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Debutta in Champions League e fa gol al primo colpo, il 21enne figlio d'arte è un vero portento

La crescita in Italia e il trasferimento in Germania, storia di un talento che ha iniziato ad incantare in Belgio

CLUB BRUGGE-MONACO CHAMPIONS LEAGUE - NICOLÒ TRESOLDI

CLUB BRUGGE-MONACO CHAMPIONS LEAGUE - Nicolò Tresoldi, attaccante classe 2004, ha realizzato il 1° gol del club belga nel 4-1 finale della partita giocata giovedì 18

Quando metti via la racchetta e abbracci il pallone non è detto che arrivino subito le grandi soddisfazioni. Nicolò Tresoldi lo sa bene: da piccolo giocava a tennis e magari sognava di diventare il nuovo Federer; oggi quelle «palle» sono più grandi e finiscono dritte in una porta da calcio. La sua è una storia che profuma di sudore e valigie, di radici italiane e orizzonti tedeschi, di un talento che ha trovato casa al Club Brugge e ha bussato con forza alla porta della Champions League. Esordio internazionale col botto (dopo aver giocato prima i preliminari), contro il Monaco, con un gol che è stato più di un segnale nel 4-1 finale per i belgi: è la targa di un attaccante moderno che non ha paura di prendersi la scena.



DALLA RACCHETTA AL PALLONE: ORIGINI TRA CAGLIARI E GUBBIO
Nato a Cagliari nel 2004, Tresoldi è cresciuto calcisticamente a Gubbio fino all’adolescenza. Poi, nel 2017, la vita lo ha portato a nord: la famiglia si trasferisce ad Hannover per motivi lavorativi e Nicolò, tra scuola e primi tocchi in terra tedesca, entra nel mirino degli scout dell’Hannover 96. Il club non ci pensa due volte e lo inserisce nel vivaio. Il salto tra i grandi è precoce e segna già la mentalità del bomber: 15 luglio 2022, debutto in 2. Bundesliga a soli 17 anni. Nel frattempo accumula esperienza e gol: 80 presenze e 14 reti con i tedeschi. Numeri concreti, da attaccante che impara in fretta a sporcarsi la maglia e a capitalizzare ogni metro d’area.

BRUGGE, IL SALTO CHE PESA: 6 MILIONI E UN ESORDIO DA COPERTINA
Quando un club fa un investimento, c’è sempre un perché. Nell’estate 2025 il Brugge mette sul tavolo 6 milioni di euro per assicurarsi Tresoldi. Non una scommessa azzardata, ma un investimento su un centravanti che unisce fame, timing e lucidità sotto porta. E la Champions League diventa subito un palcoscenico naturale: all’esordio contro il Monaco, Tresoldi segna e mette la sua firma in bella vista. Com’è arrivata quella rete? Inserimento secco, controllo di precisione, tocco letale. Tutto in pochi secondi, come un passante incrociato piazzato sulla riga laterale del campo da tennis. L’istinto del finalizzatore, la calma del giocatore che sa leggere la giocata un attimo prima degli altri.



IL NOVE MODERNO CON L’ODORE DELL’AREA
Fisicità, intelligenza tattica e fiuto del gol: la sintesi perfetta del centravanti del presente che non dimentica il passato. Tresoldi è un numero 9 che ama la profondità, dialoga col contesto, attacca il primo palo e sente l’area come i bomber di vecchia scuola. Sa sporcare i guantoni ai portieri e sporcare i taccuini degli analisti con movimenti tra le linee. E non è un caso che il suo idolo sia Pippo Inzaghi: quale scuola migliore per sviluppare malizia, tempi d’attacco e fame di rete? Anche la fede calcistica dice molto: è tifoso sfegatato del Milan. Un dettaglio romantico che parla al cuore, e magari stuzzica pure qualche sogno in via Allegri a Coverciano. Perché sì, certe passioni possono pesare quando arriva il momento di scegliere una maglia.

GERMANIA AVANTI TUTTA, MA L’ITALIA OSSERVA
La Germania, intanto, se lo gode. Tresoldi veste da anni le maglie delle selezioni giovanili tedesche: con l’Under 21 ha già disputato 18 partite, realizzando 9 reti. Dentro quei numeri c’è anche una serata da incorniciare: tripletta contro la Lettonia nelle qualificazioni agli Europei di categoria. La DFB è stata rapida e lungimirante: si è mossa in anticipo e ha blindato il talento italo-tedesco con la doppia cittadinanza, bruciando la concorrenza della FIGC. Tanto che il padre, Emanuele, ex difensore dell'Atalanta in Serie A negli anni '90, a La Gazzetta dello Sport tempo fa ha messo i puntini sulle i con una frase che pesa come un rigore al 90’: «Non c’è mai stato un contatto». Parole che suonano come una fotografia: da una parte programmazione, dall’altra un treno forse guardato passare.



LE REGOLE DEL GIOCO: TRA NORMATIVE E SENTIMENTI
Eppure la partita non è finita. Le nuove normative FIFA lasciano uno spiraglio all’Italia: Tresoldi potrebbe ancora scegliere l’azzurro in futuro, a patto di non disputare gare ufficiali con la nazionale maggiore tedesca. Quanto può contare un cuore milanista in una decisione simile? Quanta influenza avrà il percorso in Belgio, la fiducia del Brugge, la vetrina Champions? Domande legittime per un percorso che si scrive giorno dopo giorno. La storia di Tresoldi è anche la storia di un ragazzo che ha imparato a tenere insieme mondi diversi: le strade di Gubbio e le strutture di Hannover, l’odore della 2. Bundesliga e il profumo elettrico della Champions, la disciplina del tennis e la fantasia del calcio. Di partita in partita, di rete in rete, ha mischiato caratteristiche da attaccante totale.

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