Mattia Aramu nell'ultima stagione ha indossato la maglia del Mantova in Serie B concludendo il campionato con 25 presenze e 2 reti
Qualunque squadra vorrebbe mettersi in tasca un numero 10 che conosce la strada della porta, sa rifinire e ti cambia l’inerzia di una partita con un colpo. Mattia Aramu, trequartista classe ’95 nato a Cirié ed ex giocatore delle giovanili del Torino con esordio in Serie A nella stagione 2016-2017 (gettato nella mischia da Sinisa Mihajlovic), torna al centro del mercato con il fascino di chi ha già assaggiato la massima serie e ha fatto la differenza in Serie B. Oggi è svincolato, domani può diventare l’innesto che sblocca una stagione. La domanda è semplice: chi si prende la responsabilità di dargli le chiavi della trequarti?
IDENTIKIT: UN 10 MODERNO CHE SA CAMBIARE PELLE Trequartista naturale con licenza d’inventare, Mattia Aramu ha interpretato in carriera anche la seconda punta e l’ala destra. Tradotto in gergo da spogliatoio: è un jolly offensivo capace di giocare tra le linee, allargarsi per creare superiorità o attaccare la profondità in coppia con il centravanti. Non è un profilo teorico, ma uno con numeri concreti alle spalle: 306 presenze tra i professionisti e 51 gol segnati. Un bagaglio che racconta confidenza con l’area, tempi d’inserimento e fiuto per la giocata decisiva.
LA GAVETTA, LA SCALATA, IL GIRO D’ITALIA DEL PALLONE Il suo percorso è una cartina geografica delle nostre categorie, vissuta a passo svelto. In A e in B, Aramu ha indossato maglie pesanti e piazze bollenti: nelle stagioni più recenti Genoa e Mantova, prima ancora Bari e soprattutto Venezia, con cui ha scritto pagine corpose del suo rendimento. E poi Robur Siena, Virtus Entella, Pro Vercelli, Torino, Livorno e Trapani. Un filo rosso che collega esperienze diverse, sistemi di gioco cambiati in corsa e la capacità di adattarsi senza perdere il filo della prestazione. E non è tutto: da giovane ha vestito anche l’azzurro dell’Italia Under 21 e dell’Italia Under 20, un timbro che pesa quando si parla di mentalità e formazione.
I NUMERI NON MENTONO: PRODUZIONE E CONTINUITÀ Le cifre aiutano a farsi un’idea precisa. Con il Venezia, in Serie B, ha viaggiato forte: 11 gol in 31 presenze nella stagione 2019-2020 e 9 gol in 34 presenze nel 2020-2021. Dati che certificano una pericolosità costante, stagione dopo stagione. Il suo cartellino statistico include anche la massima serie: presenze in A con Genoa, Torino e Venezia. E c’è una fotografia chiara del suo impatto nella vetrina più luminosa: 7 gol in Serie A nella stagione 2021-2022, mica troppo tempo fa. Per un trequartista, è un bottino che racconta una doppia anima, da rifinitore e da finalizzatore.
DOVE RENDE DI PIÙ: TRA LE LINEE, VICINO ALLA PORTA C’è un filo tattico evidente nelle sue stagioni migliori: quando Aramu gioca dove vede la porta e ha compagni che tagliano, la sua produzione sale. In un 4-2-3-1 può essere il trequartista che rifinisce e si butta dentro; in un 3-5-2 è la seconda punta a piede forte che si stacca tra le linee, dialoga e calcia; in un 4-3-3 può partire da destra per rientrare e cercare l’ultimo passaggio. I 7 gol in A non arrivano per caso: sono il frutto di letture pulite negli ultimi 20 metri. E i 20 gol in due stagioni di B con il Venezia sono un biglietto da visita che parla la lingua del risultato.
LA CHIAMATA GIUSTA FA LA DIFFERENZA Allora, qual è la squadra che deciderà di dare a Mattia Aramu il ruolo da protagonista? Carrarese e Cesena negli ultimi tempi sembrano aver mosso i primi passi, ma la sensazione è che la corsa possa allargarsi: un trequartista svincolato con 306 presenze e 51 gol nel curriculum è un invito a nozze per chi punta a salire di livello. Il mercato è un campo aperto: chi piazza l’imbucata, si porta a casa uno che, là tra le linee, ha già dimostrato di sapere quando accelerare, quando rifinire e quando calciare in porta. La palla adesso passa ai club: per Aramu è il momento di un nuovo capitolo, per chi lo prenderà l’occasione di aggiungere qualità, esperienza e gol senza svenarsi.
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