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Mondiali Under 20

Tripletta all'esordio per il classe 2005! Il talento soffiato alla Juventus che incanta al Mondiale

Cresciuto all'ombra di Messi, ora gioca nel Parma e ha avviato la goleada degli Stati Uniti con la Nuova Caledonia

Benjamin Cremaschi

foto instagram @benjacremaschi

«Non conta da dove vieni, conta dove sei diretto». La frase di Rocky Balboa non è solo un poster da cameretta: è il riassunto perfetto della traiettoria di Benjamin Cremaschi, centrocampista classe 2005, nato in Florida da genitori argentini, doppia anima e, a quanto pare, doppio motore. Il Parma se l’è portato a casa in prestito dall’Inter Miami e oggi si ritrova tra le mani un talento che al Mondiale Under 20 sta facendo la voce grossa. Tre gol e due assist già alla prima recita con gli Stati Uniti contro la Nuova Caledonia, la fascia da capitano al braccio e la personalità di chi il centro del campo lo tratta come il suo salotto. Serve altro per capire perché in estate la Juventus l’aveva messo in agenda?

DAGLI USA A PARMA, PASSANDO PER MESSI
Che cosa succede quando cresci calcisticamente all’Inter Miami e condividi spogliatoio e allenamenti con Lionel Messi? Succede che la quotidianità diventa una masterclass. Cremaschi ha assorbito da vicino la cultura del lavoro e la mentalità del fuoriclasse assoluto. E si vede: nei tempi di inserimento, nella pulizia del primo controllo, nel coraggio di prendersi responsabilità anche quando la palla scotta. Quel “Benji magic” che già circola attorno al suo nome non è un’etichetta casuale, ma la sintesi di giocate che, in un sol colpo, strappano applausi e cambiano il copione. Ora tocca a Parma, città che sa riconoscere il talento e farlo maturare. Il prestito dall’Inter Miami è stato un colpo lungimirante, e oggi Pablo Cuesta ha tra le mani un centrocampista moderno, completo, con margini di crescita evidenti. Doppia cittadinanza, doppia identità calcistica: grinta argentina e disciplina statunitense, un mix che profuma di futuro.



MONDIALE U20, LEADERSHIP E NUMERI DA BIG
Quando la palla pesa, i leader si vedono. Nella prima gara degli USA al Mondiale U20, Cremaschi ha scritto il suo manifesto: 3 gol e 2 assist contro la Nuova Caledonia, con tanto di arrembaggio iniziale raccontato sui social. Il 29 settembre 2025, l’account TheGoalsZone ha sottolineato un dato che fa rumore: «Benjamin Cremaschi with a brace in only 3 minutes of the game!» Due gol nei primi tre minuti sono roba da attaccante rapace; lui, invece, è un centrocampista che sa correre, impostare, inserirsi coi tempi giusti. E se il fenomeno è ripetuto in novanta minuti, allora non è casualità, è consapevolezza. Non è un caso nemmeno che l’account U.S. Soccer YNT abbia dato ampia visibilità alla sua prova: la fascia da capitano non è un accessorio, è una dichiarazione d’intenti. Chi guida, indirizza; chi indirizza, plasma. E Cremaschi, in questo torneo, sembra proprio uno di quelli che traducono il lavoro settimanale in gerarchie reali sul campo.



IDENTITÀ DOPPIA, EQUILIBRIO UNICO
Figlio di migranti argentini e nato in Florida: la sua storia parla di radici forti e rami lunghi. Ha scelto, per ora, la maglia degli Stati Uniti, e sta costruendo la propria reputazione internazionale con prestazioni che mescolano ardore e geometria. Corre con la fame del “pibe” e imposta con la disciplina di chi è cresciuto in un contesto in cui la metodologia conta. Prende la responsabilità, si propone tra le linee, guida la pressione. Non è solo il tabellino a disegnare il profilo, ma la maturità con cui occupa il campo: come un interno che vibra da box-to-box quando c’è da strappare, come un regista aggiunto quando va gestito il ritmo. Il tutto con un linguaggio del corpo che dice: «Datemi la palla, il resto lo faccio io».



COSA SIGNIFICA PER PARMA
Domanda semplice: quante squadre possono permettersi un centrocampista così duttile, in grado di portare gol, assist e leadership? In un calcio che chiede intensità e qualità nella stessa azione, Cremaschi offre soluzioni. Ti attacca lo spazio negli ultimi sedici metri, ma sa anche abbassarsi a dialogare con i difensori per l’uscita pulita. Ti ribalta il fronte con una conduzione, poi si butta dentro sul cross con i tempi giusti. E lo fa con un istinto competitivo che a Parma può trovare la sua palestra ideale. In un contesto che non mette pressione sterile, ma responsabilità costruttive, il 2005 arrivato da Miami ha tutto per trasformare il potenziale in sostanza.

MESSI COME FARO, IL MONDIALE COME TRAMPOLINO
C’è un dettaglio che fa la differenza: aver visto da vicino cosa significhi la cultura del lavoro di Lionel Messi. Non è solo un poster nello spogliatoio, è un modo di vivere il mestiere. Quel modello, incrociato negli Stati Uniti all’Inter Miami, è un faro che illumina il percorso europeo. Il Mondiale U20 è il trampolino perfetto: platea internazionale, attenzione mediatica, prove di maturità ogni tre giorni. E quando, alla prima vera curva, firmi 3 gol e 2 assist, la pista sembra già tua.

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