Il percorso nel mondo del pallone a volte fa giri strani per poi tornare esattamente dove tutto è iniziato. Vincenzo Onofrietti rimette gli scarpini sul suolo tedesco e lo fa con una scelta che profuma di futuro: dallo «sgabello» del vivaio italiano alla ribalta di Gelsenkirchen, passando per un passato in giallonero che fa da bussola. Il Bari saluta, lo Schalke 04 abbraccia: cessione a titolo definitivo, progetto chiaro, finestra spalancata sulla 2. Bundesliga. E la domanda sorge spontanea: quanto può crescere, in un contesto così strutturato, un centrocampista classe 2005 con gamba, testa e duttilità?
UN RITORNO CHE PROFUMA DI CASA Chiamatela sliding door, chiamatela chiusura del cerchio.
Onofrietti torna in Germania dopo un solo anno in Italia, il Paese dove ha muovo i primi passi calcistici indossando la maglia del
Borussia Dortmund nei suoi anni di
formazione. Una radice che non si dimentica. Ora la rotta punta a
Gelsenkirchen, casa dello
Schalke 04, storica piazza del calcio tedesco, che si muove con l’idea fissa della ricostruzione dopo la retrocessione dalla massima serie. Un club che ha voglia di rinnovarsi pescando talento giovane e plasmabile: profilo che calza a pennello al
centrocampista cresciuto nel
Bari, con anche presenze nelle Nazionali giovanili dell'
Italia.
DALLE GIOVANILI DEL DORTMUND ALLA PUGLIA E RITORNO Il percorso recente racconta di una stagione passata a fare legna e qualità prima con la
Turris, poi con il
Team Altamura, sempre in
Serie C nel Girone C agli ordini del tecnico
Daniele Di Donato nella seconda esperienza da gennaio in poi. Sette presenze, una rete: pochi numeri, ma significativi. Lì
Onofrietti si è misurato con un calcio spigoloso e concreto, dove ogni pallone pesa come un macigno e i duelli sono pane quotidiano. Ha mostrato di avere confidenza anche con l’area avversaria — sì, perché parliamo di un
centrocampista offensivo — e quella rete timbrata in terza serie è il segnale di un istinto da incursore che può tornare utile a qualsiasi tecnico.
IL PROFILO TECNICO: DUTTILITÀ DA MANUALE Cosa piace di
Onofrietti? La sua capacità di occupare più zone del centrocampo senza perdere lucidità. Può lavorare da interno nella zona calda, cucendo gioco in mezzo, oppure allargarsi sulle corsie laterali, per dare ampiezza e gamba. È la classica pedina che un allenatore sistema sulla lavagna tattica quando serve cambiare spartito a partita in corso. Un giocatore che si adatta, intercambia, accompagna l’azione con tempi giusti, senza snaturarsi. In una parola: duttile. E nel calcio moderno, dove i sistemi sono elastici come una coperta che si allunga e si accorcia a seconda dell’avversario, questo è oro colato.
LA MOSSA DEL BARI E LA CHIAMATA DELLO SCHALKE 04 La trattativa si è chiusa nelle ultime ore, con una formula netta e senza fronzoli:
cessione definitiva. Tradotto, lo
Schalke 04 acquisisce a pieno titolo il cartellino del giocatore e può investire sul suo percorso senza la spada di Damocle dei rientri prestabiliti. Il
Bari ha ufficializzato l’operazione con un messaggio chiaro e di buon auspicio: «
SSC Bari comunica che è stato trovato l'accordo con lo
Schalke 04 per la cessione a titolo definitivo dei diritti alle prestazioni sportive del
centrocampista, classe '05,
Vincenzo Onofrietti. in bocca al lupo per tutto Vince». Una stretta di mano, un sorriso e un «crepi il lupo» che sa di affetto e fiducia.
PERCHÉ LA 2. BUNDESLIGA È UN TRAMPOLINO CON LE MOLLE La
2. Bundesliga non è un campionato di transizione: è una fucina ruvida e competitiva, dove le squadre corrono, pressano, ribaltano il campo con una continuità tambureggiante. Lo
Schalke 04, reduce da tempi di ricostruzione e pronto a dare forma a un progetto nuovo, scommette su profili come
Onofrietti per ritrovare identità, energia e prospettiva. In
Germania il percorso dei giovani è scandito, metodico, con strutture e piani tecnici che accompagnano la crescita. Per un
centrocampista che può interpretare più ruoli, il contesto è perfetto: minuti, responsabilità e un manuale tattico da sfogliare ogni settimana. E poi, lo sappiamo: nel calcio, quando la bussola punta di nuovo a casa, spesso significa che è il momento giusto per spiccare il volo.