Chi l’avrebbe detto al 2’ di gioco, con la Juventus Next Gen avanti e l’Arezzo con il fiatone? Eppure il calcio, lo sappiamo, è il re dei ribaltoni: allo stadio Moccagatta va in scena una rimonta da manuale, di quelle che ti fanno alzare dalla sedia e chiederti: ma dove hanno trovato benzina e coraggio gli amaranto? Finisce 3-2 per l’Arezzo di Christian Bucchi, con un finale da brividi, un rigore pesantissimo trasformato da Ravasio e la sensazione che questa squadra abbia messo il turbo, calando un poker di successi e volando a quota 12 punti. Primo storico sorriso contro la Juventus Next Gen di Massimo Brambilla: suona come una liberazione, oltre che come un segnale forte mandato al campionato.
IL LAMPO INIZIALE E IL COLPO DEL 2-0: JUVENTUS NG A BRIGLIA SCIOLTA La
Juventus rompe gli indugi dopo appena due minuti: cross di
Rouhi, colpo di testa difettoso dell'ex Torino
Chiosa e
Turicchia che, di sinistro al volo, fulmina la porta. È un gol che spacca subito la partita: l’inizio è shock per l’
Arezzo, che barcolla ma non molla. Al 15’ e poi tre minuti dopo, è
Cianci a suonare la sveglia: prima un colpo di testa alto di un nulla, poi una conclusione velenosa dal limite che
Mangiapoco respinge con mestiere. Sembra il preludio al pari, ma nel momento migliore degli amaranto arriva il raddoppio bianconero:
Turco, classe 2005 e doppia accelerazione nelle gambe, si beve un
Tito in giornata no, entra in area, dribbla anche
Tavernelli e di sinistro trafigge
Venturi. Una rasoiata: 2-0 e strada in salita per l’
Arezzo.
LA MICCIA DI PATTARELLO E IL CRESCENDO AMARANTO La reazione, stavolta, è rabbiosa. Al 35’ ci pensa
Pattarello a riaprire tutto con un siluro dalla distanza che non lascia scampo a
Mangiapoco. È il tipo di gol che cambia l’inerzia e fa girare la testa agli avversari: da lì in poi l’
Arezzo guadagna metri, fiducia, ritmo. Al 41’
Tavernelli sfiora il bersaglio grosso su punizione dal limite: pallone che sibila vicino al palo, Juventus Next Gen che tira il fiato. Intervallo con la sensazione che la gara sia tutt’altro che chiusa.
RIPRESA A ELASTICO, POI IL RIBALTONE: AUTOGOL E RIGORE PESANO COME MACIGNI La ripresa parte più compassata, i ritmi si abbassano, si bada a non scoprirsi. Ma al 14’ torna a ruggire l’
Arezzo: ancora
Tavernelli, destro secco che
Mangiapoco deve respingere alla grande. L’inerzia è amaranto e il pari arriva al 65’: cross di
De Col telecomandato per
Cianci, ma
Pedro Felipe, nel tentativo di anticiparlo, manda di testa nella propria porta. Autogol che rianima definitivamente l’
Arezzo e mette sabbia negli ingranaggi bianconeri. Al 68’
Gilli, su invito di
Tavernelli, sfiora la traversa con un colpo di testa; gli amaranto adesso sono arrembanti, la Juventus è sulle ginocchia e cerca ripartenze estemporanee. E il paradosso? Al primo dei 5 minuti di recupero, proprio la Juventus va vicina al colpo grosso:
Okoro imbuca per
Amaradio che entra in area, ma si incarta tra le maglie difensive amaranto e perde il tempo della stoccata. Gol mangiato, gol subito? Non sempre, ma qui il copione è quello. Poco dopo,
Chierico ci prova dai 20 metri: il tiro viene intercettato in area da una mano di
Turicchia. Per il signor
Maccorin di
Pordenone non ci sono dubbi: è calcio di
rigore. Dal dischetto si presenta
Ravasio, glaciale come un veterano. Palla da una parte, portiere dall’altra, sorpasso servito. L’urlo dell’
Arezzo rimbomba nel
Moccagatta.
EPISODI, CARATTERE E DETTAGLI: DOVE SI È VINTA LA PARTITA La partita si è decisa nei dettagli, ma soprattutto nella testa. L’
Arezzo ha incassato due schiaffi e non ha cambiato spartito: ha continuato a macinare gioco, a cercare la porta, a scoccare frecce dalla distanza con
Pattarello e a spingere sulle corsie con
De Col e
Tavernelli. Il gol del 2-1 è stato la miccia, l’autogol di
Pedro Felipe il grimaldello che ha scardinato le certezze bianconere. Da lì, la Juventusha perso campo e serenità, arrivando a gestire male le transizioni e gli ultimi metri. L’episodio del
rigore, causato dalla mano di
Turicchia su tiro di
Chierico, è la classica sliding door: punisce l’ingenuità e premia la squadra che ci crede fino all’ultimo pallone. E gli allunghi di
Turco? Primo tempo travolgente, duelli vinti in serie contro
Tito e gol d’autore: un tormento costante finché l’
Arezzo non ha corretto il tiro sulle fasce, anche grazie all’ingresso di
Righetti al posto di un
Tito in giornata storta.
IL TABELLINO DELLA PARTITA
JUVENTUS NEXT GEN-AREZZO 2-3
RETI: 2' Turicchia (J), 25' Turco (J), 35' Pattarello (A), 20' st aut. Felipe (J), 50' st rig. Ravasio (A).
JUVENTUS (3-5-2): Mangiapoco, Felipe, Scaglia, Turicchia, Turco, Faticanti, Macca (42' st Cudrig), Rouhi (21' st Puczka), Deme (30' st Amaradio), Anghelè (21' st Okoro), Guerra (21' st Vacca). A disp. Scaglia, Fuscaldo, Ngana, Owusu, Savio, Brugarello, Pagnucco, Martinez. All. Brambilla.
AREZZO (4-3-3): Venturi, Tito (1' st Righetti), Guccione, Eklu (12' st Iaccarino), Pattarello (30' st Varela Djamanca), Gilli, Chiosa (32' st Gigli), Tavernelli, Chierico, De Col, Cianci (30' st Ravasio). A disp. Trombini, Galli, Meli, Arena, Dell'Aquila, Perrotta. All. Bucchi.
ARBITRO: Maccorin di Pordenone.
AMMONITI: Scaglia (J), Turco (J), Chiosa (A), Tavernelli (A), Chierico (A).