racconta concretezza e continuità.
LA CONDIZIONE FISICA: C’È DA RIMETTERE BENZINA NEL MOTORE C’è però una variabile di cui tener conto, e non è un dettaglio. Beruatto non ha svolto la preparazione estiva con i compagni: a giugno ha subito un’operazione alla spalla e per tutta l’estate ha lavorato con un programma personalizzato, senza mai aggregarsi al gruppo. Significa che servirà un periodo di allenamento per ritrovare il ritmo gara e la brillantezza nei cambi di passo. In gergo: le gambe torneranno a girare, ma vanno riaccese col chilometraggio giusto. Lo staff tecnico dovrà gestire carichi, minutaggi e tempi di inserimento, perché il recupero pieno non è uno sprint, ma una progressione ben calibrata.
UN CURRICULUM CHE PARLA: JUVENTUS NEXT GEN, VICENZA, PISA, SAMP La storia del ragazzo di Trieste, ma molto legato al Piemonte per via del padre Paolo, ex giocatore del Torino negli anni '80, è scolpita nei numeri. Cresciuto nella Juventus, ha maturato con la Next Gen in Serie C 58 presenze condite da 2 gol: conto in ordine, compiti fatti. Poi la tappa al Vicenza, 42 presenze tra Serie C e Serie B: corsie battute, traversi messi dentro, presenza costante. Il ritorno alla Juventus è stato preludio al passaggio a titolo definitivo al Pisa, la svolta. Sotto la guida proprio di D’Angelo, 123 partite e 3 gol: qui il profilo si è completato, tra fase difensiva più pulita e spinta calibrata. Ultima parentesi, lo scorso gennaio: Sampdoria, 16 apparizioni, un’esperienza breve e sfortunata, senza riscatto. Ora la pagina successiva: Spezia, e la voglia di rimettersi in marcia.
PERCHÉ QUESTA MOSSA HA SENSO PER LO SPEZIA Perché lega tre fili forti. Primo: il ruolo. Esterno mancino di professione, uno che vive la fascia, allarga il campo e offre una soluzione stabile al sistema. Secondo: la conoscenza profonda con D’Angelo. Quando hai già macinato 123 partite in un ambiente tattico simile, sai dove mettere i piedi, dove arriva il raddoppio, quando sincronizzare lo scatto. Terzo: i numeri da rifinitore. Tra Juventus Next Gen, Vicenza e Pisa, gli assist sono stati una costante; segnale che il piede c’è e che la capacità di rifinire l’azione dalla corsia non è estemporanea. Lo Spezia ha bisogno di ampiezza produttiva e di affidabilità difensiva: Beruatto porta entrambe, con l’asterisco della condizione da costruire. Il tempo c'è. Il resto, come sempre, lo dirà il prato.
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