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Il figlio d'arte non rinnova con la Juventus, il conto alla rovescia per l'addio è già iniziato

La scadenza naturale del contratto farà da spartiacque, difficile ora immaginare il debutto in prima squadra

PRIMAVERA JUVENTUS - ALFONSO MONTERO

PRIMAVERA JUVENTUS - Alfonso Montero, difensore classe 2007, nella stagione in corso 2 presenze per 97 minuti giocati nella Primavera 1

La Juventus sembrerebbe pronta a perdere uno dei profili più interessanti del proprio vivaio senza neppure testarlo in Next Gen. La vicenda non è buttata lì come un lancio lungo a caso: è il cuore del «caso» Alfonso Montero, difensore uruguaiano classe 2007, figlio d’arte, tra i nomi più chiacchierati del panorama Primavera. In base alle ultime indiscrezioni di calciomercato il ragazzo non rinnoverà il contratto in scadenza il 30 giugno 2026. Tradotto: il conto alla rovescia è già scattato e la Vecchia Signora rischia di vedere scivolare via un talento su cui, fin qui, ha puntato forte in categoria, ma senza promuoverlo nella seconda squadra.



UN ADDIO ANNUNCIATO?
Le indiscrezioni parlano chiaro: nonostante i numerosi colloqui tra il club e l’entourage, non si è trovata la quadra. L’ultima proposta bianconera non ha soddisfatto il giocatore e chi ne cura gli interessi. Da parte del difensore c’era l’aspettativa di un trattamento diverso, anche alla luce dell’approdo gratuito a Torino nell’estate 2022. E quando un rinnovo non arriva, il futuro tende a scriversi da solo, spesso con l’inchiostro amaro della separazione. La sensazione, riportata, è che Montero resti in bianconero fino alla naturale scadenza del contratto, senza prolungamenti. Uno scenario che, per Torino, profuma di beffa: perdere un patrimonio tecnico senza averne capitalizzato pienamente la crescita.

IL PROFILO: PERSONALITÀ, RICONOSCIMENTI, ORIZZONTE INTERNAZIONALE
Di Alfonso Montero non si parla per caso. Con la Primavera ha già messo insieme 55 presenze, numeri da perno difensivo e non da semplice comparsa. È finito nel taccuino degli addetti ai lavori ben oltre i confini italiani: The Guardian lo ha inserito nella lista dei 60 talenti mondiali più promettenti, una vetrina in cui si entra solo se hai qualità vere, non lustrini. In più, è arrivata la convocazione con l’Uruguay Under 20 pur essendo sotto età. Tradotto in gergo: quando ti chiamano a saltare una categoria, significa che leggi il gioco con un secondo d’anticipo e che il carattere non trema. Figlio d’arte, certo (il padre Paolo ha giocato in bianconero dal 1996 al 2005 per poi allenare Primavera e Next Gen), ma la carta d’identità tecnica se l’è timbrata da solo: timing negli interventi, letture pulite, presenza da leader silenzioso. Il classico difensore che non fa rumore, ma si sente.



IL NODO NEXT GEN: SCELTA TECNICA O MESSAGGIO CONTRATTUALE?
Ed eccoci al punto che fa discutere come un rigore al 93’. Perché la Juventus non lo ha promosso in Next Gen? L'incertezza sul rinnovo avrebbe frenato la promozione nella prima squadra di Serie C. Una linea prudente che in casa Juve non è nuova: se non c’è garanzia di permanenza, si tende a centellinare minutaggio e responsabilità. Strategia comprensibile sul piano aziendale: investi davvero solo su chi sai di poter valorizzare nel medio periodo. Ma sul terreno di gioco delle scelte tecniche, ogni rinuncia pesa come un contropiede subito a campo aperto. Perché una stagione in Next Gen può fare da trampolino, trasformando un prospetto in giocatore. E se quel gradino salta, non è solo una questione di minuti: è un pezzo di percorso che si accorcia proprio quando servirebbe allungare il passo.

TRATTATIVA IN FUORIGIOCO: ASPETTATIVE, VALUTAZIONI E UNA PROPOSTA NON ALL’ALTEZZA
La cornice della vicenda è definita: colloqui multipli, un’offerta messa sul tavolo e ritenuta insufficiente. Nelle pieghe del dossier è passata anche l’aspettativa del ragazzo di un «trattamento diverso» alla luce del suo arrivo gratuito nel 2022. Un dettaglio che pesa: quando un club pesca a costo zero un profilo internazionale e quel profilo cresce, la sensazione del giocatore è di meritarsi un segnale forte, non solo parole. Qui, invece, il pallone si è impantanato tra valutazioni economiche e progettuali. Il risultato? Palla che esce, rimessa laterale per il tempo che resta fino al 30 giugno 2026.

ULTIMO GIRO DI LANCETTE
Resta l’immagine di un difensore che gioca con la testa alta e la porta le idee chiare, dentro un contesto che oggi gli restituisce più punti interrogativi che certezze. La sensazione, raccolta e rilanciata dalle fonti citate, è che la storia bianconera di Alfonso Montero stia entrando nel suo finale di stagione, anche se al traguardo manca ancora un pezzo di calendario. Chi segna l’ultimo gol? La società con un rilancio improvviso, o il giocatore con la scelta di una nuova destinazione dopo il 30 giugno 2026? Domande retoriche, forse. Ma in una partita così, ogni dettaglio può valere il risultato.

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