Il Pungiglione
29 Settembre 2025
IL PUNGIGLIONE • Silvio Baldini: «A me piace il calcio ma non il mondo del calcio»
Il 67enne Silvio Baldini ha compiuto il suo più grande capolavoro tattico di tutta la sua carriera da allenatore - perché il calciatore non l'ha mai fatto -. Nell'intervista del dopo partita di Pescara-Ternana, vinta ai calci di rigore dalla sua squadra (il Pescara) ha spiegato come si è materializzato il suo difficile percorso per raggiungere il traguardo della Serie B. Ed è proprio li, a caldo, davanti alla tv che lo riprendeva che il simpatico Silvio si è sfogato, e come un attaccante ha colto l'occasione per siglare tre gol all'incrocio dei pali.
Il guascone Silvio racconta, come dice lui, una sua chicca: “la conta”, che dovrebbe essere analizzata dai mental coach perchè Silvio la definisce un valore tecnico-psicologico da prendere in considerazione. Il Pescara sale in serie B grazie ai rigori ma soprattutto per merito della “conta”. Silvio a fine partita chiama tutti in cerchio e poi dice: «Siete in 22, facciamo la conta, partiamo da Letizia, contiamo fino a 22, e li ci fermiamo, i 5 successivi calciano i rigori». Basta con il “te la senti, non te la senti? Hai coraggio di tirare? G uarda che il portiere si butta a sinistra”, basta! La conta toglie l'ansia, la paura, ti fa sentire un eroe che va in guerra. Cinque rigori. Cinque gol. Serie B. Penso che nemmeno Oronzo Canà nel film L’allenatore nel pallone avrebbe ideato l'incredibile conta in una gara che valeva un anno di sacrifici e di attese dei propri tifosi. Se fosse andata male, la conta invece di passare per un valore tecnico-psicologico sarebbe stata sepolta per la vergogna di non aver programmato un finale ai rigori, scegliendo fin da prima della gara i migliori specialisti dagli 11 metri. È andata bene, Silvio Baldini ha vinto, grande Silvio.
La parola lestofante è generalmente considerata un sostantivo che descrive una persona con certe caratteristiche come l'astuzia e la furbizia, insomma un imbroglione molto astuto. Detto questo, in un’intervista di pochi minuti il tesserato FIGC Silvio ha pronunciato per sei volte “lestofanti” - le ho contate personalmente -. Al grande Silvio il coraggio non manca. L’intervistatrice lo interrompe e chiede: «Si riferisce ai procuratori?». «Sì a gran parte di loro e ad altre figure strane che con ruoli creati apposta guadagnano e fanno solo danni - poi aggiunge - Alcuni procuratori si comportano come Giuda Iscariota nell'orto degli ulivi dove tradì Gesù, essi ti dicono “quel mio giocatore sta molto bene con te, è contento” e il giorno dopo leggo sui giornali che è stato ceduto ad un altra squadra. Lestofanti sono anche quei personaggi come qui a Pescara che in un momento di flessione della squadra si sono scagliati contro di me tramando per convincere il Presidente Daniele Sebastiani a esonerarmi dicendo che non avevo più in mano il gruppo o anche quei giornalisti che prima ti osannavano e poi appena in difficoltà ti remano contro. A uno di loro tirai un tranello, dopo aver perso una partita dissi: «Sono più contento oggi che ho perso che domenica scorsa che ho vinto». «Ma come!? - disse il giornalista - com'è possibile?». «Sì è possibile perché se uno di voi mi domanda: “Mister, come mai oggi abbiamo perso? Quali sono le cause?“, Io così posso rispondere: “Fatti i cazzi tuoi”. Grandissimo Silvio.
Adesso qui ci metto del mio: dopo la vittoria ai rigori contro la Ternana, Silvio ha compiuto un capolavoro tattico mascherato. Appena finita la gara, intervistato a caldo, dopo i primi complimenti alla squadra e al suo Presidente ha deragliato, portando la sua intervista volutamente sulla nostra Nazionale italiana dicendo: «Ieri sera la nostra Nazionale ha perso 3-0 contro la Norvegia». A questo punto il telecronista lo interrompe - mi hanno chiesto la linea - lui focoso risponde: «Non me ne frega niente! - e prosegue - Non è colpa né di Spalletti, Conte, Lippi o Capello, è solo perché si creano delle nuove generazioni di persone che non sanno riconoscere nemmeno la bandiera Italiana. Una Nazionale vera come intendo io, piena di valori, non perde mai contro una Norvegia. Se i nostri dirigenti non capiscono queste cose andranno avanti sempre i lestofanti in un mondo di procuratori e dirigenti non all'altezza». Questo suo intervento deciso, di carattere, di passione, ha sicuramente colpito una FIGC traballante nella persona del presidente Gabriele Gravina il quale in un periodo di contestazioni - causa i risultati - ha pensato di mettere al sicuro almeno l'Under 21 impegnata negli Europei e nelle prossime Olimpiadi. Dare la squadra al trasformista Silvio Baldini, il quale con il potere delle sue parole e l'arte nel convincere riesca a trasformare i giocatori in gladiatori, per il nostro Presidente Gravina pare sensata, in più un sì di Buffon, concittadino di Baldini - il padre di Buffon allenava il giovane Silvio in una locale squadra di calcio - ha sciolto ogni dubbio. Silvio Baldini viene messo sotto contratto fino al 2027. In conferenza stampa è stato subito uno show: «Voglio vincere Europei e Olimpiadi, sono un allenatore un po’ cafone ma da oggi non posso più permettermelo, e se capiterà non sarà davanti alle telecamere. Vengo dalla strada e se uso termini a volte offensivi è perché il calcio è pieno di lestofanti». Mi viene in mente una frase dell’ex direttore Sportivo Luciano Moggi il quale disse ad un giocatore (non farò il nome): “Tutti mi dicono e io condivido che tu atleticamente sei un fenomeno, giochi anche con il cuore ma praticamente - un avverbio che Moggi inserisce in ogni sua frase - nel calcio c'è anche il pallone”. Ecco, attento Silvio, i sermoni alla squadra non fanno gol, altrimenti con le sue capacità nel creare motivazioni per raggiungere sogni, vittorie, e trofei non ci sarebbe partita per nessuno.
Silvio Baldini ha vinto in carriera 3 campionati: Empoli dalla B alla A, Palermo dalla C alla B, Pescara dalla C alla B. Ha vissuto tanti esoneri, 6 anni di inattività, 4 anni alla Carrarese, gratis con nel contratto solo l'obbligo di non essere esonerato, 2 dimissioni a Perugia e Crotone. È ricordato dai più come l'allenatore che diede un calcio nel sedere a Mimmo Di Carlo in un Parma-Catania del 2007 perché era stato invitato dallo stesso ad accelerare l'uscita dal campo per un’espulsione. La stampa di allora lo definì un “teppistello con la camicia aperta, tutto sudato e sbracato che si scaglia contro l'allenatore del Parma e lo prende a calci nel sedere”. Adesso, con un colpo da maestro, un contratto della Nazionale Under 21 in tasca, in conferenza stampa dichiara: «Dobbiamo trasformare un sogno in realtà: vinceremo gli Europei e le Olimpiadi». Grande Silvio, ma si ricordi la frase di Moggi che in campo comanda il pallone, il quale si disinteressa dei discorsi, della maglia azzurra e dei sogni. Esso accontenta sempre chi lo tratta bene prima di finire in rete. Aggiungo, il pallone a volte tradisce più dei procuratori e dei lestofanti. Concludo: viva Silvio per il personaggio, il coraggio, la simpatia, il sognatore, ma per tutto il resto tanti auguri all'appassionato Silvio Baldini.