Coppa Italia Primavera
06 Settembre 2025
AVELLINO-PADOVA COPPA ITALIA PRIMAVERA • Francesco Amiranda e Emiliano Lo Biundo, entrambi a segno nel match
Chi è che dice che nelle coppe contano i dettagli? A Venticano la regola è stata spietata: un Padova pimpante nella prima frazione, poi il crollo nella ripresa. Risultato: Avellino-Padova 3-2 e biancoscudati fuori al secondo turno di Coppa Italia Primavera. Eppure c’erano stati segnali da grande squadra: il lavoro sporco e lucido di Simone Gardin, la perla di Salvatore Lo Biundo, le mani calde di Mattia Melato. Ma quando s’inceppa la linea difensiva, quando la stanchezza annebbia i tempi di uscita e di chiusura, basta un cross tagliato di Mattia Mellino o un’imbucata rubata da Endri Delishi per far franare tutto.
IL COPIONE: PRIMO TEMPO PADOVANO, POI SI SPEGNE LA LUCE
Il Padova di Cincione parte con la barra dritta e un’idea precisa: appoggiarsi su Gardin per far salire il blocco, attaccare la profondità, sfruttare gli strappi di Lo Biundo. Funziona. Al 30’ ci sono due cartoline della partita che poteva essere: prima un passaggio verticale di Michele Previato manda in porta Lo Biundo, ma Giovanni Margiotta lo ipnotizza; poi è lo stesso Gardin a vedere uno spiraglio per il vantaggio, ancora stoppato dal portiere biancoverde. Prima ancora, all’8’, un intervento miracoloso sulla linea di Fabio Cunico su Donato aveva tenuto lo 0-0 intonso, come a dire: oggi c’è partita vera. Il premio alla manovra, però, arriva lo stesso: Lo Biundo si costruisce una rete spettacolare, di forza e qualità, quella che ti alza la cresta e ti fa credere di poterla portare a casa. E non è un caso se l’architetto delle azioni più pulite sia sempre Gardin: sponde intelligenti, duelli corpo a corpo vinti, attacchi in verticale. Il 9 patavino distribuisce due assist e mette la firma invisibile in ogni ripartenza, confermando la forma scintillante dopo la doppietta rifilata all’AlbinoLeffe.
LA SVOLTA: CROSS, MARCATURE SALTATE E LA RIMONTA DEI LUPI
Poi, nella ripresa, cambia l’aria. L’Avellino alza l’asticella, la partita si fa fisica e veloce. Il lato di Carlin diventa il teatro di Pignatelli: il talento irpino accelera, dribbla, sfonda. Ed ecco l’episodio che pesa come un macigno: Mellino ha campo per pennellare, Pignatelli scappa alle spalle e Boro lo guarda senza chiudere. Cross velenoso, marcatura ballerina: è il gol del 2-1 Avellino. Ma già prima, il Padova aveva pagato un’autorete di Cunico, giornata-no certificata da una lunga scia di ritardi: sull’autogol, sul cross del 2-1, e perfino quando si perde D’Auria in un’azione che finisce a scheggiare la traversa. La mazzata finale nasce da un errore in uscita: Nicola Rossini perde un pallone sanguinoso e dal contropiede arriva la zampata di Delishi, quella che chiude il match. Il dettaglio? Sul secondo gol, Melato paga pure il movimento di Donato sul cross di Mellino: una finta, un contro-movimento, e il portiere va fuori giri di un niente. Ma guai a dargli la croce: nel pieno del forcing irpino, Melato toglie due palloni dall’angolo, autentici miracoli su Pignatelli e Sarcinella. Se il punteggio resta in bilico fino allo scadere, metà del merito è suo.