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Preso un giocatore che arriva dalla Serie B, dopo la pessima partenza il club le tenta tutte per invertire la rotta

Le giovanili dell'Inter e il debutto con la Sampdoria, in rosa giunge in giocatore che in categoria ha enorme esperienza

LUMEZZANE SERIE C - MICHELE ROCCA

LUMEZZANE SERIE C - Michele Rocca, centrocampista classe 1996

Non sta scritto da nessuna parte che i veri colpi si facciano solo a gennaio, sotto la neve del mercato per aggiustare le cose. Il  Lumezzane rompe gli schemi e piazza un affondo da attaccante navigato: Michele Rocca è rossoblù a titolo definitivo e rinforzerà il centrocampo a disposizione del tecnico Massimo Paci. Un innesto dalla Serie B che profuma di ambizione, lucidità e visione lungo raggio, certificato da un contratto che corre dritto fino al 30 giugno 2027. Tradotto: progettualità, non fuochi d’artificio di una notte d’estate. Anche perchè il conto delle prime 2 di campionato parla di 2 sconfitte e 8 gol subito. In casa bresciana occorre subito rialzare la testa.



UN CURRICULUM DA VIAGGIATORE DEL CENTROCAMPO
Rocca, nato a Milano nel 1996, porta nello zaino un percorso che parla da sé. Cresciuto nelle giovanili dell’Inter, fa il salto alla Sampdoria nel 2015 e mette piede in Serie A il 28 settembre, contro l’Atalanta. Il battesimo nel massimo campionato è il segnale: c’è stoffa, c’è gamba, c’è testa. Poi la gavetta vera, quella che ti tempra: alla Virtus Lanciano in Serie B gioca 17 partite, imparando l’arte del traffico in mediana e la necessità di leggere il gioco un attimo prima degli altri. La stagione successiva veste il Latina, sempre in cadetteria: 26 presenze e un altro mattone sul muro dell’esperienza. Nel 2017 passa alla Pro Vercelli, ancora in Serie B, e da lì cambia marcia approdando per la prima volta in Serie C con la Feralpisalò: otto gare, e soprattutto i primi due gol da professionista. Non è solo una tacca sul tabellino: è la prova che il suo radar non serve solo a orientare il palleggio, ma anche a puntare l’area con tempi puliti. Tra il 2018 e il 2020 gioca nel Livorno (32 presenze e 2 reti), poi alza i giri al Foggia: 52 gettoni e 8 gol in due stagioni, numeri che raccontano una maturità nuova, da mezzana capace di spaccare la partita con l’inserimento giusto. Nel 2022-2023 eccolo al Novara (32 presenze e 3 gol), quindi tappa a Catania con 15 partite. L’ultimo capitolo, prima del trasferimento a Lumezzane, è da protagonista all’Avellino: 35 gare e 1 gol, soprattutto una promozione in Serie B cucita addosso, come un distintivo di affidabilità.

UN RINFORZO DALLA B: SOSTANZA, TIMING E PERSONALITÀ
Quando si dice «arriva un rinforzo dalla B», non è solo una formula buona per i titoli: qui c’è la sostanza. Lumezzane si assicura un centrocampista centrale con chilometraggio, letture, presenza. Il profilo è chiaro: tecnico quanto basta, abituato a maneggiare palloni pesanti e a fare da metronomo quando la partita si sporca. Non è un caso che abbia trovato il gol in realtà diverse – Feralpisalò, Livorno, Foggia, Novara, Avellino – segno di una cifra tecnica che sa adattarsi, senza perdere il filo. Perché Rocca può essere la mossa giusta? Perché porta un bagaglio costruito attraversando categorie e piazze, con il plus di una promozione appena conquistata. È quel tipo di centrocampista che alza l’asticella mentale della squadra: dà le linee di passaggio, detta i tempi, tiene unito il reparto come un elastico che non si spezza. E quando serve, sa leggere le seconde palle, accorciare, ripartire. L’equilibratore che ogni allenatore vorrebbe avere quando il match si accende e si gioca sui dettagli.



DAL VIVAIO NERAZZURRO AL BANCO DI REGIA ROSSOBLÙ
Crescere all’Inter significa imparare il mestiere con il righello: tecnica pulita, geometrie, postura del corpo tra ricezione e scarico. L’esordio con la Sampdoria in Serie A, poi le stagioni in B e C, hanno trasformato quei principi in abitudini. Ora Lumezzane mette in campo un profilo capace di essere faro e grimaldello: faro, perché illumina le linee di passaggio e orienta il possesso; grimaldello, perché spezza il pressing avversario con la giocata verticale, anche semplice, ma al momento giusto. La firma fino al 30 giugno 2027 racconta anche altro: fiducia piena e progettualità. Non un tappabuchi, non un innesto estemporaneo. Un investimento destinato a fare da colonna vertebrale nello spogliatoio rossoblù, dentro e fuori dal campo. Il tipo di giocatore che alza il livello degli allenamenti, che impone standard e tempi con la palla e senza, che in una stagione lunga e piena di incroci complicati ti porta punti con la sua continuità.

COSA PUÒ CAMBIARE PER IL LUMEZZANE
Domanda da spogliatoio: come cambia la mediana rossoblù con Rocca dentro? Cambia la cadenza del possesso, cambiano i riferimenti tra le linee, si alza la soglia di attenzione nella gestione del risultato. Un centrocampista centrale con questo passato ti consente di avere una prima uscita pulita, una coperta che non è mai troppo corta tra protezione della difesa e supporto all’attacco. E nei momenti chiave – corner, punizioni, ribaltamenti – la sua esperienza è un faro che aiuta a non perdere la rotta. Non parliamo del salvatore della patria, ma del tassello che completa il mosaico. Quel giocatore di categoria che, quando le partite s’incancreniscono, trova la giocata che ti libera l’uscita dal pressing o ti fa respirare dieci secondi con il pallone nel posto giusto. Un lusso? No, una necessità, se vuoi mettere il naso nei piani alti e restarci.



DAL PARTENIO ALLA VAL TROMPIA: UN PASSAGGIO DI TESTIMONE
Arrivare dall’Avellino dopo una promozione in Serie B significa portarsi dietro un carico di autostima e di senso del dovere. L’etichetta «rinforzo dalla B» non è un semplice biglietto da visita: è una responsabilità. Rocca la conosce, l’ha masticata in campi caldi e piazze esigenti. A Lumezzane troverà un contesto che chiede gamba, tecnica e leadership silenziosa. Tre ingredienti che, nel suo percorso, non sono mai mancati. E allora la domanda finale è inevitabile: quanto peserà questo acquisto nella stagione rossoblù? La risposta la darà il campo, come sempre. Ma le premesse sono chiare. Quando metti in cabina di regia un giocatore con la sua traiettoria e gli dai tempo e fiducia fino al 2027, non stai semplicemente completando l’organico: stai impostando il ritmo della tua idea di calcio.

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