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A 16 anni segna al 100' ed eguaglia il record di Rooney: la favola del nuovo predestinato del calcio

Il classe 2008 entra dalla panchina e regala la vittoria ai Reds

Rio Ngumoha, classe 2008, entra al 100' ed eguaglia il record di Rooney: Newcastle-Liverpool 2-3

Ma da quando il destino si scrive al 100° minuto? Lunedì sera, nel frastuono del pubblico di casa, una partita già bellissima tra Newcastle United e Liverpool ha deciso di trasformarsi in una pellicola d’autore, col fiato corto fino ai titoli di coda. Una gara da cardiopalma finita 2-3, con un colpo di scena che sembra uscito dalla fantasia del calcio: Rio Ngumoha, classe 2008, sale in cattedra e si prende la scena con il gol decisivo al 100°. Un lampo che vale l’eguaglianza di un record fissato da Wayne Rooney: non serve aggiungere altro per capire il peso specifico dell’istante. Quando un ragazzo così giovane mette la sua firma sull’ultima riga del copione, la tua memoria di tifoso scatta come una molla: lo ricorderemo per anni, vero?

REDS A ELASTICO: SOFFRIRE, COLPIRE, ALLUNGARE
Il Liverpool ha iniziato la serata con il freno tirato, ingabbiato dalla pressione e dall’energia del Newcastle. I Reds hanno sofferto eccome, ci raccontano le immagini di una squadra che per larghi tratti ha dovuto stringere i denti. Poi la partita ha cambiato volto. La superiorità numerica, causata dall’espulsione diretta di Gordon per un intervento durissimo su Van Dijk, ha sbloccato il meccanismo. Quando giochi in più, il campo si allarga e le linee avversarie si sfilacciano: e infatti Liverpool ha trovato ritmo e profondità, fino a issarsi su un doppio vantaggio che pareva la sentenza. Il pallone, però, ha il difetto - o la bellezza - di non conoscere calcoli. Puoi avere la coperta termica della superiorità numerica, ma se lasci aperta la finestra dell’attenzione, il vento ti entra in casa. E quel refolo è diventata tempesta.



L’ESPULSIONE CHE RIBALTA L’INERZIA
Il cartellino rosso a Gordon, sventolato per un bruttissimo intervento su Van Dijk, ha spostato gli equilibri. La gara sembrava indirizzata, con i Reds in controllo e l’inerzia a favore. Ma quante volte abbiamo visto una squadra reagire proprio quando tutto sembra perduto? L’uomo in meno, talvolta, alleggerisce la testa: “tanto non abbiamo nulla da perdere”, si dicono nello spogliatoio e poi in campo. Così il piano di gara, apparentemente scontato, si è trasformato in una caccia all’imponderabile.

L’URLO DEL PUBBLICO DI CASA E LA RIMONTA
Spinto dal proprio pubblico, il Newcastle ha messo il cuore oltre l’ostacolo. Il suono della folla non è un dettaglio: è benzina per i polmoni e ghiaccio nella vena per chi ti sta di fronte. Metti insieme intensità, seconde palle e quel pizzico di coraggio che ti fa osare, ed ecco che l’incredibile prende forma. Dal baratro al pari: il Newcastle ha trovato un 2-2 che profuma di impresa, il tutto dentro un’altalena emotiva che ha mandato in tilt ogni previsione. In quel frangente, il Liverpool è parso ondeggiare, come un pugile che ha dominato fino al settimo round e poi incassa due ganci in serie. Ti tieni alle corde, cerchi l’aria, allunghi il clinch del possesso, ma capisci che il ring non è più tuo. Eppure, c’è sempre un ultimo scambio, un ultimo pallone da giocare. È la meraviglia del calcio: non finisce finché l’arbitro non fischia.



AL 100’ SPUNTA RIO NGUMOHA: IL COLPO CHE NON TI ASPETTI
Quando i cronometri hanno iniziato a divorare anche gli ultimi frammenti di recupero, è comparsa la sagoma che non ti aspetti, o meglio: che sogni. Rio Ngumoha. Classe 2008. Sì, avete letto bene. Piedi freschi, testa sgombra, un lampo di lucidità dentro il caos: e la palla che s’infila in rete al 100°. È il gol che vale il 2-3, che riporta la bilancia dalla parte dei Reds, che definisce la serata. È anche il gol che permette a Ngumoha di eguagliare un record stabilito da Wayne Rooney: una frase che pesa come un macigno nel calcio inglese. Perché quando pronunci “Rooney”, pronunci un pezzo di storia. E se un classe 2008 gli si affianca in una statistica, capisci che non stai parlando di una comparsa, ma di un protagonista annunciato. La scena è quella del calcio allo stato puro: il talento che scardina la logica, la gioventù che non chiede permesso, entra e firma. Domanda retorica: come si dimentica una notte del genere? Non si dimentica, la si racconta. E la si racconta così, segnando nomi e momenti sul taccuino come fossero coordinate di una mappa del tesoro: Wayne Rooney, Rio Ngumoha, il 100° minuto, il 2-3, l’espulsione di Gordon per quel bruttissimo intervento su Van Dijk, l’urlo del lunedì sera.

COSA RESTA TRA LE RIGHE DELLA PARTITA
Resta l’idea che la superiorità numerica non sia un’assicurazione sulla vita, semmai una responsabilità. Resta la conferma che il pubblico di casa può trasformare la partita in un assedio emotivo. Resta il senso di un copione in cui la trama salta due volte e poi si ricuce in extremis, come una maglia tirata e rifinita al novantesimo e oltre. E resta, soprattutto, la firma di Rio Ngumoha: non solo un nome, ma una promessa che ha messo il primo timbro nella notte in cui ha toccato un record che porta il sigillo di Wayne Rooney. Il Liverpool se la porta a casa, il Newcastle si porta via la certezza di avere dentro ancora tanta benzina, anche dopo un rosso pesantissimo. E per gli appassionati rimane la sensazione più preziosa: quella di aver visto calcio vero, perché le partite che ti fanno esclamare “non può finire così” sono proprio quelle che ti insegnano che il pallone, a volte, decide di sfidare l’orologio.

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