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Coppa Italia

In 4 mesi passa da una società fallita al fare gol nello stadio dei sogni da 33mila posti, la gioia dell'attaccante

Rete su punizione del giocatore cresciuto in zona per il provvisorio vantaggio ospite, la squadra di casa poi rimonta e vince

EMPOLI SERIE B - EDOARDO SAPORITI

EMPOLI SERIE B - Edoardo Saporiti, attaccante classe 2001, nella scorsa stagione con la Lucchese ha segnato 9 reti in Serie C

Tantissime volte, da bambini, si immagina di piazzare il pallone sulla trequarti, guardare la barriera, fare un respiro e far partire il destro che scavalca tutti e si infila alle spalle del portiere. E altrettante volte si sogna di farlo nello stadio di casa, davanti a una platea che si conosce da sempre. Edoardo Saporiti quel sogno l’ha trasformato in realtà al «Luigi Ferraris» di Genova, in una serata dal sapore misto: dolce come la pennellata su punizione che ha portato avanti l’Empoli, amaro come l’eliminazione dalla Coppa Italia per mano del Genoa di Patrick Vieira. Resta il fatto di una grande impresa per il giocatore classe 2001, non più tardi di 3 mesi fa rimasto senza squadra dopo il fallimento della Lucchese, che aveva comunque contribuito a salvare in Serie C con i suoi 9 gol.



LA CARTOLINA DAL «FERRARIS»: UN COLPO DA MAESTRO
Una punizione che supera la barriera e si insacca alle spalle del portiere: basta la fotografia per capire la qualità del gesto. La palla viaggia pulita, chirurgica, oltre un muro rossoblù non perfettamente allineato, e sorprende Leali, numero uno del Grifone. Un colpo da trequartista con il piede educato, di quelli che aprono partite e cuori. Saporiti capitalizza la titolarità e mette la sua griffe sul match: vantaggio momentaneo per gli azzurri, entusiasmo in campo e in panchina, ma la serata, per l’Empoli, si chiude comunque con l’amaro dell’eliminazione. Il gioco del calcio è spesso così: ti regala il lampo e subito dopo ti ricorda la durezza del risultato.

UN RAGAZZO DI LEVANTO CHE SI PRENDE GENOVA
Classe 2001, ligure fino al midollo, Saporiti è originario di Genova e cresciuto nella vicina Levanto. Tornare a giocare nella propria terra, con quella cornice e quel rumore di fondo, è un inside-out emotivo che pochi sanno gestire. Lui lo fa con la naturalezza di chi ha fame e piedi buoni. E a fine partita non nasconde la commozione tramite i canali ufficiali dell'Empoli: «Far gol in questo stadio, con questo pubblico e questa cornice, è emozionante. Peccato per l’eliminazione ma sono felice. a Levanto ci sono tanti tifosi del Genoa, saranno un po' contenti e un po' dispiaciuti perché ho segnato» Il senso del calcio sta tutto lì: appartenenza, orgoglio, contraddizione. È un gol che è abbraccio e strappo allo stesso tempo, un ponte tra il ragazzo di Levanto e il professionista dell’Empoli.



LA FIDUCIA DI GUIDO PAGLIUCA: DA PANCHINA A PROTAGONISTA
La serata di Genova non piove dal cielo: è il premio per un’attesa intelligente. Nelle settimane precedenti, Saporiti mastica amaro con due panchine filate contro Spezia e Pescara, poi addirittura resta fuori dai convocati con Pescara e Reggiana. Sembra la classica sliding door di inizio stagione: o ti siedi e aspetti ancora, o salti sul treno al primo fischio utile. Guido Pagliuca, per la trasferta genovese, sceglie di dargli la chiave della trequarti. Scelta coraggiosa? Sì. Scelta vincente, quantomeno sul piano individuale? Assolutamente. Saporiti risponde presente come il giocatore che si guadagna il posto non con le parole ma con la qualità nell’ultimo terzo di campo. La punizione segnata è la punta dell’iceberg: dietro c’è personalità, gestione dei momenti, capacità di leggere il varco in una barriera non impeccabile e di colpire con freddezza.

UN INVESTIMENTO A LUNGO TERMINE: EMPOLI E IL CONTRATTO FINO AL 2028
La storia recente spiega il contesto: Saporiti arriva all’Empoli a titolo definitivo dopo essere rimasto svincolato dopo il fallimento della Lucchese e firma un contratto fino al 2028. Tradotto: il club ci crede, e non poco. I 3 anni sono un orizzonte ampio, un progetto che guarda oltre la singola partita. È la quieta fiducia con cui l’Empoli sceglie di coltivare talento: si accetta l’altalena del giovane, si mette in campo un percorso, si scommette su una crescita progressiva. E quando il ragazzo ripaga con un gol pesante, in uno stadio storico come il «Ferraris», capisci che l’intuizione della dirigenza aveva fondamenta.



IL SEGNALE NELLA NOTTE: QUALITÀ, TIMING E MENTALITÀ
Ci sono reti che spostano l’ago della bussola, al di là del tabellone finale. Questa è una di quelle. Non vale il passaggio del turno, è vero, ma pesa come un promemoria per tutti: Saporiti ha gamba, ha piede e soprattutto ha timing. Sa farsi trovare pronto quando la chiamata arriva, che è la virtù più preziosa per qualsiasi allenatore in una stagione lunga e impegnativa. Il suo è un messaggio agli avversari e, soprattutto, ai compagni di reparto: c’è un’alternativa in più, con una soluzione sui piazzati che può diventare arma tattica. Quanto può valere, in un’annata, un destro così pulito sulla zolla giusta? Più di quanto dica un singolo tabellino. La Coppa Italia si chiude qui per l’Empoli, ed è inutile girarci attorno: lascia sempre il segno uscire dopo aver assaporato il vantaggio. Ma per Saporiti è un tassello che si aggiunge al mosaico: la prima vera istantanea forte con la maglia azzurra, in uno stadio iconico della sua terra.

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