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Serie C

Segna il suo 1° gol tra i Prof alla prima partita giocata, il fantasista è già l'eroe della città di 125mila abitanti

La squadra reduce da 2 retrocessioni consecutive cerca di rialzarsi, il classe 2005 regala subito una vittoria

SALERNITANA SERIE C - BORNA KNEZOVIC

SALERNITANA SERIE C - Borna Knezovic, trequartista classe 2005, nella scorsa stagione 16 gol con la Primavera 1 del Sassuolo

C’è chi dice che il primo gol tra i grandi sia come il primo amore: non si scorda mai. E ascoltando le parole di Borna Knezovic in sala stampa dopo il match di debutto del campionato Salernitana-Siracusa, si capisce che per lui è già un capitolo che profuma di svolta. Il fantasista della Salernitana ha rotto il ghiaccio, si è preso la scena e, soprattutto, ha trasmesso quella fame che in uno spogliatoio fa più rumore di un gol allo scadere. Primo gol dunque tra i Professionisti in prima squadra al primo colpo per l'attaccante croato classe 2005, giunto a inizio agosto dal Sassuolo. «Vengo dalla Primavera, sto muovendo i miei primi passi da professionista e aver segnato il primo gol in Serie C mi rende felice» le sue prime parole nel dopo-partita di lunedì 25. Una frase semplice, pulita, ma che pesa come un pallone calciato sotto l’incrocio.



TESTA SGOMBRA E CUORE CALDO: IL PROFILO DEL RAGAZZO GIUSTO
Il primo biglietto da visita è mentale: «Sono molto giovane e devo prepararmi mentalmente a tante situazioni». Parole da veterano in un corpo da debuttante. Non c’è millanteria, non c’è posa: c’è consapevolezza. E c’è una promessa a cielo aperto: «Si tratta di una occasione importante per la mia carriera e voglio dare il massimo». Il messaggio è chiaro come una verticalizzazione ben eseguita: responsabilità sì, paura zero. Il giovane trequartista parla già da giocatore che sa cosa lo aspetta e che non vuole limitarsi al compitino agli ordini del tecnico Giuseppe Raffaele. Il rigore realizzato con freddezza al 35' del primo tempo lo dimostra.

LA SPINTA DELLA CURVA, LA BENZINA CHE MUOVE I SOGNI
Ogni fantasista vive di emozioni, e il ragazzo non fa eccezione: «Spero di poter vedere presto la curva piena e tutto lo stadio che ci spinge». L’immagine è potente: una curva che gonfia il petto come una vela e una squadra che prende il largo. Il calcio, si sa, è anche geografia dei sentimenti: la curva come bussola, lo stadio come casa. E quel «presto» è un invito, quasi una chiamata alle armi. Quando lo stadio spinge, anche il pallone diventa più leggero. C’è poi il tema che in ogni spogliatoio fa discutere come una lavagna tattica: chi batte i rigori? Lui la mette sul collettivo, senza nemmeno un filo di ego: «Rigore? Una scelta che abbiamo preso insieme nello spogliatoio prima della gara, ma so che ci sono attaccanti esperti che avranno le loro occasioni dal dischetto». È la fotografia di un ambiente che vuole fare strada: non serve il solista, serve l’orchestra.



UN PASSO AVANTI E UN OBIETTIVO SCOLPITO: PORTARE IN ALTO LA SALERNITANA
«Abbiamo fatto un piccolo passo in avanti, ci prendiamo questa vittoria e siamo perfettamente consapevoli di quali siano gli obiettivi di quest'anno. siamo stati scelti per portare in alto la Salernitana» ancora Knezovic. Qui c’è la mappa e c’è il tracciato. «Piccolo passo in avanti» significa crescere con il cronometro, non con le chiacchiere. La vittoria si mette in cassaforte, gli obiettivi restano sul tavolo. E quell’espressione, «siamo stati scelti», assomiglia a una investitura: chi indossa questa maglia sa che dovrà spingere fino all’ultimo metro, perché l’asticella è alta e non si negozia. La Salernitana d'altronde ha mal digerito la recente retrocessione dalla Serie B e tenta subito di risalire nella scala del calcio Professionistico.



JOLLY A CENTROCAMPO: DUTTILITÀ E FANTASIA AL SERVIZIO DEL MISTER
La ciliegina tattica arriva senza giri di parole: «Il mio ruolo? sono a disposizione dell'allenatore, a centrocampo e in attacco posso giocare ovunque». La duttilità è oro colato per chi disegna le partite. Un fantasista che può cambiare zolla senza perdere pulizia di tocco è un coltello svizzero nelle mani del tecnico: mezzala, trequarti, esterno che si accentra tra le linee. È il calcio moderno: occupare gli spazi, non solo i ruoli. E se l’istinto è quello giusto, ogni passaggio diventa un invito e ogni ricezione una promessa. Prossima tappa? Il match di domenica 31 alle 21 in casa del Cosenza. Una partita di quelle da metterci sangue freddo dal 1' al 90'.

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