Nessuno cederebbe il proprio bomber dopo avergli visto spaccare la partita il giorno prima. A Giugliano la risposta è arrivata secca, senza giri di parole: nessuno. Perché quando un attaccante come Alessio Nepi ti decide la partita con una doppietta nel match contro il Picerno, il mercato può anche bussare, ma la porta resta sprangata. E se dall’altra parte c’è il Crotone, club ambizioso e a caccia di un sostituto di Marco Tumminello — in procinto di trasferirsi al Brescia — la tentazione di sedersi al tavolo potrebbe pure esserci. Ma il club campano ha scelto un’altra strada: identità, continuità, progetto. E un messaggio forte: Nepi non si tocca.
UN MERCATO CHE BUSSA NEL MOMENTO PIÙ CALDO
Secondo voci di radiomercato nelle ultime ore di lunedì 1° settembre il
Crotone avrebbe sondato il terreno per
Alessio Nepi, individuandolo come il profilo giusto per non lasciare scoperto il reparto offensivo dopo l’uscita di
Tumminello, finito al Benevento. Il classico incastro di fine mercato estivo? Sulla carta sì: un affare a tre sponde, un tassello che parte e un altro che arriva. Ma la carta, si sa, sopporta tutto. Il campo, invece, parla chiaro:
Nepi è reduce da un exploit che ha cambiato l’inerzia della partita con il Picerno. E quando un attaccante entra così dentro al cuore tattico e emotivo della squadra, diventa più complicato spostarlo come una pedina qualsiasi.
NEPI, DECISIVO E DESIDERATO
La doppietta contro il
Picerno non è solo un dato statistico: è la fotografia di un attaccante in fiducia, capace di spostare gli equilibri con la lucidità del rapace d’area e la cattiveria agonistica di chi sente la porta. Non sorprende che un club come il
Crotone abbia provato a inserirsi: il fiuto per le occasioni di mercato va coltivato. Ma qui non c’è stata partita. L’assist del momento favorevole, la necessità calabrese dopo
Tumminello, l’attenzione di chi monitora i campionati: tutto vero. Solo che, alla prima pressione,
Giugliano ha messo giù il piede come un difensore vecchia maniera: intervento pulito, palla e uomo. Tentativo spento sul nascere.
LA SCELTA DEL GIUGLIANO: PORTE CHIUSE E SPALLE LARGHE
La società ha scelto di blindare il giocatore, stoppando le voci e garantendo la sua presenza in rosa. Non c’è solo la protezione del patrimonio tecnico: c’è un messaggio identitario. «Nepi è fondamentale per il nostro progetto», è il concetto che filtra, ed è un messaggio che diventa benzina per lo spogliatoio. In un calcio che spesso ragiona «usa e getta», tenere il punto significa dimostrare visione, assumersi responsabilità, ribadire una gerarchia interna. È come dire alla squadra: il faro resta qui, la rotta non cambia.
LO SCACCHIERE TATTICO E IL PESO SPECIFICO DEL NOVE
Nel famoso «scacchiere tattico» che ogni allenatore disegna in settimana, una punta come
Nepi è più della semplice regina o della torre: è il pezzo che ti permette la giocata vincente quando il match si incarta. La doppietta col Picerno lo ha certificato una volta di più. Perché non parliamo solo di gol, ma di ciò che il gol porta con sé: fiducia, sponde utili, attacchi alla profondità che aprono varchi, la sensazione di poter sfondare il muro al primo spiraglio. Togliere un elemento così, oggi, vorrebbe dire riscrivere equilibri, automatismi, distanze tra reparti. E per cosa? Per incassare e poi rincorrere.
Giugliano ha scelto la via opposta: tenere saldo il timone.
PROSPETTIVA: IL VALORE DELLA CONTINUITÀ
Cosa succede quando tieni un attaccante che ti cambia le partite? Aumenti le probabilità che te le cambi ancora. Il calcio non è una scienza esatta, ma ha le sue liturgie: se un giocatore entra in forma e trova confidenza, conviene cavalcare l’onda. Il
Giugliano l’ha capito, e l’ha fatto proprio nel momento in cui il mercato provava a dettare il suo ritmo. Ora la palla torna al campo, il giudice supremo. Con una certezza:
Alessio Nepi resterà la pedina fondamentale nello scacchiere, pronto a cercare ancora la porta, a muovere la squadra, a trasformare i palloni sporchi in oro. Come mai era riuscito in precedenza in altre stagioni.