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Figlio d'arte e giramondo: dopo Spagna e Germania, il futuro difensore della Nazionale va a giocare in Olanda

Il classe 2008 lascia il Bayer Leverkusen e firma per l'AZ Alkmaar: suo papà ha 346 presenze in Serie A

andrea natali

Andrea Natali (foto figc.it)

Domanda semplice, risposta ambiziosa: cosa fa un difensore classe ’08 con il vento in poppa e la voglia di mangiarsi il campo? Prende il coraggio a due mani, saluta temporaneamente il Bayer Leverkusen e imbocca la strada che porta ai Paesi Bassi, destinazione AZ Alkmaar. Andrea Natali, italiano con lo zaino già pieno di timbri calcistici, sceglie l’Eredivisie per il suo step successivo. Perché proprio lì? Perché il campionato olandese è da sempre un lancio lungo e preciso in profondità per chi ha talento e fame: ti mette in campo, ti responsabilizza, ti costringe a giocare “da grande” sin da subito.

IL CONTESTO: DALL’OMBRA DEL LEVERKUSEN AI RIFLETTORI OLANDESI
Non è una fuga, è una mossa da regista: dopo numerose convocazioni con la prima squadra del Bayer Leverkusen, senza però l’agognato debutto ufficiale, Natali sceglie la via che porta a minuti nelle gambe e ritmo partita. Lo sanno in Renania, dove hanno fiuto per i prospetti: lo mandano all’AZ per farsi le ossa, con la consapevolezza di riaccoglierlo più maturo, pronto a lottare per il posto nella Bundesliga. Il piano è chiaro: continuità, fiducia, misure vere. L’Eredivisie ha un credo semplice: se sei bravo, giochi. E se giochi, cresci. È un campionato che ti obbliga a difendere alto, a leggere gli spazi, a costruire dal basso anche quando il pressing avversario ti viene addosso come un’onda. Per un difensore, significa imparare a stare nella linea e a comandarla, fare anticipo con i tempi giusti, abituarsi a transizioni rapide e partite che viaggiano come una freccia. Insomma, zero parcheggio, tanto campo: il palcoscenico perfetto per chi vuole accelerare il percorso, vivere partite vere e incrociare attaccanti che ti mettono alla prova ogni weekend.


PEDIGREE INTERNAZIONALE: QUEL 2024 CHE PESA
C’è una targa lucida nella bacheca mentale di Andrea Natali: l’Europeo vinto nel 2024 insieme alla nazionale di Favo, per giunta “da sotto età”. Non è un dettaglio, è un biglietto da visita. Significa che il ragazzo sa stare nel traffico delle grandi gare, sa reggere la pressione e non si intimidisce quando il gioco si fa serio. Portarsi quell’esperienza in valigia verso i Paesi Bassi vuol dire presentarsi con credenziali solide e quella scintilla che fa dire agli addetti ai lavori: teniamolo d’occhio. Natali poi non è cresciuto nella comfort zone. Italia, poi Spagna, quindi Germania: tre scuole diverse, tre linguaggi calcistici che ti allargano l’orizzonte. È la cosiddetta formazione “cosmopolita”: tattica e disciplina dall’Italia, tecnica e gusto per il possesso dalla Spagna, intensità e organizzazione dalla Germania. Adesso il capitolo olandese, dove la palla scotta e si pretende coraggio in uscita, chiude un cerchio virtuoso. È davvero un corso accelerato per diventare calciatore “europeo”, nel senso più concreto del termine.



L’ITALIA LO ASPETTA: PUNTO FERMO DEL FUTURO?
Domanda provocatoria: quanti difensori italiani, oggi, stanno facendo gavetta ad alta intensità all’estero con questo pedigree? Pochi. Ecco perché l’Italia guarda a Natali come a un possibile perno della nazionale del futuro. Il passaggio in Eredivisie non è solo una parentesi: è un passo necessario per avvicinarsi all’élite, quello che ti forma il carattere e ti tempra le decisioni. Se il percorso resterà lineare, se i minuti diventeranno esperienza e l’esperienza personalità, la maglia azzurra potrebbe smettere di essere un orizzonte e diventare una tappa naturale. All’AZ troverà un ambiente che non ha paura di buttare i ragazzi nella mischia. L’obiettivo è semplice come una palla pulita: spazio e continuità. Tradotto in gergo da spogliatoio: meritarsi la maglia ogni settimana, assorbire i dettagli del mestiere, imparare a convivere con gli errori e a bruciarli in fretta. Dall’altra parte, il Leverkusen osserva da vicino. L’idea è riaccogliere un giocatore tornito, con letture più rapide e un passo più sicuro, pronto a misurarsi con la fisicità e la velocità della Bundesliga. Una staffetta programmata: Olanda per crescere, Germania per confermarsi.

ASPETTATIVE E PROSSIMI PASSI
Cosa ci si aspetta da lui? Niente fuochi d’artificio, tanta sostanza. Un difensore che mette insieme affidabilità, leadership in costruzione e fame di migliorare partita dopo partita. Il contesto è favorevole, il calendario farà il resto: più palla, più responsabilità, più duelli. È la famosa “palestra” che ti rende grande. Se l’Eredivisie è un trampolino, allora il salto è tutto nella rincorsa: lavoro quotidiano, testa libera e una rotta chiara. Perché le carriere non le decidono i proclami; le decide il campo, dove le parole diventano tackle, coperture e uscite pulite palla al piede. Dal Bayer Leverkusen all’AZ, dai campi di Italia, Spagna e Germania al vento dei Paesi Bassi: la traiettoria è netta. Non c’è improvvisazione in questa scelta, c’è un progetto. L’Eredivisie offre il palcoscenico, Natali porta la voglia, il Leverkusen mette la fiducia e l’Italia tiene il cannocchiale puntato. È la combinazione giusta per trasformare un prospetto internazionale in un difensore pronto a reggere i riflettori. E allora la domanda finale è un invito: siamo pronti a vedere un classe ’08 prendersi il suo spazio tra i “grandi”? Se i segnali contano, il momento giusto sembra essere arrivato.

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