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Serie C

Sale nei Professionisti e può essere il giocatore giusto al posto giusto: per il portiere ecco il grande passo

Il club nerazzurro accoglie l'estremo difensore classe 2005, reduce da due stagioni in Serie D con presenze

RENATE SERIE C - ALESSANDRO ROSSI

RENATE SERIE C - Alessandro Rossi, portiere classe 2005, nella scorsa stagione 12 presenze con la Vogherese e 2 con l'Oltrepò

Non sta scritto da nessuna parte che i salti di categoria si facciano solo con il clamore delle luci della ribalta. Talvolta basta il rumore dei guantoni che battono tra loro e un annuncio che profuma di programmazione: il Renate in Serie C comunica di aver tesserato il portiere Alessandro Rossi. Classe 2005, con alle spalle 28 presenze in due stagioni di Serie D, maglie già indossate di Tritium (2023-2024), Oltrepò e Vogherese (2024-2025). Lo scorso anno era in D proprio alla Vogherese. Un biglietto da visita essenziale, concreto, senza fronzoli. Proprio come piace a chi vive l’area piccola come un fortino da difendere con i denti.



IL COLPO SILENZIOSO CHE PESA
C’è un filo che unisce i progetti solidi: le fondamenta. E tra i pali, le fondamenta sono i portieri. Alessandro Rossi arriva per «completare il pacchetto degli estremi difensori a disposizione del preparatore dei portieri Maurizio Monguzzi». Parole chiare, sostanza pura. Non è il classico arrivo da copertina, ma il tassello giusto nel mosaico: perché una stagione si costruisce anche con la profondità del ruolo, con la competizione sana in allenamento, con la possibilità di alzare la qualità quotidiana. E un 2005 con minuti veri sulle spalle in Serie D è benzina pronta per il motore del futuro.

PROFILO, NUMERI E TAPPE: 28 PRESENZE CHE PARLANO
Ventotto. Non sono cifre da enciclopedia, ma sono minuti veri, guanti sporcati, uscite alte, rinvii, letture. Rossi ha fatto la gavetta dove il calcio morde: in D, tra Tritium (14 presenze) nel campionato 2023-2024 e poi Oltrepò (2 presenze) e Vogherese (12 presenze) nel campionato 2024-2025. E proprio alla Vogherese ha avuto modo di consolidare quel mix di coraggio e attenzione che per un portiere sono pane quotidiano. Percorso lineare, chiaro: far di necessità virtù, crescere passo dopo passo, imparare ad abitare l’area con la testa prima ancora che con il corpo.



DALLA D AL NERAZZURRO: UN SALTO MENTALE PRIMA CHE TECNICO
Il passaggio dal calcio di provincia, dalle mani ghiacciate delle domeniche di D, al mondo nerazzurro è soprattutto una questione di testa. Ritmi, responsabilità, cura del dettaglio: tutto si moltiplica. Eppure è proprio lì che un portiere si tempra. Rossi porta in dote la concretezza di chi ha già affrontato palle sporche, campi complicati, attaccanti che non mollano un contrasto. L’abito nerazzurro, evocato nel benvenuto del club – «Benvenuto Alessandro, pronti a lavorare insieme in nerazzurro!» – non è solo un colore: è una promessa di lavoro, una disciplina, una cultura da assorbire.

IDENTIKIT TECNICO-AGONISTICO: DOVE SI VINCE LA SUA PARTITA
Qual è la partita di un 2005 tra i pali? Non solo la domenica. È una sfida fatta di routine: piedi educati nelle uscite dal basso, diagonali corte per chiudere il primo palo, letture sui cross tagliati. È un mestiere di sguardi e centimetri. Rossi, forte del suo bagaglio di 28 presenze nella massima serie dilettantistica, porta una base competitiva su cui costruire. E in un contesto dove il dettaglio fa la differenza, il margine di crescita è il vero capitale: un capitale che si valorizza con il lavoro, l’analisi video, l’intensità delle esercitazioni.



NERAZZURRO ADDOSSO, SGUARDO AVANTI
Le storie dei portieri sono romanzi lunghi, fatti di attese e sliding doors. Alessandro Rossi comincia la sua pagina nerazzurra con la sobrietà di un comunicato e l’ambizione che traspare tra le righe: lavorare, imparare, farsi trovare pronto. Sotto lo sguardo tecnico di Maurizio Monguzzi (portiere dall'ottima carriera tra B, C1 e C2 negli anni '90), nel solco di un pacchetto portieri costruito con criterio, il classe 2005 avrà il campo d’allenamento come teatro principale. E quando arriverà il fischio giusto, servirà solo una cosa: trasformare i riflessi in punti, le parate in fiducia, la fiducia in continuità. Perché tra i pali, più che altrove, ogni occasione è una porta che si apre.

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