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Serie A

Era una promessa della Serie A, gli infortuni lo hanno stroncato: il 31enne cerca ancora una nuova avventura

Da giocatore della Nazionale a svincolato di lusso, in mezzo un calvario infinito che ha bruciato anni di carriera del difensore

ATALANTA SERIE A - MATTIA CALDARA

Mattia Caldara, difensore classe 1994, nell'ultima stagione 26 presenze e un gol con il Modena in Serie B

Chi cerca un difensore affidabile tra gli svincolati e non guarda nella direzione di Mattia Caldara, cosa sta aspettando? Nel mercato che somiglia sempre più a una partita a scacchi a ritmo forsennato, il 31enne di Bergamo si presenta come la mossa semplice e giusta: solida, pulita, efficace. Dal 1° luglio 2025 è senza squadra, ma non senza storia. E la sua storia, numeri alla mano, racconta di un centrale di 1,87 metri che ha fatto della lettura del gioco, del posizionamento e della presenza in area la propria cifra stilistica. Un profilo che sa tenere la linea come un metronomo e attaccare l’area avversaria sui piazzati come un centravanti aggiunto.



DALLA BERGAMO NERAZZURRA AL GIRO D’ITALIA
Nato a Bergamo il 5 maggio 1994, Mattia Caldara cresce nel settore giovanile dell’Atalanta, casa madre in cui costruisce fondamenta tecniche e caratteriali. È lì che accumula il maggior numero di presenze in carriera, ed è sempre lì che, nella stagione 2016-2017, mette insieme 30 presenze e 7 gol: numeri da brividi per un difensore centrale, la cartolina perfetta di un calciatore che sa farsi sentire anche nell’area avversaria. Prima e dopo, il percorso è quello di chi ha imparato a combattere in categorie diverse e contesti differenti: Cesena e Trapani in Serie B in prestito per temprarsi, poi il salto in club di primo piano. Approda al Milan, dove però il rendimento è limitato a causa di un paio di brutti infortuni, quindi torna a prendere ritmo e responsabilità in Serie A con Spezia e Venezia. L’ultima tappa, nella stagione 2024-2025, è il Modena: un capitolo che aggiunge sostanza a un curriculum già ricco.

IDENTIKIT TECNICO: CENTRALITÀ, FISICO E NUMERI
Cosa dice davvero il campo di Caldara? Che parliamo di un centrale che preferisce far parlare il posizionamento alla ricerca dell’anticipo pulito. Alto 1,87, abile nel gioco aereo, è il classico difensore che sulle palle inattive trasforma l’area avversaria in territorio fertile. La stagione 2016-2017 con l’Atalanta – 30 presenze e 7 reti – è la firma di un talento che attacca i cross come un numero 9 mascherato, ma senza smettere mai di fare la guardia nell’altro lato del campo. In totale, 260 partite in carriera e 22 gol: tradotto in gergo, significa portare in dote un pacchetto completo di affidabilità difensiva e pericolosità offensiva. Non è solo il difensore che pulisce l’area, è quello che ti sposta la partita su un corner al 90’.



IL TIMBRO AZZURRO
La maglia dell’Italia non è un dettaglio, è un sigillo. Caldara ha vestito l’azzurro della Nazionale maggiore in 2 occasioni e quello dell’Italia Under 21 per 12 volte. Per un centrale, l’esperienza internazionale è una scuola di maturità: impari tempi, linee, raddoppi, impari a leggere attaccanti e attacchi di livello superiore. È un bagaglio che si riflette sul campo, nelle scelte e nel carattere, e che aggiunge credibilità quando si parla di leadership silenziosa al centro della retroguardia.

PARAMETRO ZERO, VALORE PIENO
Qui sta il punto: essere svincolato non significa essere libero e basta; significa offrire un’opportunità economica e tecnica insieme. Con un valore di mercato stimato in 700 mila euro, Mattia Caldara si propone come un affare intelligente per chi deve rinforzare la difesa senza sballare i conti. Soprattutto perché parliamo di un calciatore che conosce Serie A e Serie B, che si adatta a contesti diversi e che porta un set di competenze immediatamente spendibili. In una finestra di mercato in cui la parola sostenibilità è la nuova bussola, un profilo del genere è un colpo che può mettere in linea budget e competitività.



A CHI SERVE CALDARA OGGI?
Domanda retorica, risposta concreta: a chi cerca un difensore che dia ordine, centimetri e pericolosità sui piazzati. A chi ha bisogno di un centrale capace di guidare la linea, tenere corta la squadra e leggere le transizioni. A chi cerca, in definitiva, una sicurezza da mettere al centro del progetto, con la consapevolezza di ottenere un rendimento costante e una traccia di leadership. Dulcis in fundo: con 22 gol in carriera, il contributo in zona offensiva è un bonus che finisce spesso per cambiare le partite spezzate dall’equilibrio.E poi il curriculum italiano, tra Serie A e Serie B, che fa rima con immediatezza: niente traduttori tattici, niente lunghi periodi di adattamento. E allora, davanti a un profilo così, la domanda torna insistente: perché non puntarci, se cerchi un difensore che ti dia oggi ciò che cerchi domani?

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