A molte squadre in Italia avrebbe fatto comodo un centrale mancino da 1,89 che conosce la Serie A e la Serie B come le proprie tasche, capace di reggere l’urto nei momenti di tempesta e di guidare il reparto con la calma di chi ne ha viste tante. Eppure nessuno pare essersi fatto avanti con gli argomenti giusti e l'interessato si è trasferito all'estero. Gian Marco Ferrari, classe 1992, era una di quelle opportunità che il calciomercato mette sul piatto una volta ogni tanto: non una scommessa, ma una certezza testata su oltre 400 presenze in carriera tra i Professionisti e 20 gol, con tanto di una presenza e 1 rete in Nazionale italiana (esordio il 28 maggio 2021 contro San Marino). Eppure è finito all'United FC negli Emirati Arabi, nella formazione allenata da Andrea Pirlo. Non è il classico nome da copertina, è vero. Ma quante difese si sono sistemate puntellando l’area con gente così, che fa reparto con la testa prima ancora che con il fisico?
ULTIMA VETRINA: SALERNITANA 2024-2025 La stagione 2024-2025 con la
Salernitana in
Serie B è stata una passerella utile per ricordare a tutti il valore del profilo: 34 partite e 3 gol che non sono riusciti però a imprimere il certificato della salvezza sulla formazione campana, retrocessa in Serie C in maniera rocambolesca in un play out molto contestato. Perché sì,
Ferrari non è solo marcature e diagonali, ma sa anche pesare in area avversaria. Tre reti per un centrale sono bottino che sposta: denotano timing, lettura e presenza, quei dettagli che su palla inattiva valgono punti veri.
IL CUORE NEROVERDE: IL RECORDMAN DEL SASSUOLO Il capitolo più corposo della sua carriera è però scritto a
Sassuolo, dove è entrato nella top ten dei giocatori con più presenze nella storia del club. Una fedeltà tecnica oltre che emotiva, fotografata da stagioni piene: 31 presenze con 1 gol nel 2023-2024; 33 con 1 gol nel 2022-2023; 36 con 1 gol nel 2021-2022; 34 nel 2020-2021; 23 nel 2019-2020; 31 con 4 gol nel 2018-2019. Stagioni diverse, contesti differenti, una sola costante:
Ferrari in campo a dare ordine. Non è un caso che proprio in Emilia si sia consolidato come riferimento del ruolo: leggere la profondità, gestire la prima costruzione sul
piede sinistro, stare dentro le linee di una
Serie A sempre più verticale richiede quel mix tra lettura e posizione che cresce soltanto giocando tanto.
PRIMA DEI RIFLETTORI: CROTONE, SAMPDORIA E LA MATURAZIONE DA “BIG” Il passaggio alla
U.C. Sampdoria nel 2017-2018 (30 presenze e 2 gol) aveva alzato ulteriormente l’asticella prima ancora, restituendo un centrale capace di reggere il confronto in contesti di grande esigente
tattica. Prima, però, era stato il
Crotone a forgiare il metallo: 37 presenze e 3 gol nella
Serie A 2016-2017; 41 presenze e 1 gol nella
Serie B 2015-2016; 32 presenze nella
Serie B 2014-2015. Tre stagioni da accumulo di minuti e responsabilità, quelle che insegnano la malizia del mestiere: come leggere i momenti, quando uscire forte, quando accompagnare, quando buttare la palla in tribuna perché la partita lo chiede.
LA SCALATA DALLE CATEGORIE MINORI: UMILTÀ, CHILOMETRI E CRESCITA Per capire davvero chi è
Ferrari però bisogna riavvolgere il nastro fino alle origini.
Gubbio in C1 nel 2013-2014 con 30 partite e 2 gol;
Renate in C2 per due annate (2012-2013 con 15 presenze e 1 gol; 2011-2012 con 15 presenze); prima ancora Fiorenzuola 1922 in
Serie D, 15 apparizioni nel 2010, dopo il passaggio al Crociati Noceto senza presenze. È la classica strada italiana di chi non ha saltato gradini: dalla D alla A, riga dopo riga, imparando ogni giorno qualcosa in più del ruolo. È anche questo che rende appetibile il suo profilo: non è un difensore «accademia e tacco e punta», ma uno che ha costruito il mestiere con la concretezza delle province e la lucidità delle grandi piazze.
L’AZZURRO ADDOSSO: 28 MAGGIO 2021, IL GIORNO DELL’ESORDIO Ferrari non è soltanto club. In
Nazionale italiana conta una presenza e 1 gol, con debutto il 28 maggio 2021 chiamato dal selezionatore
Roberto Mancini. Un timbro che vale sempre qualcosa nella percezione di un gruppo: essere stato chiamato a vestire l’azzurro è un certificato di affidabilità competitiva, una spilla sul petto che racconta il livello raggiunto. E no, non sono dettagli. Serve altro per presentargli la maglia e affidargli le chiavi del reparto difensivo dell'
United FC? In un calcio che corre, avere un difensore che conosce la mappa meglio del navigatore è spesso la differenza tra una stagione in apnea e una con l’ossigeno giusto.