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Serie A

Segna il gol-vittoria ma ora fino a gennaio starà in tribuna, lo strano caso dell'eroe della promozione

Una beffa incredibile per l'attaccante, scavalcato di colpo nelle gerarchie di squadra dagli ultimi arrivati

CREMONESE SERIE A - MANUEL DE LUCA

CREMONESE SERIE A - Manuel De Luca, attaccante classe 1998, ha giocato nelle prime 2 giornate di campionato segnando anche un gol

Finire ai margini proprio quando si aveva iniziato a spaccare le partite è une beffa clamorosa. La storia di Manuel De Luca alla Cremonese oggi suona come una di quelle parabole calcistiche che ti restano in testa più di un coro in Curva: eri appena stato decisivo col Sassuolo (venerdì 29 agosto), avevi scolpito una storica doppietta di La Spezia, e adesso? Adesso il suo nome non compare nella lista over per la Serie A. Tradotto in gergo da spogliatoio: almeno fino a gennaio, De Luca non verrà mai convocato in campionato. Un rovescio del destino, una palla che beffa il portiere al 90°, proprio quando credevi di averla chiusa.



UN MERCATO TIRATO PER LA GIACCHETTA
Il copione estivo dice che Manuel De Luca è stato uno dei giocatori con la valigia quasi pronta. La Cremonese lo ha visto in bilico per tutta la finestra estiva, fino alle ultime ore di mercato. Sembrava potesse partire, poi la porta è rimasta chiusa. L’attaccante è rimasto in grigiorosso agli ordini di Davide Nicola. Ma è rimasto davvero? Qui sta il paradosso: sì, De Luca fa ancora parte della Cremonese. Ma solo per modo di dire. Perché il suo nome non figura nell’elenco dei giocatori inseriti nella lista over per la Serie A. Il conto, ora, lo paga l’ex attaccante del Perugia, costretto a guardare i compagni «come un semplice tifoso». Una frase che pesa come un cartellino rosso, perché racconta il sentimento più duro per un calciatore: esserci senza poter giocare.

IL SIGNIFICATO DELLA “LISTA OVER”: REGOLAMENTO E REALTÀ
C’è lista e lista. Quella «over» per la Serie A è il recinto che definisce chi può prendere parte alle partite ufficiali del campionato. Se non ci sei, non scendi in campo. Punto. È questione di numeri, di slot, di incastri tecnici e societari. Ma alla fine il tabellone segna il risultato più semplice: almeno fino a gennaio, Manuel De Luca non verrà chiamato per le gare di Serie A. Non è una scelta a metà, non è una rotazione: è una porta chiusa. E quando il calendario corre, 4 mesi fuori sono un’eternità, soprattutto per un attaccante che vive di ritmo, tocchi, micro-sincronie col reparto.



IL PARADOSSO SPORTIVO: DAI LAMPI AL BUIO
Il calcio ama i ribaltoni, ma questo ha il sapore dell’ingiustizia sportiva. De Luca era appena stato decisivo col Sassuolo con un rigore in pieno recupero alla seconda di campionato in Serie A e veniva da una storica doppietta di La Spezia che aveva consentito ai grigiorossi la promozione ai play off di Serie B lo scorso giugno. Due cartoline nitide, due segnali luminosi per chi guarda il gioco con la lente tattica: un attaccante in fiducia, capace di incidere. E invece il sipario cala all’improvviso. Che sensazione dev’essere, per uno che ha sentito la rete gonfiarsi, ritrovarsi d’un tratto ai margini? È come l’attaccante che scappa dietro la linea, prende il tempo al difensore, ma si sente fischiare un offside di pochi centimetri: sei lì, ma non sei lì.

UNA LEZIONE DI CALCIO MODERNO
La vicenda di Manuel De Luca alla Cremonese è una finestra sul calcio moderno: mercato che si allunga fino all’ultimo, incastri di liste, slot «over» contati, equilibri sottili. In mezzo, gli uomini. I loro momenti, i loro gol, le loro storie. Qui il confine è netto: De Luca resta in grigiorosso, ma solo per modo di dire. E quella sfumatura è tutto. La differenza tra sentire l’urlo dello Zini e ascoltarlo da dietro il vetro. Niente dribbling di fantasia: la situazione è chiara. Fino a gennaio. È un tema tecnico, tattico e gestionale. Per l’attaccante è una partita mentale: tenersi in ritmo, curare i dettagli, restare connesso al gruppo. Per la squadra è l’obbligo di trovare alternative e, magari, non disperdere l’energia di un giocatore che, tra Sassuolo e La Spezia, aveva mandato segnali da titolare aggiunto. Un’occasione? Sì, ma al momento resta chiusa in un cassetto con la chiave girata due volte.



LA DOMANDA CHE RESTA NELL’ARIA
Alla fine, la domanda che rimbalza è semplice e crudele come un contropiede: cosa resterà, a gennaio, di quel Manuel De Luca che aveva appena acceso i riflettori della Cremonese in Serie A? La risposta non è nel mercato, non è nei regolamenti, ma nella tenuta di un attaccante che ha già dimostrato di saper essere decisivo. E che ora, suo malgrado, dovrà trasformare l’attesa in carburante. Quando il fischio tornerà a chiamarlo, non potrà permettersi tocchi di troppo: dovrà andare dritto in porta, come sanno fare gli attaccanti che si sono allenati per mesi con la porta soltanto immaginata.

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