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Serie C

Il sindaco non le manda a dire all'allenatore della squadra della sua città: «Non la sa gestire»

A detta del primo cittadino lo spogliatoio rossoverde avrebbe bisogna di una sterzata di carattere e idee

TERNANA SERIE C - FABIO LIVERANI

TERNANA SERIE C - Fabio Liverani, allenatore della Ternana, nel turno di infrasettimanale di martedì 23 ha battuto a fatica nei minuti finali il Pontedera

Domanda secca: quante volte abbiamo visto un sindaco alzare la voce come un presidente a bordo campo? A Terni, la risposta è semplice: spesso, quando il sindaco si chiama Stefano Bandecchi. Ex presidente della Ternana e primo cittadino della città umbra, Bandecchi è tornato a far rumore come un tamburo in curva. A margine di una conferenza stampa odierna, senza troppi giri di parole, ha messo il cartellino giallo, se non rosso, all’attuale guida tecnica, puntando il dito con decisione. E la miccia è stata accesa da una partita che lui stesso ha definito «di m...» contro il Pontedera, vinta ma a fatica nel finale grazie ad un'autorete.



IL J’ACCUSE DEL SINDACO
Le parole arrivano dritte come un lancio a tagliare le linee: «La società ora è in mani giuste. Partita di m... contro il Pontedera. L’allenatore non sa gestire la squadra» riporta TerniToday.it. Niente fronzoli, niente perifrasi: un tackle deciso, di quelli che si sentono fin sugli spalti. Il messaggio è chiaro: la gestione tecnica non convince, e la reazione non può più aspettare i tempi della burocrazia. Il riferimento a quella gara con il Pontedera di martedì 23 nel turno infrasettimanale è la classica scintilla in uno spogliatoio che, a detta del sindaco, avrebbe bisogno di una sterzata di carattere e idee.

TRA PANCHINA E POLTRONA: IL PESO DELLE RESPONSABILITÀ
C’è un elemento che rende questa storia ancora più particolare: Bandecchi non è un commentatore qualunque. È l’ex presidente della Ternana e oggi sindaco di Terni. Tradotto in gergo da spogliatoio, ha sia il fischietto che il pallone in mano. E quando dice «con il mio intervento sono state vinte due partite», la lettura è inevitabile: il suo ingresso in area decisionale, anche solo a parole, avrebbe inciso come una mezzala che s’inserisce alle spalle dei difensori. Cosa significa per chi siede in panchina? Pressione. E per i dirigenti? Una chiamata alla responsabilità, perché il sindaco – che non rinnega il proprio legame con i colori rossoverdi – rivendica un ruolo di pungolo costante.



IL NOME CHE SCOTTA: MARINO DEFENDI
Poi c’è l’assist più clamoroso, perché Bandecchi non si limita a tirare le orecchie a chi guida la squadra: «Consiglio ai dirigenti della Ternana di iniziare a pensare a Marino Defendi che è un ottimo allenatore e ha anche il tesserino». Una frase che suona come una verticalizzazione perfetta per l’attacco: concreta, diretta, in grado di far male alle certezze altrui. Defendi, indicato esplicitamente, è un nome che accende il dibattito e pone sul tavolo un tema imprescindibile: la competenza, e il carisma necessario per gestire la squadra, concetto su cui ruota tutta la critica di Bandecchi. Perché qui non si parla solo di schemi o numeri: si parla di governo del gruppo, di lettura dei momenti, di guidare lo spogliatoio quando il vento soffia contro.

«L’ALLENATORE NON SA GESTIRE LA SQUADRA»: LA FRASE CHE PESA COME UN MACIGNO
Dire che un tecnico «non sa gestire la squadra» è un colpo al cuore dell’autorevolezza. Significa mettere in discussione gerarchie, confini e perfino l’idea stessa di progetto. E quando questo giudizio arriva da un ex presidente che oggi è sindaco, il rimbalzo mediatico è inevitabile. La panchina, lo sappiamo, è il posto più caldo del calcio: bastano due risultati stonati e il termometro sale. Ma qui il racconto si innesta sulla «partita di m... contro il Pontedera», citata come spartiacque emotivo. Un inciampo? Un segnale? Per Bandecchi, il referto è già scritto. E il suo invito a «iniziare a pensare a Marino Defendi» è l’equivalente di un cambio programmato al 60’: scalda i muscoli, che potresti entrare.



LA PIAZZA E L’ECO DI TERNI
A Terni, la voce del sindaco è un megafono, e quando TerniToday.it raccoglie e rilancia il messaggio, il dibattito si dilata come un pallone gonfiato bene: tiene la pressione, rotola veloce e arriva in tutti i bar sport della città. «La società ora è in mani giuste» sottolinea Bandecchi. Un passaggio tutt’altro che banale: dentro c’è l’idea di una proprietà (o governance) che, secondo lui, ha la rotta tracciata. Ma se la cabina di regia societaria è «giusta», allora l’attrito è a bordo campo. E qui rientriamo nel cuore dell’affondo: l’allenatore e la sua capacità di tradurre in campo ciò che fuori viene deciso. È come dire: il pianoforte è accordato, ma chi lo suona sta sbagliando tempo e dinamica. La palla, adesso, rimbalza sui piedi dei dirigenti, chiamati a decidere se marcare a uomo le critiche o cambiare modulo aprendo al nome suggerito. 

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