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Serie C

Giocate d'autore e lampi di classe: l'Inter a centrocampo ha un 19enne che fa già la voce grossa

L'elogio del Guardian nel 2023, lo Scudetto vinto la scorsa stagione e la zampata alla prima di campionato: non sono solo indizi

INTER UNDER 23 - LUKA TOPALOVIC

INTER UNDER 23 - Luka Topalovic, centrocampista classe 2006, in campionato 2 presenze e un gol

«I giovani sono il futuro». Quante volte l’abbiamo sentita, questa frase? Dalle note di Heroes di David Bowie ai dialoghi di Dead Poets Society, la musica è la stessa. Ma quando il ritornello esce dalle cuffie e scende in campo, il volume si alza. E allora la domanda è semplice: può davvero un classe 2006 spostare gli equilibri di una grande come l’Inter? Se si chiama Luka Topalovic, la risposta inizia a somigliare a un sì convinto, di quelli scanditi con la palla tra i piedi e lo sguardo da veterano.



DAL DOMZALE A MILANO: IL VIAGGIO DI UN CLASSE 2006
Cresciuto nel Domzale, in Slovenia, Topalovic ha messo il naso tra i grandi a 16 anni: debutto tra i professionisti, gol più giovane della stagione in Prva Liga e subito i fari puntati addosso. Non un fuoco di paglia: nel 2023 il prestigioso The Guardian lo ha inserito fra i 60 migliori talenti nati nel 2006. A quel punto l’Inter ha accelerato come in una ripartenza ben orchestrata: poco più di 800mila euro, firma e biglietto per Milano. Classe e personalità in valigia, idee chiare in testa.

PRIMAVERA DOMINATA E PRIMO ASSAGGIO DI SERIE A
In Primavera ha fatto la voce grossa, non solo per i numeri: 9 gol in 29 partite e una presenza che pesava come un regista con il compasso in mano. L’Inter di Andrea Zanchetta ha alzato il titolo battendo 3-0 nella finalissima-Scudetto la Fiorentina, lui ha messo mattoni e malta nei momenti che contano. Il premio? L’esordio in Serie A contro il Como, ultimi 10 minuti dell’ultima giornata dello scorso campionato, abbastanza per annusare il profumo dell’élite e mettere un segnalibro sul futuro.

INTER U23, LA PALESTRA CHE TEMPRA
Oggi la sua lavagna tattica si aggiorna con l’Inter Under 23 di Stefano Vecchi in Serie C, il secondo step di una scalata pensata con cura. Il progetto è ambizioso: formare in casa, replicando il «modello Juventus Next Gen», e arrivare pronti quando Christian Chivu chiamerà il numero dalla panchina. Qui i contrasti fanno più rumore, i ritmi sono più bassi solo quando finisce il riscaldamento: perfetto per temprare un talento che ha bisogno di tagliare i tempi, non gli angoli.



IDENTIKIT TECNICO: MEZZ’ALA MODERNA CON IL VIZIO DELLA TREQUARTI
Fisico longilineo, tocco delicato, tiro che non chiede permesso. Topalovic nasce mezz’ala, ma ama sconfinare tra le linee come un trequartista che fiuta la giocata prima degli altri. La sua è una vocazione offensiva ragionata: smarcamento intelligente, primo controllo già orientato, ricerca della porta da lontano. È destro, ma soprattutto è pulito nella scelta. E c’è quel 9 sulle spalle, indelebile provocazione estetica: non è un centravanti, ma il gol gli fa l’occhiolino.

IL PARAGONE CHE ACCENDE LA FANTASIA: L’ECO DI ILICIC
In patria qualcuno ha sussurrato il nome di Josip Ilicic. Suggestione? Forse. Ma la parentela stilistica non è un delitto: creatività, eleganza, capacità di cambiare il ritmo dell’azione con una sola pennellata. Ilicic era più avanzato e mancino, Topalovic parte da più dietro e calcia di destro. Conta la matrice: l’idea che un singolo gesto possa spostare il baricentro emotivo di una partita.

LA PUNIZIONE CHE PRESENTA IL BIGLIETTO DA VISITA
Il battesimo tra i pro con l’Inter U23 contro il Novara ha avuto il sapore delle giocate d’autore: una punizione gol e una prestazione che ha fatto voltare la testa a più di un addetto ai lavori. Non serve esagerare per capire: palla che scavalca la barriera e si infila dove il portiere non arriva nemmeno con la scala, postura composta, rincorsa breve, convinzione lunga. Il 25 agosto 2025, un video social rilanciato da «F.C. InterData» ha fatto il resto: «Luka Topalovic with a beautiful goal for InterU23». A volte bastano pochi secondi per descrivere un repertorio.



COSA ASPETTARSI: TRA PANCHINA E PALCOSCENICO
La stagione è lunga, piena di imprevisti come un rimpallo in area al 90’. In uno scenario del genere, un ragazzo formato in casa (o quasi) può diventare utile più in fretta di quanto si pensi. La panchina è un ponte, non un confine: bastano 10 minuti – come contro il Como – per capire che il palcoscenico non spaventa. Se continuerà a far vedere quello che ha già fatto intravedere, l’Inter potrebbe ritrovarsi un interno moderno capace di entrare nelle rotazioni senza strappi, aggiungendo fantasia senza sfilacciare la squadra. I nerazzurri hanno acceso il motore. Il campo, come sempre, farà il resto.

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