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Serie D

A 19 anni si sposta di più di 1000 chilometri per mettersi in mostra, il portiere è un super-investimento

Dai pali dei vivai di squadre Professionistiche del Nord al granata in un'appassionata piazza del Sud Italia

ACIREALE SERIE D - EDOARDO NEGRI

ACIREALE SERIE D - Edoardo Negri, portiere classe 2006, nella passata stagione 4 presenze con la Primavera del Novara

Chi deve avere la faccia tosta per difendere la porta dell’Acireale in una Serie D sempre più affamata? Quella di Edoardo Negri, classe 2006, milanese di nascita e portiere di prospettiva con curriculum da ragazzo cresciuto nella scuola dura dei settori giovanili professionistici, va benissimo. L’Acireale ha annunciato il suo arrivo: un innesto che sa di scelta precisa, di quelle che raccontano un progetto e non un semplice riempitivo tra i pali. Perché quando un club punta su un portiere giovane, forte fisicamente e «svezzato» da realtà strutturate, manda un messaggio chiaro: qui si costruisce il futuro, senza paura di giocarlo sul filo dell’area piccola.



UN SEGNALE DAL MERCATO GRANATA
L’Acireale del nuovo tecnico Marco Coppa si rinforza e lo fa in un reparto dove la sicurezza è metà del gioco. L’arrivo di Edoardo Negri è una mossa che parla di ambizione e di prospettiva. Il club granata abbraccia un estremo difensore che arriva per mettersi in mostra in un campionato competitivo come la Serie D, terreno dove i portieri emergono se sanno stare in partita con la testa prima ancora che con i guanti. Non una scommessa alla cieca, ma un investimento ragionato su un profilo costruito con pazienza, tra allenamenti, selezioni e stadi dove si impara il mestiere un’uscita alta alla volta. E se si parla di Negri si parla anche di un giocatore che in categoria è un fuoriquota, dettaglio non trascurabile.

IDENTIKIT DI EDOARDO NEGRI
Nato a Milano il 16 marzo 2006, Negri è un portiere di piede destro, 1,86 metri d’altezza per 80 chili di struttura: fisico già formato, leve lunghe e un profilo che lascia ben sperare in termini di copertura della porta e dominio dell’area. Il suo percorso racconta di un ragazzo che ha sempre avuto un pallone addosso e una vocazione precisa: stare tra i pali, leggere la profondità, fare da ultimo baluardo e primo regista della ripartenza. Perché oggi il portiere non è solo saracinesca: è bussola, è metronomo, è sicurezza per il reparto.



UN PERCORSO CHE PARLA CHIARO
La storia calcistica di Negri si scrive presto. Entra nel vivaio del Como quando ha 9-10 anni: prime parate, primi campi difficili, primi pomeriggi in cui impari che un rimbalzo può cambiare una partita. A 11 anni passa al Renate, altra scuola di attenzione ai dettagli, poi due stagioni con il «vecchio» Novara, dove si consolida e prende ritmo da portiere che pensa e decide in fretta. Il talento non sfugge al Monza, che lo porta in casa per un quadriennio: 4 anni per limare movimenti, tempi d’uscita e letture, quattro stagioni per indossare l’abito del professionista in erba. Terminata l’esperienza brianzola, il ritorno al Novara con la nuova società tornata tra i Professionisti dopo la ripartenza dalla D lo mette a contatto con la Serie C: un salto mentale prima ancora che tecnico, la misura di un calcio che non perdona i tentennamenti. Ora la scelta Acireale: un passo che profuma di campo vero, di domeniche calde e di partite dove i dettagli fanno classifica.

PERCHÉ LA SERIE D È LA VETRINA GIUSTA
La Serie D è un campionato competitivo, lo sanno tutti quelli che l’hanno attraversata. Qui le partite si giocano sul filo dell’intensità, le traiettorie sono contese come seconde palle a centrocampo e per un portiere ogni cross è un esame di maturità. Negri arriva con l’obiettivo dichiarato di mettersi in mostra: tradotto, misurarsi ogni settimana con avversari tosti, palle sporche e letture in tempi stretti. È la vetrina ideale per trasformare il potenziale in sostanza, il talento in affidabilità, le promesse in punti messi in cassaforte con una parata al minuto giusto. E in D, si sa, i guantoni pesano come centravanti da doppia cifra.



LA SCELTA DEL CLUB: INVESTIRE SUI PROFILI DI PROSPETTIVA
L’Acireale, accogliendo un portiere con un curriculum di formazione così solido, manda un segnale preciso: si costruisce guardando avanti. Investire su un estremo difensore giovane significa mettere un perno al centro del progetto tecnico, uno che con il tempo diventa linguaggio comune per tutta la linea difensiva. Non è solo questione di oggi: è piantare un faro per il domani, affidando a Negri la possibilità di imparare, sbagliare, correggersi e crescere dentro un campionato “difficile” per definizione. Una strada che paga, perché l’identità si cementa con scelte coerenti. E questa lo è: il ragazzo giusto, al posto giusto, nel momento giusto. 

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