Serie D
30 Agosto 2025
Chi l’ha detto che nel calcio servono mesi per scalare le gerarchie? A volte bastano otto giorni o poco più per ribaltare la lavagna tattica della vita. È il caso di Cheveyo Balentien: classe 2006, ala destra olandese, acquistato dai rossoneri dalle giovanili dell’ADO Den Haag per rinforzare il Milan Futuro e già catapultato sotto i riflettori della Serie A. Un’accelerazione da sorpasso in corsia d’emergenza, perché quando il talento bussa con decisione, anche il cancello più pesante si apre.
OTTO GIORNI CHE PESANO COME UNA STAGIONE
Dall’annuncio ufficiale del trasferimento al Milan alla convocazione lampo a causa della moria degli attaccanti rossoneri: il tempo di prendere le misure a Milanello, infilare gli scarpini con la nuova maglia e farsi notare nei primissimi allenamenti. Otto giorni, o poco più, come scritto nero su bianco: quanto basta per cambiare ritmo alla carriera di un ragazzo che fino a una settimana fa era il gioiellino dell’ADO Den Haag e oggi è già un jolly pronto all’uso per la panchina rossonera. Perché nel calcio, quando la porta si socchiude, o entri a gamba tesa o resti fuori a guardare. Balentien ha scelto la prima.
IL PROFILO: CLASSE 2006, ALA DESTRA OLANDESE
Chi è Cheveyo Balentien? La domanda se la sono fatti in tanti, e non a caso. È un’ala destra olandese, classe 2006: etichetta che da sola racconta freschezza, gamba e quella fame di campo tipica dei talenti cresciuti correndo tra linea laterale e bandierina. Ruolo chiaro, coordinate precise: esterno alto, con la missione di dare ampiezza, strappo e profondità. Il genere di profilo che, quando entra, cambia la musica: allunga la squadra, obbliga gli avversari al raddoppio, crea superiorità nelle rotazioni. E se a prima vista sembra solo un dettaglio, in realtà può essere il grimaldello per scardinare partite bloccate.
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DAL VIVAIO DELL’ADO DEN HAAG AL MILAN FUTURO
Il tracciato è stato netto: i rossoneri lo hanno acquistato una settimana fa dalle giovanili dell’ADO Den Haag e lo hanno aggregato a Milan Futuro. Scelta ragionata: la seconda squadra rossonera, che gioca in Serie D, è una palestra perfetta per far rullare il motore senza bruciare i tempi. Ambiente tecnico, ritmo vero, pressioni calibrate. Insomma, un ponte tra la fioritura del vivaio e la tempesta dei grandi. Ma qui succede qualcosa di insolito: già dai primi allenamenti la sensazione, forte come uno striscione in Curva, è che Cheveyo Balentien non sarebbe rimasto molto in Serie D. Una di quelle percezioni che circolano nello spogliatoio e poi attecchiscono sul campo.
LE PRIME FOLATE E IL SEGNALE: PRONTO PER SALIRE
«Fin dai primi allenamenti la sensazione è stata che l’ala destra olandese non sarebbe rimasta molto in Serie D»: parole che pesano. Se il campo parla, lo spogliatoio ascolta. E quando l’asticella si alza così in fretta, il segnale è doppio: il ragazzo è pronto a masticare pallone a ritmi da Prima squadra e il club ha fiuto per capire quando il cavallo è lanciato. Sensazioni confermate dai fatti: la migliore var di questo gioco. E infatti, vista l’emergenza in attacco, ecco la svolta: Massimiliano Allegri lo ha convocato e lo ha inserito - al posto di Santi Gimenez - nel finale di Lecce-Milan, seconda giornata di campionato. Una scena che vale più di mille presentazioni: il tabellone che scorre, la quarta donna che alza la lavagna, il giovane che sfiora l’erba con la punta della scarpetta prima di entrare. Minuti finali? Certo. Ma spesso sono proprio quelli a costruire la fiducia: tocchi semplici, corse intelligenti, scelte essenziali. Il calcio è fatto di dettagli, e i dettagli aprono porte.