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Serie C

È stato per una vita al Milan, ora sbarca sull'Isola: ecco un centrocampista che può decidere le partite

Il classe 2005 arriva dalla Serie A e rinforza i rossoblù, è davvero il prototipo del giocatore moderno

SASSARI TORRES SERIE C - MATTIA SALA

SASSARI TORRES SERIE C - Mattia Sala, centrocampista classe 2005, nella passata stagione 36 presenze e un gol in campionato con il Pontedera

Non sta scritto da nessuna parte che per cambiare passo servano solo colpi altisonanti. A volte basta il piede giusto al momento giusto, nelle zone calde del campo dove si costruisce il destino di una stagione. La Torres ha scelto la via della lucidità: sfoltire dove serve, inserire qualità e minutaggio dove brucia. E così, dopo aver sistemato alcune uscite, i rossoblù mettono il cartellino «affare» su un centrocampo che aveva bisogno di gamba, idee e duttilità. Il nome? Mattia Sala. L’origine? Monza. La provenienza? Pisa. L’ultima fermata prima di Sassari? Pontedera, Girone B della Serie C. E non è poco.



CHI È MATTIA SALA: DUTTILE E AFFAMATO
Sala è il prototipo del centrocampista moderno: duttile, capace di cucire e strappare, con quella sensibilità tattica che lo rende utile in più zone del campo. Può far legna da mezzala, dare ordine da regista, alzare il baricentro e infilarsi tra le linee da trequartista. Nell’ultima annata al Pontedera, ha messo insieme 36 presenze e 2.246 minuti giocati: numeri che tradiscono fiducia dell’allenatore e tenuta mentale, non solo gamba. Nel tabellino è arrivata anche una rete: pochi fuochi d’artificio? Forse. Ma per chi costruisce, intermedia e accompagna l’azione, spesso il lavoro «invisibile» è il vero valore aggiunto.

LE CHIAVI A PAZIENZA: PIÙ SOLUZIONI, PIÙ IMPREVEDIBILITÀ
Cosa significa per Michele Pazienza avere un profilo così nel motore? Significa poter cambiare spartito senza cambiare orchestra. Con Sala, il tecnico può alternare registri: abbassarlo per iniziare pulito dal basso, alzarlo tra le linee per schermare e ripartire, cucirgli addosso compiti specifici a seconda dell’avversario. In gergo da spogliatoio: uno che ti copre le spalle e ti accende la luce. La versatilità non è solo un’etichetta: è la possibilità di leggere la partita a scacchi e muovere un pezzo che sa essere pedina e regina a seconda del minuto. Per una Torres che vuole correre, pensare e rispettare il minutaggio, il 2005 ex giovanili Milan sin dalla Scuola Calcio è benzina verde.

CENTROCAMPO COME CENTRALE ELETTRICA
Nel calcio di oggi il centrocampo è la centrale elettrica di una squadra: se i watt girano, la luce resta accesa fino al 90’. Sala porta energia pulita: corse utili, letture, capacità di inserirsi e di alzare la pressione sul portatore. La rete messa in cascina al Pontedera sono solo la punta dell’iceberg di un lavoro che si misura anche nei palloni recuperati, nelle linee di passaggio oscurate, nella prima giocata verticale dopo la conquista. Quanti match si decidono nel ribaltamento immediato? Quante partite si indirizzano con un trequartista che sa chiudere una linea e ripartire coi tempi giusti?



LA FIRMA DI COLOMBINO SULLA ROTTA ROSSOBLÙ
Il direttore sportivo della Torres Andrea Colombino ha impostato il file del mercato con una formula chiara: giovani da crescere, minutaggio da rispettare, competitività da alzare. Mattia Sala è la pagina che si aggiunge senza stonare con il resto del documento. Un colpo «di progetto», come dicono quelli che la guardano lunga. E se in attacco la pista che porta a Ernesto Starita si accenderà come sembra, allora la Torres avrà allargato il campo delle variabili: più talento, più soluzioni, più concorrenza interna. Ingredienti che, in uno spogliatoio ambizioso, fanno la differenza tra una buona annata e una stagione da ricordare.

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