Dalla Serie D si può atterrare, quasi senza scalo, ai riflettori dell’Etihad. Non è una favola, è proprio una realtà. Che vede un ragazzo del 2006, con ancora l’odore dell’erba dei campi di provincia addosso, ritrovarsi a cantare l’inno della Champions League a pochi passi dal prato. Non è il copione di un sogno d’agosto: è la storia molto concreta di Mathias Ferrante, che nel momento in cui il Napoli ha avuto più bisogno di guantoni affidabili, ha visto la porta, quella girevole del destino, aprirsi al suo passaggio.
QUANDO L’URGENZA DIVENTA OCCASIONE L’emergenza portieri ha bussato forte a Castel Volturno. Le noie fisiche di
Meret, non ancora al meglio, e lo stop di
Nikita Contini hanno costretto
Antonio Conte a prendere una decisione dal peso specifico enorme: inserire
Mathias Ferrante nella lista
Champions League. Opportunità o azzardo? Quando il senso dell’urgenza fa da regista, le gerarchie si assottigliano e lo sguardo cade su chi, anche da lontano, sembra pronto a scattare. Classe 2006, acquistato soltanto qualche settimana fa per la
Primavera del
Napoli,
Ferrante si è ritrovato sul treno giusto al momento giusto. Ma qui non parliamo soltanto di coincidenze: parliamo di carattere, presenza, fame.
DAL 16 LUGLIO ALL’INNO DELL’ETIHAD: LA SCALATA Appena il 16 luglio scorso il
Napoli lo ha preso dalla
NovaRomentin per affidargli i pali della
Primavera, appena rientrata nel massimo campionato giovanile. Un
progetto chiaro: crescere, imparare, farsi le ossa. Poi il copione ha accelerato all’improvviso. L’emozione di varcare un teatro di grandi battaglie, i brividi lungo la schiena per l’inno della
Champions League vissuto attaccato al prato dell’
Etihad. «Non svegliateci», canterebbe Ivano Fossati: e sì, stavolta a pronunciare quelle parole può essere proprio
Mathias Ferrante, con il sorriso di chi sa che il
sogno è reale perché segue l’allenamento, il sudore, la parata che ti cambia la vita.
CARATTERE E CENTIMETRI: IL PRIMO BIGLIETTO DA VISITA Al primo allenamento con i grandi, la fotografia è già un manifesto.
Matteo Politano sterza sul mancino con la sua giocata più riconoscibile, apre il compasso e indirizza all’incrocio. Dall’altra parte, un ragazzo oltre i due metri si mette il mantello da Superman e la toglie da sotto l’angolo. Puro istinto? Certo. Ma dentro quella parata c’è molto di più: lettura, tempi, arroganza positiva. Carisma ne abbiamo? La risposta è arrivata senza esitazioni, con la sicurezza di chi non ha paura del palcoscenico e, anzi, ci si muove come in area piccola su un calcio d’angolo: gomiti larghi, voce alta, occhi ovunque.
NUMERI DA GRANDE: 36 GARE E 17 CLEAN SHEET La stoffa non si misura solo in selfie all’
Etihad.
Ferrante porta in dote 36 partite in
Serie D nell’ultima stagione in un organico che è stato guida da Pablo Gonzalez, popolare attaccante argentino ex Siena e Novara, un dato che, per un classe 2006, fa rumore:
17 clean sheet. Quando serve, sa chiudere la porta a doppia mandata. Tra i pali ha riflessi rapidi, in uscita non ha paura di mettere il corpo dove altri metterebbero il piede sul freno. E se i centimetri aiutano, la testa fa il resto: quella di chi ha già tolto la parola «timidezza» dal vocabolario personale.
CONTE E I GIOVANI: LA PORTA CHE SI APRE A CHI BUSSA FORTE Attirare su di sé gli occhi di
Antonio Conte non è cosa da tutti i giorni. Storicamente, il tecnico lascia pochi spiragli ai
giovani, ma quando riconosce qualità, il varco si allarga e non si richiude più. Ne sa qualcosa
Lautaro, che con
Conte ha scalato gli ultimi gradini verso la consacrazione internazionale. Ne sa qualcosa anche
Sebastiano Esposito, arrivato all’esordio in
Serie A e
Champions League nella stagione 2019-2020. Ferrante non ha ancora esordito tra i grandi—e oggi parlarne sarebbe utopia—ma questo primo weekend nel gruppo, tra pullman, riunioni, inno e tensione da notte europea, vale un semestre di formazione. È
esperienza liquida che scivola nel bagaglio e lo riempie. Un
sogno? Certo. Ma se il
sogno prende forma sul prato dell’
Etihad, con la tuta del
Napoli addosso e il nome nella lista Champions, allora è anche
progetto.