Chi può mai prepararsi a una ripartenza con il freno a mano tirato? 11 punti di penalizzazione sono una zavorra da tappa di montagna, il tipo di handicap che in Serie C pesa come un macigno sullo zaino di chi sogna la volata playoff. Eppure, per il Rimini FC il gong è già suonato: la sezione disciplinare del Tribunale Federale Nazionale ha inflitto - in udienza del 2 settembre 2025 - una penalizzazione di 11 punti da scontare nella stagione sportiva 2025-2026, più una sanzione pecuniaria di 5.000 euro. Una batosta, sì, ma anche un bivio: rialzare la testa e correre, o farsi travolgere dall’onda lunga della classifica?
IL COLPO DI MARTELLO DEL TFN: DATE, NOMI, ATTI La decisione non è piovuta dal nulla: affonda le radici in due distinti deferimenti del
Procuratore Federale, protocollati con i numeri 3077/93pf25-26/gc/blp e 3092/95pf25-26/gc/gb. I fascicoli sono stati depositati il 31 luglio 2025 e, nel giro di poco più di un mese, hanno trovato la loro destinazione: la camera di consiglio del
TFN, sezione disciplinare, riunita il 2 settembre 2025. A guidare il collegio, il presidente
Carlo Sica; al suo fianco, i relatori
Valentina Ramella e
Claudio Sottoriva, con il segretario
Marco Lai a formalizzare il dispositivo. Firma digitale apposta nella stessa giornata dell’udienza, tempi serrati, cartellino alzato e provvedimento in rete.
UNDICI PUNTI CHE NON SONO SOLO NUMERI Ben
11 punti, in
Serie C, equivalgono a partire sotto di tre partite vinte e un pareggio. Uno
start in salita che costringe a cambiare marcia già alla prima curva. Non è solo un
malus in
classifica: è un impatto psicologico, uno scossone alla programmazione tecnica, un’ombra lunga sulle ambizioni. La nuova stagione non comincia da 0, ma da -11: ogni domenica diventa «da dentro o fuori», ogni pallone pesa doppio, ogni errore costa caro. E qui il campo diventa tribunale parallelo: per rimettere il naso fuori dall’acqua serviranno ritmo, continuità,
mentalità da maratoneti e l’abilità di vincere le partite sporche, quelle in cui conta più la testa che il tacco.
COSA C’È SCRITTO NEI DOCUMENTI (E COSA NON C’È) Il quadro normativo parla chiaro:
violazioni delle disposizioni federali comportano sanzioni severe, sportive ed economiche. E infatti la punizione è doppia: -11 punti e 5.000 euro. Ma nel
comunicato ufficiale non compaiono i dettagli specifici delle infrazioni contestate. Traduzione: il dispositivo arriva netto, senza finestra aperta sulle cause. Dai deferimenti di luglio alla sentenza di settembre: una transizione rapida, quasi da pressing ultra-offensivo. Il
TFN ha trattato il caso con efficienza, e la camera di consiglio ha chiuso il triangolo senza allungare i tempi. In un calcio che viaggia veloce, la
giustizia sportiva si è mossa in verticale: intercetto, due tocchi, conclusione. Per il
Rimini FC questo significa avere subito un quadro definito su cui impostare la stagione nel
Girone B, senza il limbo dell’attesa: svantaggio pesante, sì, ma conosciuto. E conoscere il punteggio sul tabellone è sempre meglio che giocare al buio.
PROGRAMMAZIONE E MERCATO: LA LAVAGNA VA RISCRITTA Che cosa cambia adesso nella stanza dei bottoni? Tanto. La
penalizzazione impone un reset di obiettivi e road map in un quadro societario comunque molto complicato. La priorità, più che l’estetica, diventa la sostanza: fare
punti, fare serie, capitalizzare ogni episodio. La
strategia di
mercato e la gestione del gruppo devono ruotare attorno all’urgenza di ridurre la distanza dal treno salvezza il prima possibile. Tradotto in gergo: intensità, compattezza, capacità di soffrire, attenzione maniacale ai dettagli. Ogni 1-0 vale oro, ogni clean sheet è ossigeno. E all’orizzonte c’è una stagione che chiede una
mentalità da
underdog con il coltello tra i denti.
IL PESO DELLO SVANTAGGIO IN CLASSIFICA: LE PRIME DIECI GIORNATE COME GIRONE DI QUALIFICAZIONE Come si ribalta un -11? Con un passo da alta
classifica per un periodo prolungato. Le prime 10 giornate diventano una sorta di girone di qualificazione interno alla stagione: serve issare la barca dal fondale, uscire dalle secche e poi pensare a navigare. La matematica è spietata ma non impossibile: infilare una striscia di risultati, ottimizzare i momenti della gara, segnare quando conta e ridurre gli errori non forzati. Non è poesia, è pragmatismo: baricentro corto, reparti stretti, palle inattive coltivate come un giardino zen. E la testa, sempre, prima delle gambe. La partita più difficile, ora, è emotiva. Servono leader silenziosi e voci forti, servono braccia che si alzano per coprire i compagni e gambe che non mollano l’uomo. Il risultato? Se il gruppo regge, la
classifica prima o poi seguirà.