GUBBIO SERIE C - Andrea La Mantia, attaccante classe 1991, nell'ultima stagione 14 presenze e un gol con il Catanzaro in Serie B
Pare chiaro quello che serva a una squadra che vuole alzare la voce negli ultimi 30 metri. Un attaccante centrale con spalle larghe, esperienza da vendere e confidenza con i palcoscenici che contano. L’AS Gubbio 1910 l’ha trovato: Andrea La Mantia. Il club eugubino ha comunicato l’acquisizione a titolo definitivo del centravanti nato a Marino il 6 maggio 1991, reduce da una stagione iniziata con la SPAL e proseguita al Catanzaro in Serie B. Un innesto che suona come un segnale forte e chiaro: davanti, Gubbio vuole un riferimento vero.
UN PROFILO CHE PARLA DA SÉ Cresciuto nelle giovanili del Frosinone, Andrea La Mantia ha assaggiato subito il calcio dei grandi: esordio in Serie B a soli 18 anni nella stagione 2019-2020. Non è poco, anzi, è il marchio di fabbrica di chi, fin dalla culla calcistica, è stato abituato a misurarsi con ritmi alti e margini d’errore ridotti. Da lì, un percorso solido e continuo, fatto di chilometri, duelli e partite che tempra e forgia. Attaccante centrale puro, il ruolo che ti espone alle luci e alle critiche, quello in cui la palla pesa e ogni tocco può essere un bivio.
BAGAGLIO PESANTE: 30 GARE IN A E OLTRE 230 IN B La Mantia arriva a Gubbio agli ordini del tecnico Domenico Di Carlo con una valigia di esperienza che non sta più in stiva: 30 presenze in Serie A e oltre 230 in Serie B. Una statistica che dice molto, quasi tutto, sull’affidabilità e sulla continuità di un giocatore che ha attraversato categorie e contesti diversi senza perdere la barra dritta. Quante volte l’abbiamo visto in stadi caldi, in campi dove i punti si sudano, reggere l’urto con mestiere? Un «nove» che sa stare dentro la partita, leggere le situazioni, interpretare i momenti. In carriera ha realizzato 106 reti tra i Professionisti e 3 in Serie D, come eredità della sua prima stagione in prima squadra ai tempi del Flaminia.
IL GIRO D’ITALIA DI UN CENTRAVANTI La geografia calcistica di La Mantia è una cartina piena di spilli. Nel corso della sua carriera ha vestito le maglie di Andria, Frosinone, Barletta, Foligno, Cosenza, Pro Vercelli, Lecce, Empoli, San Marino, Virtus Entella, SPAL, Feralpisalò e Catanzaro. Un tour che racconta adattamento, linguaggi calcistici diversi assimilati di stagione in stagione, una crescita fatta di spogliatoi e compagni nuovi, allenatori con richieste differenti. È proprio qui che si forma l’attaccante «pronto», quello che, dovunque lo metti, conosce già la strada per stare dentro al sistema.
IDENTITÀ E RUOLO: LA SEMPLICITÀ CHE FA LA DIFFERENZA A volte il calcio si complica da solo. Ma avere un attaccante centrale che fa l’attaccante centrale semplifica la vita. Ruolo chiaro, compiti chiari: attaccare l’area, occupare i corridoi giusti, fungere da perno quando la squadra costruisce. È l’ABC di un certo modo di stare in campo, quello in cui l’identità del “nove” indirizza la partita. E qui La Mantia è un manuale ambulante: un profilo che conosce le trappole delle difese, i tempi per venire incontro, le pause giuste per far respirare il gruppo. La sensazione è che Gubbio abbia messo in rosa un profilo capace di spostare equilibri con intelligenza e presenza.
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