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Serie C

In 2 mesi passa dai Dilettanti a lottare per la Serie B, la squadra della città di 157mila abitanti è galattica

Il tecnico gongola: «Abbiamo una rosa ampia e forte, stiamo continuando un percorso bello e importante»

RAVENNA SERIE C - MARCO MARCHIONNI

RAVENNA SERIE C - Marco Marchionni allena i giallorossi dall'ottobre 2024 dai tempi della Serie D

Non l'avrebbe probabilmente detto nessuno, a inizio campionato, che il Ravenna avrebbe messo il turbo sin da subito. Ben 5 vittorie nelle prime 6 giornate nel Girone B, un ritmo da capolista navigata e la sensazione che la squadra di Marco Marchionni abbia già trovato benzina, bussola e cattiveria agonistica. Il «colpo esterno» nel derby col Carpi (reti di Cristian Spini e Pierluca Luciani) è l’istantanea perfetta di questo avvio: personalità nel primo tempo, sofferenza intelligente nella ripresa, lucidità nei momenti che contano. E in fondo il calcio è spesso questo: gestione degli episodi, lettura dei frangenti, capacità di colpire quando si apre il varco.



UN AVVIO DA RIVELAZIONE
Ravenna «autentica rivelazione» di questo inizio stagione: lo dicono i numeri — 5 successi su 6 — e lo conferma il campo, dove i giallorossi stanno giocando da squadra vera. Nel gergo dello spogliatoio, significa avere identità, sapere quando pressare e quando abbassarsi, come capitalizzare il momento favorevole e come stringere i denti quando l’inerzia gira. È la differenza tra chi fa il compitino e chi, invece, entra in campo per spostare l’ago della bilancia. E dire che la società romagnola solo a fine luglio ha saputo della propria partecipazione ufficiale alla categoria, da ripescata per colmare il posto lasciato vacante dal «vecchio» Brescia. 

IL DERBY DI CARPI: CINISMO E SOFFERENZA, IL MIX DELLE GRANDI
Il derby col Carpi, vinto in trasferta, è stata una partita da manuale di pragmatismo. Nel primo tempo, il Ravenna ha messo la palla a terra e fatto la voce grossa, «una grossa partita», per usare le parole di Marco Marchionni. Poi, come spesso accade quando l’avversario alza i giri, la ripresa è diventata una prova di resistenza: «Nella ripresa ci sta di soffrire contro un avversario come il Carpi. Le partite si determinano con gli episodi — le parole dell'allenatore giallorosso dopo il match vinto in terra emiliana — anche se noi avevamo avuto una occasione importante con Luciani». Semplice, diretto, concreto. Il tecnico non si nasconde dietro al palleggio elegante: sa che i dettagli decidono le sfide equilibrate e mette il timbro sulla fame della sua squadra.



LE PAROLE DI MARCO MARCHIONNI
Marchionni ha il profilo del condottiero sereno: «Stiamo continuando un percorso bello e importante. Nei primi 45’ abbiamo dimostrato di essere compatti, poi a livello fisico abbiamo pagato qualcosa. Il Carpi è una ottima squadra allenata benissimo e con giovani interessanti, però noi abbiamo risposto bene». Non è uno spot, è un’analisi chirurgica. Compattezza, capacità di soffrire, reazione: tre concetti che, combinati, costruiscono la spina dorsale di una formazione che sa stare dentro la partita. E quando il tecnico parla di episodi, non lancia una scusa: disegna il perimetro dentro cui il Ravenna si muove con sempre maggiore maturità.

UNA ROSA AMPIA E FORTE: QUALITÀ E SCELTE PESANTI
Il passaggio centrale del discorso di Marchionni racconta più di mille grafici: «Abbiamo una rosa ampia e forte, prova ne sia che siamo partiti con gente come Luciani e Motti in panchina». Un dettaglio che vale una tesi: se puoi permetterti di tenere fuori dal via giocatori del calibro di Luciani e Motti e poi attingere dalla panchina senza che il livello si abbassi, significa che la coperta non è più corta. È lunga e calda. Ed è anche un messaggio per lo spogliatoio: nessuna maglia è regalata, tutti sono dentro la rotazione, ognuno può diventare decisivo dal 1’ o a gara in corso. È così che si costruisce il gruppo, è così che si cementa l’ambizione.



EQUILIBRIO, RITMO E GESTIONE: L’IDENTITÀ CHE CRESCE
La chiave di volta? L’equilibrio. Nel primo tempo di Carpi il Ravenna ha «dimostrato di essere compatto», come sottolinea Marchionni. Compattezza non è solo linea difensiva bassa: è sincronia tra reparti, è il mediano che spezza la trama altrui, è l’esterno che raddoppia, è la punta che tiene su il pallone quel secondo in più per far salire la squadra. Poi, certo, nella ripresa «a livello fisico abbiamo pagato qualcosa»: fisiologico, specie in un derby ad alto dispendio. Ma lì entra in gioco la gestione, quella capacità di sporcare la partita al momento giusto, di muovere il baricentro come una fisarmonica, di accorciare e allungare a seconda della necessità. Chi vince spesso, a questi livelli, lo fa anche così. E un gruppo che macina punti e consapevolezza, finisci spesso per ritrovarti a giocarti qualcosa di importante quando le giornate pesano come macigni.

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