Il momento di spingere il pallone oltre il confine del settore giovanile e farlo rotolare nel Professionismo prima o poi arriva. A Udine la questione rimbalza come un cross ben tagliato nell’area piccola. Perché l’Udinese, storicamente attenta al vivaio e ai talenti scovati in giro per il mondo, starebbe pensando a una mossa dal peso specifico importante: presentare la domanda di iscrizione per una seconda squadra in Serie C. Un segnale forte, quasi una dichiarazione d’intenti dopo un’annata complicata a livello giovanile, con la massima formazione giovanile retrocessa nel campionato Primavera 2. Una scivolata? Sì. Ma non il fischio finale di un progetto. Anzi: la società friulana, bianconera nell’anima e nel Dna delle idee, vuole rilanciare con un investimento che punta a ridurre il salto tra Primavera e Serie A, il vuoto d’aria che spesso inghiotte i ragazzi al primo contatto con il calcio dei grandi.
PERCHÉ L’UDINESE CI STA PENSANDO: FEDELTÀ AL VIVAIO, IDEE CHIARE
Da anni l’
Udinese fa della crescita dei giovani una corsia preferenziale. È nel suo modo di stare in campo e nel mercato: valorizzare chi esce dal vivaio o chi arriva grazie a una rete di scouting internazionale senza eguali, per costruire giocatori pronti a misurarsi con il grande calcio. L’ultima stagione ha portato un risultato amaro, la retrocessione in Primavera 2, ma la risposta del club non è una retromarcia: al contrario, è una ripartenza palla a terra. La seconda squadra in Serie C, oggi, è letta in Friuli come un ponte solido, un corridoio di gioco che collega allenamento e partita vera, formazione e competitività. E allora, perché non provarci?
IL SOLCO TRACCIATO: JUVENTUS NEL 2018, POI ATALANTA, INTER E MILAN FUTURO Non si parte da zero, e questo aiuta. La
Juventus ha fatto da apripista nel 2018, inaugurando il modello delle seconde squadre nel professionismo italiano. Nel frattempo il gruppo si è allargato, comprendendo oggi anche
Atalanta e
Inter, mentre il Milan ha scelto la via del progetto
Milan Futuro, attualmente ripartito dalla Serie D. Insomma, una rotta c’è già: non è un sentiero da pionieri solitari, ma una strada che piano piano si sta allargando, con club di Serie A interessati a costruire una piattaforma stabile per il salto dei propri giovani. L’ipotesi
Udinese si inserisce qui, con il potenziale di portare una nuova voce e una nuova provincia di calcio in un coro che sta prendendo armonia.
SERIE C COME PALESTRA VERA: RIDURRE IL SALTO TRA PRIMAVERA E SERIE A Che cosa cambia per un ragazzo quando dal campionato
Primavera si ritrova in Serie A? Cambia tutto. Il ritmo, l’intensità, la pressione, persino il peso specifico dei duelli. La Serie C, in questo, è un campo di prova concreto: contrasti veri, punti che bruciano, trasferte che formano, partite sporche da mettere in cassaforte anche senza il fiocco del bel gioco. È la differenza tra allenarsi a tirare da fermo e tentare il tiro al volo col marcatore addosso. Una seconda squadra in C riduce l’effetto elastico, quel «salto nel buio» che spesso punisce i talenti ancora acerbi. Per l’
Udinese significherebbe avere un cuscinetto competitivo, un trampolino regolato alla giusta altezza. E per i calciatori del vivaio bianconero, significherebbe mettere minuti veri nelle gambe con una maglia che porta lo stesso stemma, all’interno di un percorso formativo più lineare.
LA VARIABILE REGOLAMENTARE: UNA SECONDA SQUADRA PER GIRONE, MA IL FUTURO BUSSA Qui arriva il nodo da sciogliere. Oggi il regolamento prevede una sola seconda squadra per girone in Serie C. Fin qui semplice. Ma cosa succede se al via si presentano più club di Serie A con le rispettive Under 23? Semplice, cambia il regolamento. E se, come ipotizzato, il
Milan Futuro dovesse risalire in terza serie in caso di promozione o ripescaggio? A quel punto il sistema sarebbe chiamato a un upgrade regolamentare massiccio, aprendo la porta a incroci inediti: derby «accademici» tra Under 23, sfide di stile e di filosofia, un piccolo laboratorio tattico dentro il professionismo. Non sarebbe un banale ritocco, ma un passaggio chiave per rendere sostenibile l’espansione del modello.
IMPATTO SUL MOVIMENTO: PIÙ OPPORTUNITÀ, MENO ALIBI Una seconda squadra non è un giocattolo, è una struttura: allena la mentalità, dà continuità, responsabilizza. L’eventuale iscrizione dell’
Udinese andrebbe a rafforzare la presenza delle Under 23 nel professionismo italiano e, in filigrana, metterebbe qualche mattone in più nel cantiere del nostro calcio. Per i ragazzi del settore giovanile bianconero significherebbe misurarsi presto con la normalità della pressione, con la lettura delle partite che girano al 75’, con la gestione dei momenti sporchi. Per il movimento, sarebbe un segnale di fiducia nel modello: investire nei talenti di casa, farli crescere dentro una cultura tecnica comune, senza dover attendere il salto al piano nobile per capire se reggono il colpo. Fischio d’inizio a Udine? Dipende dai regolamenti, certo. Ma la sensazione è che la palla sia già stata posizionata sul dischetto, pronta per essere calciata con convinzione.