Serie A
30 Settembre 2025
HONEST AHANOR
Chi l’ha detto che per emozionare serve un curriculum lungo così? A volte bastano “poco più di una partita e mezza” per scatenare un’ovazione da stadio e un tam-tam nazionale. Honest Ahanor, classe 2008, sta facendo sobbalzare l'Atalanta e Bergamo dal seggiolino: è nato in Italia, veste l’Atalanta, e in un lampo è diventato il profilo del momento. A tal punto che qualcuno ha già imbastito una sorta di “class action”: Ahanor in azzurro con la Nazionale, subito, magari già a ottobre contro Estonia e Israele. E allora perché non farlo? Perché, allo stato attuale delle cose, non si può. Il commissario tecnico Gennaro Gattuso, infatti, non può ancora convocarlo. Punto. La burocrazia va al piccolo trotto, il campo corre come un centometrista: nel mezzo, un talento che ha acceso il dibattito.
Schierato da Ivan Juric come braccetto nei tre di difesa, il prodigio ex Genoa ha dato subito l’impressione di chi sa stare in campo come un veterano,. Non ha soltanto retto l’urto, ha convinto “davvero tutti” nonostante i ben 14 milioni di euro spesi dai nerazzurri - che lo rendono il 2008 più costoso di sempre - per prelevarlo da Genova: negli occhi dei tifosi dell’Atalanta e non solo c’è la sicurezza delle sue giocate, la personalità con cui ha messo il piede dove brucia, la naturalezza nel prendersi responsabilità che, a quell’età, spaventano molti. Quante volte lo abbiamo visto? Un ragazzo che entra, non fa una piega, e in due uscite cambia la temperatura emotiva dell’ambiente.
La marea del consenso è salita in fretta. L’idea: Ahanor in Nazionale, subito, ad arricchire la lista per gli impegni di ottobre contro Estonia e Israele. L’entusiasmo è comprensibile, anzi pienamente giustificabile: quando un ragazzo nato in Italia emerge così, la voglia di vederlo con l’azzurro addosso è naturale come un gol sotto la Curva. Però c’è un cartello d’alt: al momento, il CT Gennaro Gattuso non può convocarlo. Non è una questione tecnica, non è una sentenza sul suo talento, è semplicemente un “non attuabile” allo stato dei fatti. E allora? Allora si aspetta, si mastica la frenesia e si custodisce la voglia. Il pallone insegna: tempi e tempi, il cronometro non è sempre quello che vorremmo.
ASPETTANDO L’AZZURRO: IL VALORE DEL PRESENTE
Che cosa si fa mentre l’azzurro aspetta? Si gioca, si cresce, si consolida. Per Ahanor significa continuare a farsi strada nei tre di Juric, maneggiare la palla come un metronomo e la marcatura come un guanto, annusare i tempi dell’anticipo, stare dentro la linea quando serve e uscirne con coraggio quando l’azione lo pretende. Significa trasformare la fiammata in brace viva, quella che dura. E per l’Atalanta, significa avere tra le mani un difensore che non solo intercetta passaggi e applausi, ma accende l’immaginazione del pubblico. Perché la fantasia, nel calcio, è benzina quanto la tattica.