Domanda secca: davvero bastano i petrodollari per far vacillare un progetto tecnico in piena corsa? Quando il pallone scotta, contano i nervi saldi e la visione. E a Bologna, sul dossier Santiago Castro, non c’è stato neppure un tremito: approccio formale dell’Al Hilal, sì; disponibilità a trattare, no. Anzi: il cartello all’ingresso di Casteldebole dice «incedibile». Chiaro, tondo, senza fronzoli.
L’ASSALTO SAUDITA E IL MERCOLEDÌ DELLE VOCI Nell’ultima sessione estiva di
calciomercato l’
Al Hilal è stato spesso dato sulle tracce di protagonisti della nostra
Serie A. Il
club della
Saudi Pro League ha fiutato l’occasione, come un centravanti d’area che annusa l’errore del difensore e attacca il primo palo. E l’ultimo nome finito nel mirino è stato proprio quello di
Santiago Castro, il gioiello di casa
Bologna autore finora di
9 reti in
46 partite con i felsinei in massima serie
. La notizia ha preso sempre più vigore nel corso della giornata di mercoledì, alimentata da rimbalzi e indiscrezioni: un
interesse concreto, tradotto in un
approccio formale.
L’OMBRA LUNGA DELL’AL HILAL E IL FASCINO DELLA SAUDI PRO LEAGUE Non è un mistero: la
Saudi Pro League sta cercando di alzare l’asticella, e l’
Al Hilal è tra le locomotive di questa corsa. Il
club ha messo nel mirino diversi profili della nostra
Serie A, a conferma di un piano ambizioso. E, stando a quanto filtra, l’
interesse si sarebbe allargato «evidentemente anche» al suo allenatore
Simone Inzaghi, chiamato in causa nei ragionamenti legati agli obiettivi tecnici. Normale amministrazione in un
mercato che, da tempo, prova a pescare nel campionato italiano per qualità, personalità e competitività.
CASTRO, IL GIOIELLO CHE IL BOLOGNA NON VUOLE PERDERE Quando una società definisce un calciatore «
incedibile», non è solo un’etichetta. È una presa di posizione, una dichiarazione d’intenti. Significa che attorno a quel profilo si costruisce una parte del presente e del futuro. Un po’ come scegliere il regista delle proprie trame offensive o il centrale che guida la linea: una figura che orienta, dà ritmo, porta pesi specifici.
Santiago Castro rientra esattamente in questa categoria per i rossoblù: un asset
tecnico che il
Bologna preferisce tenere stretto, specie se le alternative non sono pronte dietro la linea di centrocampo.
IL SEGNALE AI NAVIGANTI: PROGETTO, NON SALDO DI FINE STAGIONE In momenti come questi, le società mostrano il proprio carattere. Il
Bologna manda un segnale netto a tutta la
Serie A e oltre: qui si difendono le gerarchie tecniche, qui non si svende ciò che è stato costruito con pazienza. L’
approccio dell’
Al Hilal è stato formale, educato, ma il
club italiano ha risposto da squadra che conosce il copione: come quando sei in vantaggio e devi gestire la pressione, senza farti schiacciare. Si chiude lo spazio, si spezzano i ritmi, si respinge l’assalto con ordine.
SERIE A OSSERVATA SPECIALE Che la nostra
Serie A sia terreno di caccia privilegiato per
club come l’
Al Hilal non stupisce. Allenatori e dirigenti guardano con attenzione le trame
tattiche, l’agonismo e il bagaglio
tecnico del campionato italiano. È naturale: chi cerca affidabilità, personalità e struttura trova nella
Serie A un campionario unico. Ma proprio per questo, per chi presidia il territorio come il
Bologna, difendere i propri
gioielli diventa fondamentale. È una
partita a scacchi giocata mossa su mossa, con i
riflettori puntati e il cronometro che corre. E
Santiago Castro rimarrà pertanto agli ordini del tecnico
Vincenzo Italiano.