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In 2 mesi passa dalla Serie D alla Champions League con Conte, per il portiere di 19 anni è un salto mai visto!

L'emergenza nel reparto degli estremi difensori costringe l'allenatore alla novità: in lista entra il classe 2006

MANCHESTER CITY-NAPOLI CHAMPIONS LEAGUE - MATHIAS FERRANTE

MANCHESTER CITY-NAPOLI CHAMPIONS LEAGUE - Mathias Ferrante, portiere classe 2006, nella passata stagione ha giocato in Serie D con la NovaRomentin collezionando 38 presenze tra campionato e play off

Dalla Serie D si può atterrare, quasi senza scalo, ai riflettori dell’Etihad. Non è una favola, è proprio una realtà. Che vede un ragazzo del 2006, con ancora l’odore dell’erba dei campi di provincia addosso, ritrovarsi a cantare l’inno della Champions League a pochi passi dal prato. Non è il copione di un sogno d’agosto: è la storia molto concreta di Mathias Ferrante, che nel momento in cui il Napoli ha avuto più bisogno di guantoni affidabili, ha visto la porta, quella girevole del destino, aprirsi al suo passaggio.



QUANDO L’URGENZA DIVENTA OCCASIONE
L’emergenza portieri ha bussato forte a Castel Volturno. Le noie fisiche di Meret, non ancora al meglio, e lo stop di Nikita Contini hanno costretto Antonio Conte a prendere una decisione dal peso specifico enorme: inserire Mathias Ferrante nella lista Champions League. Opportunità o azzardo? Quando il senso dell’urgenza fa da regista, le gerarchie si assottigliano e lo sguardo cade su chi, anche da lontano, sembra pronto a scattare. Classe 2006, acquistato soltanto qualche settimana fa per la Primavera del Napoli, Ferrante si è ritrovato sul treno giusto al momento giusto. Ma qui non parliamo soltanto di coincidenze: parliamo di carattere, presenza, fame.

DAL 16 LUGLIO ALL’INNO DELL’ETIHAD: LA SCALATA
Appena il 16 luglio scorso il Napoli lo ha preso dalla NovaRomentin per affidargli i pali della Primavera, appena rientrata nel massimo campionato giovanile. Un progetto chiaro: crescere, imparare, farsi le ossa. Poi il copione ha accelerato all’improvviso. L’emozione di varcare un teatro di grandi battaglie, i brividi lungo la schiena per l’inno della Champions League vissuto attaccato al prato dell’Etihad. «Non svegliateci», canterebbe Ivano Fossati: e sì, stavolta a pronunciare quelle parole può essere proprio Mathias Ferrante, con il sorriso di chi sa che il sogno è reale perché segue l’allenamento, il sudore, la parata che ti cambia la vita.



CARATTERE E CENTIMETRI: IL PRIMO BIGLIETTO DA VISITA
Al primo allenamento con i grandi, la fotografia è già un manifesto. Matteo Politano sterza sul mancino con la sua giocata più riconoscibile, apre il compasso e indirizza all’incrocio. Dall’altra parte, un ragazzo oltre i due metri si mette il mantello da Superman e la toglie da sotto l’angolo. Puro istinto? Certo. Ma dentro quella parata c’è molto di più: lettura, tempi, arroganza positiva. Carisma ne abbiamo? La risposta è arrivata senza esitazioni, con la sicurezza di chi non ha paura del palcoscenico e, anzi, ci si muove come in area piccola su un calcio d’angolo: gomiti larghi, voce alta, occhi ovunque.

NUMERI DA GRANDE: 36 GARE E 17 CLEAN SHEET
La stoffa non si misura solo in selfie all’Etihad. Ferrante porta in dote 36 partite in Serie D nell’ultima stagione in un organico che è stato guida da Pablo Gonzalez, popolare attaccante argentino ex Siena e Novara, un dato che, per un classe 2006, fa rumore: 17 clean sheet. Quando serve, sa chiudere la porta a doppia mandata. Tra i pali ha riflessi rapidi, in uscita non ha paura di mettere il corpo dove altri metterebbero il piede sul freno. E se i centimetri aiutano, la testa fa il resto: quella di chi ha già tolto la parola «timidezza» dal vocabolario personale.



CONTE E I GIOVANI: LA PORTA CHE SI APRE A CHI BUSSA FORTE
Attirare su di sé gli occhi di Antonio Conte non è cosa da tutti i giorni. Storicamente, il tecnico lascia pochi spiragli ai giovani, ma quando riconosce qualità, il varco si allarga e non si richiude più. Ne sa qualcosa Lautaro, che con Conte ha scalato gli ultimi gradini verso la consacrazione internazionale. Ne sa qualcosa anche Sebastiano Esposito, arrivato all’esordio in Serie A e Champions League nella stagione 2019-2020. Ferrante non ha ancora esordito tra i grandi—e oggi parlarne sarebbe utopia—ma questo primo weekend nel gruppo, tra pullman, riunioni, inno e tensione da notte europea, vale un semestre di formazione. È esperienza liquida che scivola nel bagaglio e lo riempie. Un sogno? Certo. Ma se il sogno prende forma sul prato dell’Etihad, con la tuta del Napoli addosso e il nome nella lista Champions, allora è anche progetto.

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