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Serie D

A 34 anni il numero 10 scende per la prima volta tra i Dilettanti, giocherà in un stadio da 25mila spettatori

Il trequartista torna in una città che lo ha visto all'opera per 2 stagioni e ritrova un palcoscenico in cui è stato già protagonista

HERACLEA SERIE D - ANDREA SCHENETTI

HERACLEA SERIE D - Andrea Schenetti, trequartista classe 1991, ha già giocato a Foggia dal 2022 al 2024 mentre nell'ultima stagione è stato alla Pro Vercelli

Chi l’avrebbe detto? Torni a Foggia, rimetti piede allo stadio «Pino Zaccheria», senti l’odore dell’erba bagnata e l’eco dei cori… ma cambi panchina, colori, prospettiva. Andrea Schenetti rientra nella città che lo ha già visto protagonista tra il 2022 e il 2024, ma stavolta invece che con la maglia rossonera lo fa sponda Heraclea: un approdo che ha il sapore della scelta forte, da veterano con la bussola puntata su un progetto ambizioso e su una maglia tutta da accendere. Il trequartista per la prima volta in carriera giocherà tra i Dilettanti in Serie D.



UN RITORNO A FOGGIA, MA CON SVOLTA
Dopo un anno trascorso in Piemonte con alti e bassi con la casacca della Pro Vercelli, il centrocampista offensivo classe 1991 ha deciso di ripartire dalla Puglia. Foggia di nuovo sullo sfondo, certo, ma non in rossonero. La destinazione è l’Heraclea, «altra realtà cittadina» che gioca le proprie gare casalinghe allo stadio Zaccheria e si presenta ai nastri di partenza del girone H di Serie D con la targhetta «ambiziosa» ben in vista. Una scelta che sposta gli equilibri? Perché quando uno con questa esperienza cambia latitudine, di solito la bussola del campionato un po’ ne risente.

IL TIMBRO DELL’ESPERIENZA
Schenetti non è un nome qualsiasi buttato nella mischia. Parliamo di un trequartista abituato a prendere palla tra le linee, accenderla con un controllo orientato e poi scegliere: assist o conclusione? Il dato fresco è quello che arriva da Vercelli: 26 presenze complessive tra campionato e Coppa Italia di categoria, con un gol. Numeri che raccontano un contributo continuo, una presenza costante nella rotazione, un piede che sa incidere. E più del tabellino, valgono le abitudini: sedersi in panchina e sapere come si entra, essere titolare e comprendere quando accelerare o amministrare, leggere gli avversari con l’occhio da navigatore. In una Serie D che spesso si decide sulle seconde palle e sul dettaglio, avere uno come Schenetti significa avere qualcuno che quel dettaglio lo vede prima.



PERCHÉ HERACLEA, PERCHÉ ORA?
Domanda da bar dello sport, ma legittima: perché scendere in Serie D? E perché proprio l’Heraclea? Le risposte sono sul tavolo, in ordine sparso e con un filo logico che porta sempre lì, allo Zaccheria: centralità tecnica, responsabilità, un progetto che vuole alzare l’asticella e una piazza dove l’energia passa attraverso le gradinate. Foggia è una città che il trequartista originario di Milano conosce bene, e non è un caso che «torna a casa» sia un’espressione che filtra anche quando si cambia sponda. Il contesto conta: quando metti insieme ambizione societaria e un teatro del calcio vero, la miscela è esplosiva.

COSA PUÒ DARE TRA LE LINEE
Il suo ruolo naturale è quello del cucitore di gioco, il numero 10 che non sempre gioca con il 10 sulle spalle ma di quel numero porta in dote l’essenza. Tra le linee, Schenetti sa infilarsi come ago in una trama ruvida, ammorbidendo il tessuto delle partite con tocchi a muro, aperture col contagiri, scelte di tempo che aprono porte dove prima c’era un corridoio chiuso. Nelle fasi calde, il suo mestiere è far respirare la squadra: abbassarsi un passo, far girare la giostra, far correre il pallone quando le gambe pesano. E se c’è da battere una punizione o una palla inattiva «sporca», ecco che il suo piede può diventare calamita per occasioni pesanti. Dalla sua un'esperienza fatta sul campo, anche negli anni ad alti livelli in Serie B con Cittadella e Virtus Entella.



LO «ZACCHERIA» COME ALLEATO
Giocare allo Zaccheria non è come giocare altrove. È un palcoscenico che amplifica: l’urlo raddoppia l’adrenalina, un passaggio riuscito diventa una scossa che corre dal campo alle tribune. L’Heraclea, che ha fatto dello stadio foggiano la propria casa, sa bene che certe domeniche si vincono prima di arrivare al 90’, sfruttando l’onda emotiva. E un leader tecnico come Schenetti, in un ambiente così, può far valere la propria cassetta degli attrezzi: dettare i tempi, prendersi il pallone «che scotta», indicare la strada. In un girone H tradizionalmente competitivo, avere il fattore campo e il fattore cervello non è un dettaglio. 

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