Non sta scritto da nessuna parte che il salto tra Primavera e professionismo vada affrontato in punta di piedi. A volte serve un allungo da sprinter sulla fascia, testa alta e coraggio, proprio come piace ai giovani che vogliono prendersi il campo. È la strada scelta da Raffaele Marchioro, classe 2005, che lascia il Torino a titolo definitivo per vestire i colori rossoblù del Guidonia Montecelio, neopromosso in Serie C e inserito nel Girone B. Una mossa decisa, da giocatore che non teme l’uno contro uno con la realtà dei grandi.
CHI È RAFFAELE MARCHIORO: PERCORSO E NUMERI Nato a
Padova il 10 maggio 2005,
Marchioro ha iniziato a farsi notare nel settore giovanile della
SPAL, dove con l’
Under 17 ha firmato 7 reti in 24 presenze. Per un centrocampista, un bottino che parla di inserimenti, timing e gamba: il manuale del moderno incursore. Nel 2022 il
Torino fiuta il potenziale e lo porta in granata. Con l’
Under 18 prosegue la crescita e si mette in vetrina al
Torneo di Viareggio, tappa che spesso separa chi promette da chi mantiene. La consacrazione arriva nella stagione 2023-24 con la Primavera allenata da
Giuseppe Scurto: 23 presenze tra campionato e Coppa Italia Primavera, rendimento costante e affidabilità tattica. Nell’ultima annata, poi,
Marchioro diventa uno dei punti di riferimento del Torino Primavera, totalizzando 21 presenze in
Primavera 1. Numeri che raccontano un giocatore utile, dentro la partita e dentro il sistema.
CARATTERISTICHE TECNICHE: IL PROFILO GIUSTO PER LA C Marchioro è definito «centrocampista moderno, capace di ricoprire più ruoli». Ma dove rende di più? Sulla corsia destra. Lì abbina dinamismo e corsa, sa accompagnare l’azione senza palla e, quando la palla ce l’ha, ha la qualità per crossare con precisione. È presente anche in copertura, grazie a una naturale predisposizione al sacrificio. Tradotto in gergo spiccio: un esterno che fa su e giù coi tempi giusti, utile per tenere larga la squadra in fase di possesso e per chiudere la porta quando si difende. Certo, i margini di crescita non mancano: sul piano fisico e realizzativo la
Serie C è palestra severa, ma spesso decisiva. E quale palcoscenico migliore per affinare queste qualità se non un campionato in cui la competitività è altissima e gli avversari sono esperti, ruvidi, veri? È il classico esame di maturità: se superi la pressione, il campo ti restituisce fiducia e minuti.
PERCHÉ GUIDONIA MONTECELIO È LA SCELTA GIUSTA Il
Guidonia Montecelio, società laziale neopromossa, manda un segnale preciso al suo ambiente: investire su giovani motivati, capaci di crescere insieme alla squadra. La Serie C, lo sappiamo, è un campionato formativo ma anche di grande visibilità. Qui i ragazzi che arrivano dalla Primavera capiscono rapidamente i tempi del calcio dei grandi: partite sporche, dettagli che fanno la differenza, duelli che pesano come gol. Inserire un profilo come
Marchioro agli ordini del tecnico
Ciro Ginestra significa dotarsi di un esterno di spinta che può incidere sulle due fasi. Con un contratto pluriennale, il club si garantisce tempo per lavorare sul giocatore e capitalizzare la sua evoluzione. E se l’obiettivo è costruire identità e gamba sulle fasce, quale pedina più adatta di un ventenne abituato a macinare metri e a leggere le situazioni?
LO SBARCO TRA I PROFESSIONISTI: COSA ASPETTARSI La transizione dai vivai alla C spesso si gioca su tre concetti: continuità, adattamento, personalità.
Marchioro porta in dote la prima, come testimoniano le presenze collezionate a
Torino; dovrà accelerare sulla seconda, per reggere ritmo e contatti di un torneo che non fa sconti; e sulla terza, in cui l’attitudine al sacrificio sarà preziosa. La sua capacità di accompagnare l’azione e di accendersi sulla catena di destra può diventare una fonte di rifornimenti costante per l’attacco rossoblù, mentre in non possesso la sua disciplina tattica gli consentirà di chiudere il lato e schermare le linee di passaggio. Domanda retorica: basterà? Dipenderà anche dall’ambiente che troverà attorno, dal lavoro quotidiano sul campo e dalla fiducia che il
Guidonia Montecelio saprà cucirgli addosso. Ma il profilo è quello giusto: dinamico, applicato, con un’idea chiara del proprio gioco.