Cerca

Serie C

È il futuro della Juventus ed è pronto a strabiliare al Mondiale Under 20, l'attaccante ha il passo per strappare

Dalla sfida di mercato con l’Inter alla grande vetrina in arrivo in Cile: il classe 2005 accende la formazione bianconera

JUVENTUS NEXT GEN SERIE C - ALVIN OBINNA OKORO

JUVENTUS NEXT GEN SERIE C - Alvin Obinna Okoro, attaccante classe 2005, in questo inizio di stagione in bianconero 4 presenze tra campionato e Coppa

Non sta scritto da nessuna parte che il destino si annunci con fanfare. A volte basta un’occasione all’angolo, un binario giusto e il coraggio di salirci. Per Alvin Obinna Okoro, classe 2005, quel treno è passato quest’estate e portava dritto a Torino. Proprio come in un film di Martin Scorsese: niente proclami, solo una scelta netta. E la Juventus l’ha fatta sua, dopo una serrata sfida di mercato con l’Inter che ha scaldato le retrovie del calcio giovanile italiano.



IL TRENO PER TORINO
Dopo un’annata da applausi alla Vis Pesaro in Serie C — 36 presenze, 6 gol e 4 assist tra campionato e play off — Okoro è rientrato al Venezia, che lo aveva inserito nel ritiro pre-campionato per la Serie B. Ma quando fiuti il talento, le big non restano alla finestra: l’Inter è arrivata vicinissima al colpo, poi lo sprint decisivo l’ha piazzato la Juventus. Scelta chiara: prenderlo ora, inserirlo nella Juventus Next Gen e lavorarci su, perché certe gambe e certi tempi di gioco non si allenano, si perfezionano. Domanda semplice: dove ti punisce Okoro? Negli spazi. Appena la linea difensiva fa un mezzo passo di troppo, lui te lo mangia. Se l’avversario resta basso, attacca palla addosso, va in uno contro uno e crea superiorità dove gli altri vedono muri. 

ALLA CORTE DI BRAMBILLA
A Vinovo lo attendeva Massimo Brambilla, uno che il vocabolario dei giovani lo conosce a menadito. Inserimento graduale, senza strappi ma con idee precise: titolare nella prima sfida interna di campionato contro il Livorno e poi subentrato nelle altre gare, Okoro si è messo il bianconero addosso cominciando a masticare i «ritmi e meccanismi» della seconda squadra. Movimenti coordinati, pressioni alte, tempi di smarcamento: il vademecum della Next Gen scorre veloce, e lui prende appunti con lo sguardo di chi non vuole perdere un metro.



IL RICHIAMO AZZURRO
La chiamata che però gli scompagina l’agenda arriva da Carmine Nunziata: convocazione per il Mondiale Under 20 in Cile, in programma dal 27 settembre al 19 ottobre. Una vetrina globale che terrà Okoro lontano dalla Juventus per circa un mese, sì, ma che profuma di occasione da cento all’ora. L’account ufficiale della Nazionale Italiana, «Nazionale Italiana ⭐️⭐️⭐️⭐️ (@Azzurri)», il 18 settembre 2025 ha rilanciato la lista dei convocati: c’è anche il suo nome. La Juventus non fa barricate, anzi: spazio al talento, senza freni. Perché certi passaggi a livello si attraversano col piede già sull’acceleratore.

PROFILO TECNICO: UN NOVE… E MEZZO
Okoro è l’identikit dell’attaccante moderno: duttile, rapido, tecnico. Nato come punta centrale, sa spostarsi largo in un tridente, apre il campo in conduzione e punta l’uomo con personalità. Gli piace attaccare la profondità e dialogare con i compagni: non è un solista, è un «uno-due» continuo con il gioco. Tatticamente è ancora in lavorazione — normale per un 2005 — ma il margine è ampio e le avvisaglie sono chiare: ha il passo per strappare, la testa per leggere e la pulizia per rifinire. Per caratteristiche fisiche e stile ricorda Lookman, ma con una tendenza a fare anche il punto di riferimento centrale e un fisico più verticale. Una combinazione interessante: riferimento spalle alla porta quando serve, ma pronto a scappare dietro la linea come un esterno puro.



LA JUVE E L’ARTE DI ANTICIPARE IL FUTURO
La Juventus degli ultimi anni ha imboccato una direttrice chiara: puntare su profili internazionali e di prospettiva, scommettere prima degli altri e accompagnare la crescita senza fretta. L’operazione Okoro si incastra alla perfezione in questa logica. A Torino vedono un talento «grezzo» nel senso migliore del termine: materia prima di qualità, da modellare con pazienza e metodo. Perché la Next Gen non è una vetrina, è un laboratorio: si prova, si corregge, si rifinisce. E quando l’alchimia riesce, il salto diventa naturale. Il resto lo farà il lavoro quotidiano: scelte negli ultimi 16 metri, tempi di attacco del primo palo, letture sul lato debole. E il palcoscenico cileno, nel frattempo, è perfetto per capire quanto velocemente questo attaccante possa scalare la gerarchia. 

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Sprint e Sport

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter