CASARANO SERIE C - Salvatore Cerbone, attaccante classe 2007, il club pugliese lo ha prelevato in estate dall'Ascoli
Cosa c’è di più elettrizzante, nel calcio, di un debutto a 17 anni che profuma di futuro? Soprattutto quando quel battesimo del fuoco arriva in un momento in cui una squadra corre, vince e guarda avanti con la bava alla bocca. È la storia di Salvatore Cerbone, classe 2007, entrato in campo con la maglia del Casarano nel weekend appena trascorso a 4 minuti dalla fine nella partita vinta in casa del Picerno e subito diventato un nome da sottolineare con l’evidenziatore tra i protagonisti emergenti della Serie C. Un primo gettone da professionista che non è solo una statistica: è un biglietto da visita, un corridoio aperto verso un percorso che promette scintille.
UNESORDIOCHE PESA COME UN GOL Terminologia secca: esordio. Ma sul prato conta tutto il contesto, e nel caso di Salvatore Cerbone il contesto parla chiaro. Il Casarano sta vivendo un momento positivo, reduce da 2 vittorie consecutive dopo aver raccolto «soltanto» un pareggio tra Atalanta Under 23 e Trapani nelle prime 2 giornate. Dentro questa striscia di risultati c’è l’ingresso in campo del 17enne, un segnale robusto quanto un contrasto vinto a metà campo: fiducia totale da parte del club, coraggio nel mettere la faccia dei giovani al centro, voglia di costruire oggi quello che domani dovrà essere patrimonio tecnico e identitario. L’esordio coincide con la sfida vinta contro il Picerno: quale miglior trampolino per presentarsi al calcio dei grandi se non una vittoria che ti lascia addosso il profumo dei 3 punti?
IL PROGETTO DELCASARANO:FUTUROIN PRIMO PIANO Arrivato in estate dall’Ascoli, Cerbone non è stato trattato dal tecnico Vito Di Bari come un comprimario da tenere al coperto finché il temporale non passa. Il Casarano lo ha preso, lo ha messo al centro di un progetto tecnico che guarda al futuro e lo ha fatto sentire parte del gruppo. Come? Con i fatti. Perché in Serie C, dove il ritmo è serrato, i duelli sono veri e il campo «morde», buttare dentro un classe 2007 non è una carezza, è una dichiarazione di intenti. Significa credere nelle sue qualità e al tempo stesso crederci come squadra: la crescita dei singoli, soprattutto dei più giovani, è benzina verde per tutto il motore.
DALL’ASCOLIAL SALENTO: LA VIA STRETTA DELTALENTO Il salto da un settore giovanile strutturato come quello dell’Ascoli a una piazza ambiziosa come Casarano racconta la traiettoria di chi non ha paura di passare per la via stretta. Un passaggio in estate, tempi rapidi per adattarsi, e poi l’esordio. Non servono effetti speciali per capire che qui c’è sostanza: un ragazzo di 17 anni che la prende sul serio, un club che gli apre la porta, un allenatore che lo lancia, una squadra che lo accoglie. È la geometria perfetta perché il talento si senta responsabilizzato, non schiacciato. E la Serie C, lo sanno anche i sassi, è il campionato ideale per imparare a usare bene il corpo, a sentire la partita con la testa, a gestire il pallone quando scotta.
MOMENTOCASARANO: SPINTA DIRISULTATIESCELTE CORAGGIOSE Due vittorie consecutive, dopo quel «soltanto» pareggio tra Atalanta Under 23 e Trapani, non sono solo una riga di classifica: sono il contesto mentale in cui inserire un debutto che profuma di svolta. Vincere significa abbassare la pressione e alzare la qualità delle scelte. E allora quel cambio, quell’ingresso in campo durante il match vinto col Picerno, pesa il doppio: non è solo un premio, è parte di un disegno. La fiducia, in queste categorie, non si dichiara a parole: si misura nei minuti, nei palloni toccati, nella possibilità di sbagliare e di ritentare. Esattamente il terreno fertile dove un classe 2007 può mettere radici e crescere.
IL MESSAGGIO ALLASERIE C: I 2007 SONO PRONTI Nel grande mosaico della Serie C, l’esordio di Salvatore Cerbone con il Casarano è una tessera che cambia il disegno. Dice che il campionato è vivo, che i club sanno rischiare sui giovani, che il futuro non è una parola da conferenza stampa ma una linea guida. E quando un ragazzo mette il piede in campo a 17 anni, tutto il movimento prende nota. Non è solo «un minuto per l’almanacco»: è un invito a guardare oltre l’oggi, a investire energie dove la resa può essere altissima, già nel breve. Perché l’entusiasmo dei ragazzi, se ben incanalato, è come una ripartenza fatta a memoria: tre tocchi e sei in porta. Cerbone, a 17 anni, ha messo la prima bandierina della sua carriera. E quando la pianti in un giorno di vittoria, contro un avversario tosto come il Picerno, la memoria del momento resta incisa: un «eccoci» al calcio che conta, pronunciato a voce alta.
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