Domanda da spogliatoio: cosa c’è di più naturale, per un ex centrocampista con leadership innata, che passare dalla regia in campo alla cabina di regia del club? Alberto Gerbo, classe 1989 (compirà 36 anni a novembre), sceglie la strada maestra. Lascia il calcio giocato e assume il ruolo di responsabile dell’area tecnica della Juve Stabia, la squadra che ha difeso, guidato e onorato nelle ultime tre stagioni, indossando la fascia da capitano. Un passaggio di consegne che profuma di continuità, identità e pragmatismo: le «Vespe» si tengono stretto un riferimento che ha già dimostrato di saper stare in mezzo al traffico, leggere le partite e – soprattutto – vincerle. Carriera finita dunque per il giocatore di origini piemontesi, nato a Valenza, e che aveva debuttato in prima squadra ai tempi del LottoGiaveno nel campionato di Serie D 2006-2007 per poi passare all'Inter e da lì iniziare la propria brillante carriera tra i Professionisti.
IL PASSO OLTRE LA LINEA LATERALE Quando un centrocampista fa il salto oltre la linea bianca, il rischio è quello di perdere il ritmo.
Gerbo, invece, sembra già aver calibrato il cronometro interno sulle esigenze del nuovo ruolo. Il suo profilo parla chiaro:
visione,
esperienza, conoscenza dei meccanismi della categoria, con il primo campionato personale di Serie B datato 2009-2010 ai tempi dell'
Ancona. E una naturale propensione alla
responsabilità, maturata proprio a
Castellammare, dove negli ultimi tre anni ha fatto da bussola emotiva e tattica per la
Juve Stabia. Ora la missione cambia ma la mappa resta simile: al posto delle verticalizzazioni, le
scelte strategiche; al posto dei contrasti, gli incastri tra
progetto tecnico e quotidianità di campo. È davvero un altro sport? Chi conosce il centrocampo sa che no: è la stessa partita, solo vista da una prospettiva più ampia.
UN PALMARÈS CHE RACCONTA AFFIDABILITÀ I numeri, quando contano, non mentono.
Alberto Gerbo è due volte
campione di
Serie C: nel 2017 con il
Foggia e nel 2024 proprio con la
Juve Stabia. Due sigilli che non nascono per caso. Sono l’evidenza di una carriera costruita con idee chiare e tempi di gioco corretti. Ma non è finita qui: nel 2013 ha centrato una storica
promozione in
Serie B con il
Latina, passando per i
playoff. Traduzione: quando la
pressione esplode e la palla scotta, Gerbo sa come tenerla bassa, farla girare e portare la squadra alla meta. Nello stesso 2013, con i pontini, ha alzato anche la
Coppa Italia di
Serie C, trofeo che avrebbe poi bissato 3 anni dopo, nel 2016, con la maglia del
Foggia. Titoli che, più delle parole, disegnano il profilo di uno abituato a puntare il risultato con la testa prima ancora che con i piedi.
LE VESPE DEL 2024 E IL SAPORE DOLCE DELLA VITTORIA C’è un fotogramma che resta nella memoria recente:
Juve Stabia campione di
Serie C nel 2024. Un traguardo che ha restituito orgoglio e vibrazioni a
Castellammare, e che porta anche la firma di chi ha guidato il gruppo dall’interno. In campo,
Gerbo è stato il
capitano; da oggi, il suo ruolo diventa quello di architetto silenzioso. Non c’è dicotomia, ma coerenza: chi ha vissuto lo spogliatoio, conosce le frequenze del club, sa cosa serve per incastrare ambizioni e sostenibilità tecnica. È come passare dal pressing alto all’uscita palla pulita: stessa squadra, stesso obiettivo, diverso posizionamento.
RESPONSABILE DELL’AREA TECNICA: IL NUOVO CAMPO DI GIOCO Che cosa significa, nel concreto, essere
responsabile dell’area tecnica? Significa stare nel cuore pulsante del progetto. È la zona mista tra idea e realizzazione, tra necessità del mister e sostenibilità del club, tra presente e futuro. Per un ex centrocampista, è come giocare tra le linee: devi leggere prima degli altri, scegliere il passaggio che apre, proteggere quando serve. Nel caso di
Alberto Gerbo, c’è un plus evidente: conosce le «Vespe» dall’interno, sa cosa chiedono i tifosi, sente l’odore dell’erba di Castellammare e ne interpreta il codice. Nel manuale non scritto del calcio, questo si chiama
vantaggio competitivo.
CLASSE 1989, ESPERIENZA CHE PESA
Ci sono anagrafiche che parlano. Classe 1989 significa essere cresciuti in un calcio che ha cambiato pelle più volte, e aver imparato ad adattarsi. La gavetta, le promozioni, le coppe, i playoff: il percorso di Gerbo è la cartina tornasole di chi ha sposato la sostanza. Oggi, da responsabile dell’area tecnica della Juve Stabia, porta in dote competenze maturate a contatto diretto con gli snodi della vittoria: 2013, 2016, 2017, 2024. Date che non si dimenticano, perché incorniciano i momenti in cui la carriera ha imboccato la corsia di sorpasso. E che si arresta alle soglie delle 400 presenze in prima squadra tra D, Lega Pro e B.