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Gli 8 giorni che cambiano una vita! Da stellina delle giovanili in Olanda all'esordio in Serie A

Arrivato settimana scorsa dall’ADO Den Haag, è entrato nel finale della partita col Lecce: Chevejo Balentien, il nuovo talento di casa Milan

Cheveyo Balentien

Chi l’ha detto che nel calcio servono mesi per scalare le gerarchie? A volte bastano otto giorni o poco più per ribaltare la lavagna tattica della vita. È il caso di Cheveyo Balentien: classe 2006, ala destra olandese, acquistato dai rossoneri dalle giovanili dell’ADO Den Haag per rinforzare il Milan Futuro e già catapultato sotto i riflettori della Serie A. Un’accelerazione da sorpasso in corsia d’emergenza, perché quando il talento bussa con decisione, anche il cancello più pesante si apre.

OTTO GIORNI CHE PESANO COME UNA STAGIONE
Dall’annuncio ufficiale del trasferimento al Milan alla convocazione lampo a causa della moria degli attaccanti rossoneri: il tempo di prendere le misure a Milanello, infilare gli scarpini con la nuova maglia e farsi notare nei primissimi allenamenti. Otto giorni, o poco più, come scritto nero su bianco: quanto basta per cambiare ritmo alla carriera di un ragazzo che fino a una settimana fa era il gioiellino dell’ADO Den Haag e oggi è già un jolly pronto all’uso per la panchina rossonera. Perché nel calcio, quando la porta si socchiude, o entri a gamba tesa o resti fuori a guardare. Balentien ha scelto la prima.

IL PROFILO: CLASSE 2006, ALA DESTRA OLANDESE
Chi è Cheveyo Balentien? La domanda se la sono fatti in tanti, e non a caso. È un’ala destra olandese, classe 2006: etichetta che da sola racconta freschezza, gamba e quella fame di campo tipica dei talenti cresciuti correndo tra linea laterale e bandierina. Ruolo chiaro, coordinate precise: esterno alto, con la missione di dare ampiezza, strappo e profondità. Il genere di profilo che, quando entra, cambia la musica: allunga la squadra, obbliga gli avversari al raddoppio, crea superiorità nelle rotazioni. E se a prima vista sembra solo un dettaglio, in realtà può essere il grimaldello per scardinare partite bloccate.

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DAL VIVAIO DELL’ADO DEN HAAG AL MILAN FUTURO
Il tracciato è stato netto: i rossoneri lo hanno acquistato una settimana fa dalle giovanili dell’ADO Den Haag e lo hanno aggregato a Milan Futuro. Scelta ragionata: la seconda squadra rossonera, che gioca in Serie D, è una palestra perfetta per far rullare il motore senza bruciare i tempi. Ambiente tecnico, ritmo vero, pressioni calibrate. Insomma, un ponte tra la fioritura del vivaio e la tempesta dei grandi. Ma qui succede qualcosa di insolito: già dai primi allenamenti la sensazione, forte come uno striscione in Curva, è che Cheveyo Balentien non sarebbe rimasto molto in Serie D. Una di quelle percezioni che circolano nello spogliatoio e poi attecchiscono sul campo.

LE PRIME FOLATE E IL SEGNALE: PRONTO PER SALIRE
«Fin dai primi allenamenti la sensazione è stata che l’ala destra olandese non sarebbe rimasta molto in Serie D»: parole che pesano. Se il campo parla, lo spogliatoio ascolta. E quando l’asticella si alza così in fretta, il segnale è doppio: il ragazzo è pronto a masticare pallone a ritmi da Prima squadra e il club ha fiuto per capire quando il cavallo è lanciato. Sensazioni confermate dai fatti: la migliore var di questo gioco. E infatti, vista l’emergenza in attacco, ecco la svolta: Massimiliano Allegri lo ha convocato e lo ha inserito - al posto di Santi Gimenez - nel finale di Lecce-Milan, seconda giornata di campionato. Una scena che vale più di mille presentazioni: il tabellone che scorre, la quarta donna che alza la lavagna, il giovane che sfiora l’erba con la punta della scarpetta prima di entrare. Minuti finali? Certo. Ma spesso sono proprio quelli a costruire la fiducia: tocchi semplici, corse intelligenti, scelte essenziali. Il calcio è fatto di dettagli, e i dettagli aprono porte.



COSA SIGNIFICA PER IL MILAN FUTURO
Una promozione così rapida non è solo un premio individuale: è un messaggio all’intero progetto Milan Futuro. La Serie D come trampolino, non come parcheggio. Un vivaio di idee e gamba, dove chi merita sale, chi serve resta, e tutti competono. Vedere Cheveyo Balentien convocato così presto fa capire che la seconda squadra è un corridoio a senso unico verso la Prima: basta correre alla velocità giusta. E quando uno parte, gli altri alzano il passo: effetto domino positivo, cultura della competitività, fame che diventa benzina. Passare in otto giorni dalle giovanili dell’ADO Den Haag al Milan, dalla Serie D al prato della Prima squadra, è un salto che non è solo tecnico: è mentale. Cambiano le gerarchie, cambiano le velocità, cambia il volume del rumore. Ma se la chiamata arriva così presto, significa che dentro l’armadio c’è già l’abito buono. Si può sbagliare un controllo? Certo. Si può prendere una scelta conservativa? E perché no. L’importante è aver preso l’ascensore quando si è fermato al piano giusto. E qui la cabina l’ha chiamata Massimiliano Allegri, che lo ha convocato e gli ha dato il finale di Lecce-Milan per assaggiare l’aria. Ossigeno puro per un classe 2006.

DOMANDE GIUSTE PER IL TEMPO GIUSTO
Allora, quali sono le sue caratteristiche principali e in che ruolo gioca? Le domande se le pone lo stesso racconto su Cheveyo Balentien, e le risposte tracciano già il profilo: ala destra, quindi corsa, campo largo, disponibilità al sacrificio senza palla. Il resto lo dirà il campo, con la pazienza che si deve a chi ha talento e fame. Perché qui l’obiettivo non è bruciare tappe, ma bruciare l’erba sotto i piedi quando la palla scotta. Ai tifosi basta poco per innamorarsi: la corsa dopo un recupero, il coraggio di chiedere palla, la voglia di provarci, quel tiro fuori misura ma dopo una bella iniziativa personale. E quando un ragazzo così giovane passa dal Milan Futuro alla Prima squadra in un amen, lo stadio capisce che c’è un progetto che pulsa. Lecce-Milan, seconda giornata di campionato, è stata la prima cartolina spedita da Cheveyo Balentien. La prossima la scriverà il campo, magari ancora da subentrante, magari da titolare un domani. Ma intanto il messaggio è partito: se hai qualità e testa, il futuro arriva prima del previsto.

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