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Serie B

Entra dalla panchina e ci mette 4 minuti per segnare il suo 1° gol tra i Professionisti, è nata una stella

Il classe 2005 decide un importante match e fa esultare la sua squadra per la prima volta in campionato

PADOVA SERIE B - JONAS HARDER

PADOVA SERIE B - Jonas Harder, centrocampista classe 2005 in biancoscudato in prestito dalla Fiorentina (foto figc.it)

Non c'è nulla di più dolce del 1° gol in prima squadra tra i Professionisti. Forse solo sentirlo pesare come un macigno in classifica, perché porta in dote i primi 3 punti della stagione. Jonas Harder, classe 2005 della Fiorentina in prestito al Padova, dopo essere subentrato dalla panchina al 25' della ripresa ha timbrato il cartellino 4' dopo contro l’Entella in un match di Serie B che profuma d’esame superato a pieni voti. Una rete che vale doppio: gioia personale e svolta per i biancoscudati, reduci fin lì da un pareggio e due sconfitte. E allora la domanda sorge spontanea: quanto velocemente può cambiare il vento se un talento decide di alzare la cresta?



UN COLPO CHE ORIENTA LA ROTTA
Il bello del calcio è che un dettaglio scompiglia l’intero copione. Il gol di Harder non è solo la fotografia di un istante riuscito, è una bussola che orienta la rotta del Padova. Primo hurrà tra i professionisti per il centrocampista di proprietà della Fiorentina, già impiegato con la Nazionale Under 20, primo sorriso pieno per una squadra che, dopo le prime 3 giornate, aveva bisogno di un segnale forte. Eccolo, servito dal ragazzo del 2005: palla in rete e spogliatoio che si gonfia d’autostima come una vela con il vento buono.

PERSONALITÀ DA VETERANO, CARTA D’IDENTITÀ DA 2005
Dopo appena 4 turni, Harder si è già guadagnato la fiducia di compagni e allenatore. Non è scontato: entrare in un centrocampo nuovo, in un torneo che ti misura ogni pallone come fosse una bilancia di precisione, e imporsi per personalità e qualità richiede testa, letture, coraggio. Il gol è il timbro sul passaporto, ma la dogana la superi con la continuità: movimenti giusti, tempi d’inserimento, pulizia tecnica. In tre giornate il ragazzo ha spostato l’asticella delle aspettative, facendo capire che il suo è un talento concreto, non una fiammata casuale.



L’EFFETTO DOMINO SUI BIANCOSCUDATI
I biancoscudati di Matteo Andreoletti cercavano i primi 3 punti stagionali dopo un avvio in salita, con un pareggio e due ko a ricordare quanto sia stretta la coperta quando i dettagli non girano. Quel gol contro l’Entella ha cambiato la narrativa: la squadra sente che può far male, che può alzare il baricentro, che può imporsi nei duelli. È il classico caso in cui la giocata del singolo sblocca la testa del collettivo. E allora, se prima l’aria era pesante, adesso nello spogliatoio si respira fiducia: il pallone torna a correre più leggero, i meccanismi si oliando, la pressione diventa benzina.

LA FIORENTINA OSSERVA, SORRIDE E ANNOTA
A Firenze l’asticella del vivaio è alta e non da oggi. Nel primo pomeriggio era già arrivata la notizia dell’esordio in Serie A di Niccolò Fortini; poco dopo è toccato a Harder prendersi i riflettori, come a dire: i giovani viola non bussano, entrano. La società segue da vicino il percorso del centrocampista in prestito al Padova, con l’idea chiara di riportarlo alla base con un bagaglio d’esperienza più pesante. Che cos’è, in fondo, un prestito ben riuscito se non una masterclass accelerata? Parti ragazzo, torni calciatore: minuti veri, responsabilità, pressione del risultato, partite che contano. Tutto materiale da mettere nello zaino quando rientri al Viola Park.



SGUARDO AVANTI, CON I PIEDI PER TERRA
Cosa succede adesso? Semplice e complicato insieme: confermarsi. Le difese avversarie inizieranno a conoscerlo, i duelli diventeranno più spigolosi, la marcatura più stretta. Sarà lì che Harder dovrà alzare ancora l’asticella, mantenendo la lucidità e la fame. La Fiorentina, intanto, continua a osservare con attenzione, pronta a riaccogliere un ragazzo che, passo dopo passo, sta imparando a stare nel traffico del Professionismo. Il primo gol è il biglietto da visita, il resto lo scrive il campo. E se il buongiorno si vede dal mattino, a Padova hanno appena visto spuntare un sole nuovo.

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