Cerca

Serie C

L'attaccante lotta e segna ed è protagonista nel colpo da 3 punti: «Sono strafelice per il gol»

Vittoria netta dell'Alcione in trasferta e classifica che ride: il giocatore indica la via tra lavoro, equilibrio e mentalità

ALCIONE SERIE C - LUIGI SAMELE

ALCIONE SERIE C - Luigi Samele, attaccante classe 2002, nel campionato in corso una rete in 5 presenze

Le trasferte possono davvero diventare il trampolino per cambiare marcia. L’Alcione Milano ha messo il piede sull’acceleratore, e sul campo dell’Arzignano nel turno infrasettimanale di giovedì 25 ha piazzato un 3-1 senza fronzoli, di quelli che fanno rumore negli spogliatoi e silenzio in tribuna. Tra le firme in calce, una spicca: Luigi Samele. L’attaccante orange ha timbrato la seconda rete della serata e si è ripreso la scena con l’istinto del centravanti vero, quello che non perdona quando vede la porta. Ma il suo contributo non si è fermato lì: appoggi, protezioni, sportellate giuste e tanta roba di reparto, come chiede il mestiere e come esige il suo tecnico Giovanni Cusatis.



UN 3-1 CHE PESA: MATURITÀ, EQUILIBRIO, PERSONALITÀ
Vincere fuori casa a volte è come portare via il pallone a partita finita: vale doppio. L’Alcione Milano ha costruito il risultato con una prova convincente, senza sbavature nella propria metà campo e con idee chiare negli ultimi 30 metri. Non c’è stata la ricerca dell’effetto speciale, ma la solidità di chi sa quando accelerare e quando congelare il pallone. Il 3-1 all’Arzignano fotografa un gruppo che ha trovato una quadra, un’identità che non dipende dall’episodio del momento ma dall’equilibrio tra i reparti. Quanto conta il colpo di un singolo se dietro c’è una squadra che sale e scivola insieme? Tantissimo: perché è il contesto a valorizzare il talento, e non il contrario. E così ecco la doppietta di un Fabio Morselli in stato di grazia e il centro appunto di Luigi Samele.

SAMELE, IL NOVE CHE CHIARISCE IL QUADRO
Samele non ha solo segnato. Ha dato la misura del lavoro sporco che non finisce sulle copertine ma sposta le partite. Lo dice lui stesso a fine partita, con la serenità di chi sta bene di testa e di gambe: «Sto lavorando tanto a livello mentale e fisico, mi sento bene: ho lottato e protetto palla come chiede sempre il mister, sono arrivati i 3 punti e quindi sono molto contento». Parole da attaccante totale, che sa essere prima sponda, rifinitore e finalizzatore nella stessa azione. E quando la seconda firma sul tabellino porta proprio il suo cognome, il segnale è chiaro: il reparto offensivo ha un punto di riferimento affidabile, uno che gioca con i compagni e per i compagni.



IL GOL COME LIBERAZIONE, LA ROTTA COME METODO
La rete ad Arzignano è anche una liberazione personale. Lo ammette lui, senza giri di parole e con la franchezza di chi predica umiltà senza rinunciare all’ambizione: «Sono strafelice di aver ritrovato il gol e aver contribuito alla vittoria con i miei compagni. stiamo lavorando benissimo in settimana ed è giusto continuare su questo percorso: dobbiamo mantenere questo equilibrio e questa positività». Il vocabolo chiave è proprio quello: equilibrio. Nel calcio è come la distanza tra i reparti in un contropiede ben orchestrato: se è giusta, arrivi in porta con quattro passaggi. Se salta, ti ritrovi a rincorrere.

ALLENAMENTI, DETTAGLI, RESET: LA CULTURA DEL QUOTIDIANO
Non è un lampo isolato: è il frutto di una routine che macina chilometri e idee. L’Alcione lavora sul dettaglio, e la partita è solo il riflesso di ciò che accade dal lunedì al venerdì. Lo ribadisce Samele: programmazione, intensità, attenzione alle richieste del tecnico. Il resto è una parola che nel calcio moderno fa rima con competitività: «reset». «La nostra fortuna è la capacità di riuscire subito a resettare dopo le vittorie o le sconfitte, contro l'Ospitaletto sarà un'altra bella sfida» dice ancora l’attaccante. Tradotto in linguaggio da spogliatoio: niente sbornie dopo i 3 punti, niente drammi dopo uno stop. Si riparte, palla al centro, come se fosse sempre 0-0.



OSPITALETTO ALL’ORIZZONTE: TESTA FREDDA, GAMBA CALDA
E adesso? Vietato guardarsi allo specchio troppo a lungo. All’orizzonte c’è la partita con un’Ospitaletto (reduce dal ritorno alla vittoria tra i Professionisti dopo 27 ani ndr), definita da Samele «Un'altra bella sfida». E allora eccola la palla più difficile: dare continuità, mettere in campo lo stesso spirito da trasferta, la stessa capacità di “resettare” in fretta e di riaffilare le armi. Le partite si vincono con il cuore caldo e la testa fredda: l’Alcione lo sa e ha appena dimostrato di possederle entrambe. Perché i tre punti fanno classifica, ma è l’abitudine al gesto giusto – la protezione palla, la scelta di tempo, la pressione coordinata – che fa la differenza quando il calendario diventa un tour de force. Sembra una frase da lavagna prepartita, ma è molto di più: è una rotta. E quando una rotta è condivisa, non è il singolo vento a portarti in porto, ma la somma di molti colpi di remi.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Sprint e Sport

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter