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Serie D

È un classe 2009, segna già in prima squadra e piace a 2 club di Serie A: l'esterno di fascia è un portento

Il giocatore nonostante la giovane età sta incidendo in una categoria impegnativa, tecnica e mentalità sono fuori dal comune

NARDÒ SERIE D - NDIAGA MOUHAMADOU SALL

NARDÒ SERIE D - Ndiaga Mouhamadou Sall, attaccante esterno classe 2009, è stato ingaggiato dal club pugliese la scorsa estate

In Serie D non capita certo spesso di vedere un classe 2009 prendersi la scena come un veterano. Non spesso, anzi: quasi mai. Eppure nel Girone H s’è acceso un faro che abbaglia gli osservatori e fa stropicciare gli occhi agli addetti ai lavori. Si chiama Ndiaga Sall, esterno offensivo senegalese del Nardò, e sta correndo sulla fascia come un motorino truccato, con la sfrontatezza di chi gioca per divertirsi e la concretezza di chi sa già come si sta in campo tra i grandi. Il tecnico Fabio De Sanzo ha colto l'occasione e il giocatore ora sta ripagando la fiducia. 



UN TALENTO PRECOCE CHE «FA RUMORE» IN QUARTA SERIE
La Serie D non regala niente a nessuno. È un campionato ruvido, fisico, in cui per emergere devi avere spalle larghe e testa fredda. Sall, classe 2009, ha messo subito il timbro: 5 gare in campionato con la maglia granata e già la gioia del gol, arrivata nella sfida contro il Gravina. Dettagli? No, segnali. Perché incidere, e farlo da protagonista, in un contesto simile vuol dire possedere qualità tecniche e mentalità fuori dal comune. E infatti, partita dopo partita, la sua crescita ha acceso i riflettori oltre i confini pugliesi.

IL RICHIAMO DELLE BIG: JUVE E LECCE PRONTE AL DUELLO
La notizia ha fatto il giro dei taccuini in fretta: secondo quanto riportano le consuete voci di radiomercato, due club di Serie A si sono già mossi con decisione. Juventus e Lecce (quest'ultimo club per ovvia vicinanza territoriale) hanno messo gli occhi su Ndiaga Sall, e la sensazione è che il semaforo stia per diventare verde. Si parla di un «duello» per assicurarsi il cartellino, un braccio di ferro che racconta più di mille aggettivi il potenziale del ragazzo. D’altronde, quando Torino chiama e la massima serie tende l’orecchio, vuol dire che le giocate hanno fatto eco forte, fortissimo.



IL NARDÒ E IL PESO DOLCE DI UN GIOIELLO
Il Nardò oggi custodisce un gioiello. Non un oggetto da vetrina, ma un diamante che in campo sfreccia, taglia e punge. Gestire un talento così, in una quarta serie che sa essere anche fiera di mercato, significa trovare il giusto equilibrio tra presente e futuro: farlo crescere nel contesto giusto, permettergli di sbagliare per imparare, dargli responsabilità senza caricarlo di zavorre inutili. Un compito da orologiai, perché quando il meccanismo funziona, ogni tic tac è un passo in avanti verso palcoscenici più grandi.

PERCHÉ INCANTA: IMPATTO, MATURITÀ, INCIDENZA
Cosa fa la differenza a quell’età? L’impatto. Sall non sta solo «partecipando»: sta incidendo. Il gol al Gravina non è un caso isolato ma il simbolo di un rendimento in crescita, che in 5 gare ha convinto chi guarda e chi decide. La maturità con cui interpreta le situazioni, la capacità di stare dentro la partita senza farsi travolgere dal ritmo e dalla fisicità, sono cartoline da giocatore vero. E quando un esterno offensivo ti sposta l’inerzia con una giocata, capisci che il talento non è una promessa: è un presente che bussa forte.



IL RUOLO E LA STRADA: L’ESTERNO CHE APRE IL CAMPO
Un esterno offensivo, per definizione, è la freccia nella faretra dell’allenatore: allunga le difese, crea l’uno contro uno, attacca la profondità, apre varchi per i compagni. In Serie D, dove gli spazi si guadagnano con i denti, chi sa pulire la giocata e trovare la porta ha un valore doppio. Sall ha mostrato proprio questo: qualità tecniche che emergono anche dove la partita si sporca, una disponibilità al duello e alla ripartenza che innescano pericoli a ogni strappo. È il prototipo moderno dell’ala che, se messa nelle condizioni giuste, può far saltare il banco. E la scia delle giocate del classe 2009 è già arrivata lontano, oltre le mura amiche, fino a Torino, nel cuore pulsante della Serie A. 

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