Ci sono alcuni dettagli che si chiedono a un terzino moderno. Gamba, letture, coraggio nei duelli e lucidità nell’ultimo passaggio. Il Rimini ha scelto di puntare su chi queste doti le ha messe in vetrina tra professionismo e Nazionali giovanili: Gabriele Ferrarini. Classe 2000, nato a La Spezia, cresciuto nel vivaio della Fiorentina fino ad affacciarsi alla prima squadra, il nuovo innesto biancorosso è il tipico esterno che sale e scende come un pendolo, capace di coprire la corsia e di spingerla a tutta quando c’è da mettere metri tra sé e l’avversario. Un’operazione a titolo definitivo che suona come una dichiarazione d’intenti: rinforzare il reparto arretrato con qualità e sostanza.
CHI È FERRARINI: DAL VIVAIO VIOLA ALLA MATURITÀ IN CADETTERIA C’è una geografia calcistica che parla chiaro: La Spezia per nascita, Firenze per formazione.
Ferrarini si è fatto le ossa nel settore giovanile della
Fiorentina, completando l’intero percorso fino al gradino che separa il talento acerbo dal professionista fatto e finito. Il primo assaggio di «vera» battaglia? L’esordio tra i grandi in
Serie C con la Pistoiese, il classico banco di prova dove capisci se hai il passo per il calcio dei grandi.
Gabriele quel passo lo ha trovato presto, tanto da salire di categoria e ritagliarsi spazio e continuità in
Serie B con maglie dal peso specifico importante:
Venezia,
Perugia e
Feralpisalò. Non è un caso: quando in
cadetteria ti cercano in più piazze, significa che convinci per applicazione, affidabilità e letture tattiche. Nell'ultima stagione invece poca fortuna, con nessuna apparizione e ai margini della rosa viola.
PROFILO TECNICO: ESTERNO «BOX TO LINE», DOPPIA FASE NEL DNA«Calciatore moderno, capace di abbinare fase difensiva e proiezione offensiva»: la definizione calza a pennello.
Ferrarini è quel terzino destro che interpreta la fascia come una pista a doppio senso: dietro chiude con tempo e corpo, davanti accompagna, sovrappone, crea superiorità. È il classico motorino che dà ritmo alla catena laterale: primo controllo pulito, testa alta, valutazione della miglior linea di passaggio. Sulle transizioni difensive sa rientrare con tempi da metronomo, sulle offensive attacca lo spazio alle spalle dell’
esterno avversario. In altre parole: un profilo che aiuta a tenere la coperta né troppo corta né troppo lunga, perché quando serve stringe e quando c’è da allungare il campo fa chilometri senza battere ciglio.
COSA GUADAGNA IL RIMINI: PIÙ OPZIONI, PIÙ CORAGGIO SULLE CORSIE Domanda semplice: quanto può spostare l’ingresso di un terzino con
esperienza alle spalle da
Serie B? Tanto, soprattutto se il tuo piano partita vive di ampiezza, cross e attacchi combinati sulle fasce. Con
Ferrarini, il
Rimini guadagna un’uscita pulita sul lato destro, un appoggio affidabile per il regista e una valvola di sfogo quando la pressione avversaria si fa asfissiante. L’innesto di
esperienza e qualità – così recita la nota del club – non è solo un’etichetta: tradotto in campo significa possibilità di alzare il baricentro con più sicurezza, di giocare uomo contro uomo sul lato palla e di osare qualche sovraccarico in più in zona rifinitura sapendo di avere dietro una copertura attenta.
LA VETRINA AZZURRA: DALL’U18 ALL’U20, FINO AL DEBUTTO CON L’U21 Non basta correre: serve anche saperlo fare con disciplina, e la Nazionale giovanile è spesso lo spartiacque.
Ferrarini ha attraversato tutte le selezioni azzurre dall’Under 18 all’Under 20, crescendo in un contesto che chiede precisione tattica e personalità. Il timbro più netto sulla carta d’identità arriva il 3 settembre 2021: esordio con l’
Italia Under 21 nella gara di qualificazione agli
Europei contro il
Lussemburgo. Una data e un avversario che pesano, perché l’U21 è il trampolino dove si respirano la pressione e le aspettative di chi guarda avanti. Averlo fatto significa saper reggere il faro puntato addosso.
PROSPETTIVE: FAME BUONA E MARGINI PER ALZARE L’ASTICELLA Dove può arrivare questo matrimonio tecnico? In un inizio di stagione difficoltoso come quello che sta incontrando il
Rimini la risposta si scrive sul campo, giornata dopo giornata. Di certo il profilo racconta un giocatore pronto a prendersi responsabilità, a spingere quando c’è da affondare e a serrare le file quando si soffre. La sfida, ora, è mettere a terra l’
esperienza per trasformarla in continuità: la corsa c’è, la testa pure, il contesto biancorosso promette di valorizzarne le qualità. Non è forse questo il desiderio di ogni tifoso quando sente la parola «rinforzo»? Vedere la squadra più solida dietro, più cattiva davanti, più consapevole nel mezzo.
Ferrarini è la pedina giusta per far correre la fascia come una corsia d’autostrada e far respirare tutto il sistema.