Tutti vorrebbero un numero 9 così in area, capace di far tremare le reti e tenere in scacco le difese. La Pergolettese si è mossa con intelligenza, pescando dal Parma un profilo che profuma di futuro e presente insieme: Francesco Sartori, classe 2006, nato a Trento, centravanti alto 1,95, fiuto del gol da attaccante vero e qualità da riferimento totale per il reparto offensivo. Arriva con la formula del trasferimento temporaneo e, soprattutto, entra da oggi nella rosa a disposizione del tecnico Giacomo Curioni. Una mossa da regista, di quelle che cambiano la geometria dell’ultimo terzo di campo.
UN NOVE CON IL FIUTO E LA TAGLIA GIUSTA Numeri alla mano, il biglietto da visita di
Sartori parla chiaro: 17, 19, 10. No, non è un rebus, ma il conteggio dei
gol messi a segno in tre campionati del settore giovanile, dall’
Under 17 fino alla
Primavera del
Parma. Fa 46 complessivi, una media da uomo d’area che sa come si attacca la porta, come si sceglie il tempo e come si capitalizza il lavoro della squadra. E poi c’è la statura:
1,
95. Un dato che non è solo centimetri, ma vantaggio competitivo. Significa
presenza in area, duelli aerei vinti, sponde pulite, diagonali difensive avversarie alterate. Significa palle sporche trasformate in occasioni, palloni buttati su che diventano ossigeno puro quando la squadra deve risalire.
DALLE RADICI AL SALTO: CHIEVO VERONA, PARMA, PRIMAVERA Il percorso parla di un ragazzo con le idee chiare e un
cantiere tecnico già ben avviato. Cresciuto nelle giovanili del
Chievo Verona e poi passato al
Parma,
Sartori ha fatto tutta la trafila: Under 17, poi via via su fino alla
Primavera. Una scalata passo dopo passo, che racconta di affidabilità e
crescita costante. Non è solo un
centravanti alto e grosso: è un attaccante cresciuto in contesti tecnici esigenti, con la cultura del
dettaglio e l’abitudine a leggere i ritmi della partita. La provenienza da
Trento aggiunge quel tocco di
carattere montanaro: ruvido quando serve, pulito quando conta, concreto sempre.
COSA PORTA ALLA PERGOLETTESE DI CURIONI Domanda retorica: cosa ci si aspetta da un numero 9 del genere?
Gol, certo. Ma non solo. L’identikit completo dice «
centravanti completo» e «prezioso per ogni allenatore» grazie alla capacità di dialogare con i compagni d’attacco. Tradotto in gergo: è un perno. Sa venire incontro, alzare la testa, liberare la corsia al taglio dell’esterno, dettare la profondità quando la difesa sale, fare da calamita sui piazzati. Con un profilo così, il tecnico
Curioni guadagna varianti: palla addosso, gioco a muro, attacchi al secondo palo, inserimenti a rimorchio dei centrocampisti. E quando la partita si sporca? Si può salire di posizione col gioco diretto, perché uno come lui i duelli li tiene, li sporca e spesso li vince.
LETTURE OFFENSIVE: COME ESALTA I COMPAGNI Il
centravanti che dialoga non è una figura retorica: è il baricentro emotivo e tattico della manovra. Con le sue sponde,
Sartori può aprire corridoi per gli esterni, creare due contro uno sui fianchi, far uscire i centrali avversari dalle loro zone di comfort. È la classica boa che ti dà un approdo quando il mare è grosso, ma sa anche trasformarsi in torpedo nell’attacco della profondità. Quel mix di
fisicità e fiuto del
gol è il pane quotidiano per chi attacca il primo e il secondo palo: uno scarico pulito, un movimento in controtempo, e la difesa avversaria è costretta a scegliere il male minore. Spesso, in quei dieci metri tra dischetto e area piccola, chi ha il senso del tempo vince le partite.
PERGOLETTESE-PARMA, UN ASSE VIRTUOSO
Quando due club si parlano nella lingua dello sviluppo, a guadagnarci è il campo. Il
Parma affida a questo prestito un passaggio fondamentale nella crescita di
Francesco Sartori; la
Pergolettese incassa un profilo che può spostare equilibri nel breve e mettere fondamenta solide per il medio. Trento come punto di partenza, Chievo Verona come prima scuola, Parma come università calcistica, e adesso Pergolettese come trampolino operativo: la traiettoria è tracciata. Il resto, come sempre, accadrà tra il fischio d’inizio e quello finale, dove i numeri cominciano a contare davvero.