Una partita può davvero avere tante vite. Al Benelli, tra Ravenna e Perugia, ne abbiamo viste almeno due, forse tre. Prima l’onda biancorossa che travolge, poi la scintilla giallorossa che riaccende la contesa, infine l’assalto che ribalta tutto. Finisce 3-2 per i padroni di casa, dopo uno 0-2 che sembrava aver scritto il copione in anticipo. E invece no: nel calcio, quando tocchi i tasti giusti come Marco Marchionni all’intervallo, la musica cambia di colpo. Con tanta amarezza per gli umbri di Vincenzo Cangelosi, che non riescono ancora ad ingranare in questo avvio di campionato. Il risultato dell'incontro, unito al ko dell'Arezzo contro il Guidonia Montecelio, è che i giallorossi ora sono primi con 12 punti proprio appaiati ai toscani.
L’AVVIO È DEL PERUGIA: VERTICALITÀ E QUALITÀ, 0-2 SENZA FRONZOLI Il
Perugia parte in fiducia, corto, compatto, con idee chiare. L’approccio del
Ravenna? Molle, poco aggressivo, come una squadra che lascia l’iniziativa e prova a galleggiare. Errore capitale contro una formazione di
Cangelosi che nel primo tempo è quasi impeccabile. Lo si vede dalla postura di squadra e dai singoli che viaggiano a braccetto con la prestazione collettiva: c’è sostanza, c’è ritmo, ci sono le famose verticalizzazioni che tagliano il campo come bisturi. Dentro questo spartito c’è la regia illuminata di
Megelaitis, utilizzato dietro ma pensante come un centrocampista puro. Eleganza, visione, passaggio pulito. Dai suoi piedi nasce un lancio prezioso, la miccia che
Matos accende trasformandolo in oro: assist del numero 10 e zampata di
Kanoute per lo 0-1. Il
Perugia insiste, non si accontenta e raddoppia con
Matos, in versione jolly totale: prima serve, poi segna. Biancorossi cinici,
Ravenna in apnea.
LA STAFFILATA CHE CAMBIA L’ARIA: SPINI RIAPRE TUTTO Quando il primo tempo sembra scritto, ecco il colpo che rimescola il mazzo.
Spini – combattivo fin dal primo minuto, anima e polmoni della rimonta – pesca dal cilindro una staffilata dalla distanza che spacca il match. Quella rete, poco prima del duplice fischio, non è solo un 1-2: è il segnale, il grimaldello psicologico che fa rientrare i giallorossi in partita e nello spogliatoio con la testa diversa. Si riaccende la speranza, si raddrizza la postura, si annusa la possibilità di far girare l’inerzia.
MARCHIONNI TOCCA I TASTI GIUSTI: RIPRESA GIALLOROSSA, RIBALTONE SERVITO Lo ha detto il campo: all’intervallo
Marchionni tocca i tasti giusti.
Ravenna più corto, più aggressivo, più convinto. Il baricentro si alza, i duelli si vincono, la palla corre. E in questa nuova versione c’è un protagonista che si guadagna la copertina:
Giulio Donati. Primo gol in Serie C e che gol: una conclusione «alla Del Piero» da poco dentro l’area, traiettoria che bacia l’orgoglio e rimette il punteggio in equilibrio. Ma
Donati non è solo la firma in calce al 2-2: è sostanza, verticalizzazioni illuminanti, lucidità. Emblematica la palla servita a
Zagre dalla quale nasce l’azione della rete definitiva: il primo tentativo viene respinto, ma
Tenkorang (arrivato alla quota stellare di 6 gol a campionato) è lì, puntuale, cattivo, a mettere dentro il tap-in del 3-2. Rovesciamento di fronte compiuto, stadio in ebollizione.
LONARDI FARO, SPINI ANIMA, DONATI COPERTINA: IL RAVENNA SA COME RISALIRE Se cerchi la bussola della manovra giallorossa, la trovi nei piedi e nella testa di
Lonardi. Guida il centrocampo con personalità, recupera palloni, detta i tempi anche quando la barca beccheggia nel primo tempo. È il faro che non si spegne mai.
Spini, lo abbiamo detto, è il simbolo della riscossa: segna, si getta su ogni palla vagante, non molla un centimetro fino al triplice fischio. E poi
Donati, che al debutto realizzativo in categoria mette dentro una pennellata da calciatore di razza e impreziosisce tutto con giocate verticali da regista aggiunto. Applausi.
PERUGIA: QUALITÀ INIZIALE, CALO NELLA RIPRESA. MATOS E MEGELAITIS TRA I MIGLIORI Difficile bocciare qualcuno nel
Perugia per quel che si è visto nel primo tempo: squadra di
Cangelosi compatta, organizzata, feroce nel punire le crepe avversarie. Nella ripresa cala la corrente, è vero, e i due gol subiti aprono uno spunto di riflessione. Ma il giudizio sui singoli merita equilibrio.
Megelaitis incanta per postura e visione: gioca dietro come chi comanda la linea, ma pensa avanti come chi illumina. Le prime verticalizzazioni nascono dai suoi piedi, incluso quel lancio che innesca l’azione del vantaggio.
Matos, numero 10, imprendibile a tratti: un gol, un assist, presenza costante tra le linee. Due top in maglia biancorossa, senza discussioni.
IL TABELLINO DELLA PARTITA
RAVENNA-PERUGIA 3-2
RETI: 6' Kanoute (P), 41' Matos (P), 44' Spini (R), 15' st Donati (R), 17' st Tenkorang (R).
RAVENNA (3-5-2): Anacoura, Da Pozzo, Esposito (34' st Bianconi), Solini, Donati, Tenkorang, Lonardi, Di Marco (30' Zagre), Rrapaj (34' st Rossetti), Spini (44' st Okaka), Motti (34' st Scaringi). A disp. Stagni, Borra, Falbo, Mandorlini, Luciani, Calandrini, Ilari, Sermenghi, Zakaria, Menegazzo. All. Marchionni.
PERUGIA (4-3-3): Gemello, Calapai, Megelaitis, Dell'Orco, Giraudo, Giunti, Gomez (29' st Broh), Tumbarello, Matos, Ogunseye (8' st Montevago), Kanoute (8' st Bacchin). A disp. Moro, Yabre, Angella, Terrnava, Nwanege, Torrasi. All. Cangelosi.
ARBITRO: Angelillo di Nola.
AMMONITI: Esposito (R), Solini (R), Motti (R), Rossetti (R), Megelaitis (P), Matos (P).