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Serie C

Ha 19 anni e dopo 3 partite in prima squadra è già protagonista: ecco un portiere che farà strada tra i Prof

Nell'ultimo match di campionato il numero 1 delizia la platea con due parate davvero difficili che garantiscono il pari

DOLOMITI BELLUNESI SERIE C - LEONARDO CONSIGLIO

DOLOMITI BELLUNESI SERIE C - Leonardo Consiglio, portiere classe 2006, è arrivato in Veneto la scorsa estate in prestito dal Genoa

Risulta abbastanza facile capire cosa resti addosso a un portiere dopo un match pareggiato, due interventi da copertina e quella sensazione che il colpo del ko fosse lì, a un passo. Leonardo Consiglio, numero uno della Dolomiti Bellunesi, lo racconta con la schiettezza di chi vive l’area piccola come una trincea e la domenica come il giorno del giudizio: «Sono state due belle parate, mi sono davvero ‘gasato’». Parole sue, rilasciate al sito ufficiale del club dopo il pari contro l’Alcione Milano maturato nel primo tempo con il botta e risposta Marconi-Zamparo. Un pareggio che non scotta, ma pizzica. Perché il portiere ci mette i guantoni, il carattere e la voce; la squadra costruisce, crea e sfiora il bottino pieno. E alla fine, nel tunnel degli spogliatoi, gomme ancora calde, resta quel «pizzico di rammarico».



LA VOCE DEL PORTIERE: GIOIA, LAVORO E LUCIDITÀ
Consiglio
non si limita alla cartolina: la incornicia. «La prima mi ha dato soddisfazione perché è frutto del lavoro settimanale. Su quel concetto ci siamo soffermati parecchio col preparatore, Manuel Marchiori. E la seconda è nata dalla gioia della prima». C’è tutto qui: la materia prima del portiere moderno. Studio, ripetizioni, cura del dettaglio. Una catena di montaggio che parte dal campo di allenamento e si completa in partita, quando il timing diventa scienza e l’istinto incontra la metodologia. Non è solo riflesso: è memoria muscolare, è lettura della situazione, è fiducia. Quando parli di “concetto” e non di “colpo di fortuna”, stai già giocando un calcio superiore.

IL PARI CHE PUNGE: OCCASIONI, CORAGGIO, CENTIMETRI
Resta, però, quel briciolo di frustrazione che ti rimbomba in testa come un legno colpito al 90’. «Alla fine rimane un pizzico di rammarico perché abbiamo avuto le occasioni per segnare. E per vincere. Ma questo è il calcio» dice Consiglio. Cosa aggiungere? Le partite, certe volte, sono romanzi gialli: indizi, trame, colpevoli sfiorati. Ti costruisci la vittoria, poi una zolla, una diagonale tardiva, un pallone che non si abbassa a sufficienza e la copertina svanisce. Il messaggio, però, è chiaro: la Dolomiti Bellunesi non si accontenta della bella figura. Voleva la vittoria contro l’Alcione Milano. L’ha annusata. La vuole ancora di più.



DETTAGLI E «CATTIVERIA»: LA FRONTIERA DEI TRE PUNTI
«Dobbiamo migliorare ancora ed essere più cattivi su alcuni palloni» sottolinea il portiere classe 2006. E in questa frase c’è il salto che separa il pari dal trionfo. Essere «cattivi» non è una posa estetica: è attaccare la seconda palla come se fosse l’ultima della stagione, è sporcare la giocata avversaria, è coprire l’area piccola con il coltello tra i denti. È quel mezzo tempo d’anticipo che rende letale una ripartenza o che trasforma un cross vagante nel pallone della domenica. La Dolomiti Bellunesi ci sta lavorando: lo dice il campo, lo conferma il suo portiere. E quando i leader usano parole così, lo spogliatoio recepisce.

IL PESO DEL PUNTO: CLASSIFICA? NO, MENTALITÀ
«Il bottino complessivo? Ce lo teniamo stretto, perché in questo campionato pesa ogni singolo punto». Non serve srotolare la classifica per capire il senso del messaggio. Il punto è la benzina che ti porta alla prossima domenica. Ti dà ossigeno, ti tiene attaccato alla carrozza giusta, ti permette di continuare a macinare chilometri senza perdere fiducia. Se poi il punto della squadra di Nicola Zanini è figlio di una prestazione solida, con occasioni prodotte e interventi decisivi del portiere, diventa persino educativo: ti dice che la strada è tracciata, ma che la prossima svolta richiede più decisione dentro l’area, più veleno nell’ultimo passaggio, più fame nell’attaccare il primo palo.



COSA RESTA DEL PARI CON L’ALCIONE MILANO
Resta un portiere «gasato» e convincente, resta una squadra che ha creato e avrebbe potuto colpire, resta un punto che vale perché ogni granello fa mucchio, resta un promemoria chiaro: servono più cattiveria e più precisione su quei palloni che fanno la differenza tra l’applauso e l’abbraccio. E resta, soprattutto, una promessa firmata Leonardo Consiglio: la ricerca della prossima vittoria come priorità assoluta. Perché il girone è «così complicato», sì, ma le partite si vincono anche quando impari a sporcarle al momento giusto, quando la gioia della prima parata prepara la seconda, e quando il rammarico diventa benzina per la domenica che verrà.

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