IL PUNGIGLIONE • Lele Adani (foto Facebook: La Domenica Sportiva)
Se si istituisse una Laurea in “Faccia tosta“, la cattedra universitaria verrebbe sicuramente assegnata al tuttologo calcistico Lele Adani, senza bisogno di nessun concorso.
La carriera calcistica di Lele Adani è più che buona: Modena, Lazio, Brescia, Fiorentina, dove dal 1999 al 2002 come difensore realizza 4 gol, vince una Coppa Italia e in quegli anni viene anche convocato per 14 volte nella Nazionale Italiana, colleziona 5 presenze, passa poi all'Inter, esordisce anche in Champions League, di nuovo Brescia, Ascoli, per finire la sua carriera a Empoli con la fascia di capitano datagli da Silvio Baldini, allenatore di allora. È stato poi il secondo allenatore del Vicenza, proprio quando il primo era Silvio Baldini - attuale responsabile tecnico della Nazionale italiana Under 21 - l'uomo che con i suoi insegnamenti ha inciso più di tutti nel fargli riconoscere i veri valori della vita: sognare, amare il proprio lavoro, apprezzare la natura (i boschi) la famiglia, vivere le difficoltà che il calcio può dare ed essere soddisfatti lo stesso per la passione che esso trasmette. Esonerati tutti e due ad ottobre dello stesso anno - peccato -, se avessero ottenuto dei risultati, probabilmente Lele Adani sarebbe stato invogliato a proseguire la carriera come tecnico, risparmiandoci un comunicatore in meno, e avremmo avuto un allenatore rivoluzionario in più.
Questa presentazione è doverosa prima di affrontare l'argomento Lele Adani, il quale si autointervista, dandomi così lo spunto di un mio personale Pungiglione nei suoi confronti. Adani risponde a chi da oltre dieci anni gli rivolge le stesse domande: «Perché non fai l'allenatore? Invece di parlare in Tv, perché non vai in campo ad allenare? Così vediamo cosa sai fare?». A loro risponde così: «In verità vi dico che io faccio il divulgatore, perché ho la possibilità, grazie all'amore e alla grande passione che ho per il calcio, e tramite il potere della parola, di restituire a tutti voi, quello che il calcio mi ha dato, mi dà, e sempre mi darà».
Questa presuntuosa risposta data ai suoi contestatori, con il potere della sua parola, nasconde invece un’altra verità, la sua furbizia, la sua filosofia di vita, le quali danno retta a una vocina interiore che gli sussurra: “Dai Lele, non fare il fesso, anche se ami il calcio non fare mai l'allenatore. Pensa che belle domeniche puoi goderti se a sedersi in panchina ci vanno gli altri. Tu invece, cambiando giacca ogni settimana in competizione con quelle di Ciccio Graziani, vai in tv alla Domenica Sportiva e, con il risultato in tasca e il potere della tua parola, puoi sparare banalità a raffica, parlare del nulla, vendere fumo, mentre il tuo conto corrente aumenta”.
Lele Adani, dubito che le Sue parole nelle telecronache facciano aumentare gli ascolti, anzi… Lei nel calcio non ha inventato nulla, prenda invece come esempio l'allenatore Eziolino Capuano, il tecnico più pagato della Serie C, tuttologo e parolaio come lei, che però a differenza sua siede in panchina ininterrottamente da 36 anni. Eziolino qualcosa ha inventato: il famoso braccetto nella difesa a tre è di sua creazione, il primo in Italia a sperimentarlo fu Carlo Pelegatti (nel 2008-2009) difensore dell'Arezzo con più di 400 partite nei professionisti. Inventò la fase difensiva e la fase difendente, tattica tutt’ora utilizzata da allenatori che vogliono costringere tutti i giocatori, anche i fuoriclasse, a difendere. Eziolino, come i suoi tifosi lo chiamano, ha avuto il coraggio di dire a Guardiola: «Tu con i tuoi grandi campioni ti puoi permettere la costruzione dal basso, ma noi che facciamo?! Ci hai rovinato, la vogliono fare tutti, anche quei tecnici che hanno giocatori con i piedi come il marmo di Carrara. Mio caro Pep, chi non parte da dietro passa per un allenatore superato. Non offenderti ma io la chiamo distruzione dal basso».
Penso che da quando Massimiliano Allegri ha letto il Suo giudizio sul nuovo acquisto di Ricci - ex Torino ora al Milan -, dove Lei relazionava il suo profilo scrivendo che oggi un centrocampista centrale come Ricci è fondamentale, lega difesa e centrocampo permettendo ai forti interni di accompagnare le azioni e in cui ha aggiunto, sempre con il potere della Sua parola, che il ragazzo è dominante prima nella mente, e poi anche nelle scelte in campo, ebbene penso che dopo tale sponsorizzazione Allegri abbia sciolto ogni dubbio facendolo accomodare in panchina. Sarà un caso? Concludo spezzando una lancia a favore della carriera di Daniele Adani come giocatore, ma non per quella del divulgatore, e non condivido gli invidiosi che sostengono che Lele Adani è diventato più famoso come commentatore che come giocatore. Nella storia della Nazionale italiana i calciatori che hanno indossato la maglia azzurra non superano i 900 e Lele Adani è uno di questi.
Caro Guido Mattei, a pensarci bene quelli che esprime sono concetti che si possono facilmente estendere alla categoria dei giornalisti, o no? Con la differenza che Adani i guardalinee li ha visti dalla parte della faccia e non solo di spalle.
Se si vuole criticare qualcuno lo si faccia nel merito di quello che dice, non per quello che non fa.
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