Ma com’è possibile che a 21 anni, con tre stagioni in Serie A nelle gambe, tu passi l’estate da svincolato? Domanda retorica, certo, ma il pallone spesso rotola in contropiede rispetto alle attese. La traiettoria di Samuele Vignato lo dimostra: chiusa la sua avventura al Monza alla scadenza naturale del contratto, il classe 2004 (primo italiano della sua leva a fare gol in Serie A in Monza-Salernitana dell'8 ottobre 2023) si è ritrovato sul mercato, senza rete di protezione. Niente chiamate decisive dall’Italia, nessun affondo dal nostro campionato. Poi, lo scatto a sorpresa: il Rijeka, campione di Croazia, ha deciso di puntare su di lui. È qui che il dribbling della sua carriera prende una linea diversa, con una ripartenza che profuma di rilancio e di ribalta.
UN’ESTATE DA SVINCOLATO: LA PARABOLA INATTESA Certe storie di
calcio fanno riflettere, altre ti prendono in controtempo. Quella di
Samuele Vignato appartiene a entrambe le categorie. Parliamo di un giocatore di ottimo
talento, appena 21 anni,
3 stagioni già archiviate in
Serie A con 32 presenze all'attivo. Eppure, quando il fischietto ha chiuso la finestra estiva di calciomercato, lui era ancora lì, nella terra di nessuno dei parametri zero. Un paradosso? Forse. O forse l’ennesimo segnale di quanto il mercato sappia essere prudente fino alla timidezza, soprattutto quando si tratta di scommettere in casa propria. Eppure di parla di un giocatore che ha vestito la maglia della Nazionale nelle giovanili dall'
Under 15 all'
Under 19.
LE LISTE DEI LIBERI E QUEL NOME DEPENNATO Dopo la chiusura ufficiale del mercato, il suo nome è subito apparso nelle classiche liste dei giocatori svincolati «da tenere d’occhio». Voci, segnalazioni, appunti a margine: chi non vorrebbe inserirsi su un
talento giovane, con esperienza nella massima serie, senza dover bussare alla cassa di un cartellino? E invece, come spesso capita, il tempo ha giocato da falsonueve: si è smarcato, ha tagliato fuori linea e ha messo la palla altrove. Quel nome è stato presto depennato, non perché l’interesse fosse evaporato, ma perché
Vignato aveva già trovato squadra. Non in
Italia, non nella comfort zone. In
Croazia. Al
Rijeka campione, che ha letto la situazione con anticipo, come un trequartista che vede il corridoio prima degli altri.
PERCHÉ IL MERCATO ITALIANO NON HA AFFONDATO? Qui la lavagna tattica si riempie di ipotesi, non di alibi. Perché nessun club italiano ha deciso di scommettere su
Vignato?
Prudenza di
bilancio? Paura dell’errore? O semplicemente la convinzione che «c’è tempo», che a 21 anni si possa aspettare ancora? È un dubbio che vale più di un check al VAR sui nostri riflessi nel valorizzare il
talento. Perché il profilo c’era – e c’è:
giovane, con esperienza in
Serie A, una base tecnica dichiarata e la voglia di rilanciarsi. A volte, nel nostro
calcio, si preferisce il passaggio laterale al filtrante verticale: menare il gioco senza rischiare la palla in profondità. Il
Rijeka, invece, ha scelto la
verticalizzazione: ha visto spazio, è entrato nello spazio.
RIJEKA, CAMPIONE DI CROAZIA: IL CAMPO GIUSTO PER RIPARTIRE Non è un dettaglio, è una cornice che cambia la tela: il
Rijeka è
campione di
Croazia. Tradotto in gergo spogliatoio: ambiente competitivo, mentalità vincente, ritmo alto. È una piazza che pretende e protegge allo stesso tempo, che ti mette il pallone sui piedi e ti chiede di giocarlo forte. Per un
talento di 21 anni, l’aria giusta per ossigenare le idee. Lì,
Samuele Vignato può trovare minuti, fiducia, responsabilità. Tre parole che alzano il baricentro di qualunque calciatore. Ripartire dalla
Croazia non significa abbassare l’asticella, ma cambiare
campo per trovare linee di passaggio nuove. È un reset costruttivo: meno rumore, più sostanza. E con un’etichetta addosso che pesa e motiva:
campione nazionale.
MORALE DELLA FAVOLA (CALCISTICA): IL TALENTO TROVA STRADA La storia di
Samuele Vignato alla fine ricorda a tutti che la geografia del
talento è liquida. Oggi non ti chiama l’
Italia? Domani suona la
Croazia, e magari la porta si apre in grande. A contare, alla fine, è sempre il
campo: lì non ci sono etichette, solo scelte, tempi, qualità. Il resto è rumore di fondo. Il classe 2004 ha girato la palla sulla fascia e ha cambiato lato: dalla
Serie A al
Rijeka campione di
Croazia, da
svincolato a scommessa dichiarata. Adesso tocca a lui prendersi l’area e attaccare il primo palo. Perché a 21 anni il
futuro non ti aspetta in panchina: ti corre incontro, se hai il
coraggio di andare in profondità.