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Il Bomber da 18 gol in campionato ha ancora tanta fame: «Spero di contribuire alla vittoria»

L'AIC premia il capocannoniere della scorsa stagione, ora protagonista con una nuova prestigiosa maglia

POTENZA SERIE C - SALVATORE CATURANO

POTENZA SERIE C - Salvatore Caturano, ora al Catania, nella scorsa stagione nel club lucano ha realizzato 18 reti la scorsa stagione

Che profumo ha il gol quando è mancato troppo? Per Salvatore Caturano, oggi volto e voce di un Catania che sogna in grande, ha l’aroma inconfondibile dello stadio Massimino nelle notti di fuoco. L’attaccante campano classe 1990 è stato premiato dall’Associazione Italiana Calciatori come capocannoniere del Girone C di Serie C per la scorsa stagione, quella vissuta da trascinatore con il Potenza. E il riconoscimento, consegnato proprio a Catania, è diventato il punto di partenza di una nuova rincorsa: quella di un bomber che ha fame, che ha atteso, che adesso vuole tornare a far rumore sotto la Curva. Perché l’applauso è dolce, ma il gol è un’altra cosa, no?



IL PREMIO AIC E IL SIGNIFICATO ROSSAZZURRO
La cerimonia è stata una stretta di mano alla carriera recente di Caturano, e insieme un messaggio alla piazza rossazzurra. Il titolo di capocannoniere del Girone C, timbrato ai tempi del Potenza, è un sigillo che illumina il presente: un biglietto da visita pesante per un Catania che cerca continuità e identità. Caturano l’ha detto con la lucidità dei leader veri: «È un motivo di grande orgoglio, ma questo premio è il risultato del lavoro di squadra e staff. Senza di loro, non sarebbe stato possibile». Parole che sanno di spogliatoio, di quel calcio fatto di catene, di aiuti, di corse senza palla tanto decisive quanto una stoccata sotto la traversa. Il riconoscimento dell’AIC, dunque, non è solo un trofeo da scaffale: è una scintilla. È il simbolo della nuova ambizione di una squadra che ha scelto di affidarsi a uomini di esperienza e carattere per trasformare una stagione a tratti altalenante in una scalata con vista promozione.

LA FAME DEL NOVE E L’ODORE DEL CAMPO
C’è un tempo per aspettare e uno per accelerare. Caturano ha scontato il suo pedaggio all’inizio dell’anno, frenato da un infortunio che l’ha costretto ai box. File da bordo campo, scarpini allacciati ma cuore in panchina. Adesso quel capitolo è chiuso. L’attaccante l’ha messo in chiaro: il dolore è alle spalle, la testa è dritta verso la porta. «Il gol mi manca tantissimo, un attaccante vive per quello», ha confessato, con la sincerità di chi sa che una rete cancella tutto: dubbi, ansie, e anche un po’ di polvere su un nome che resta pesante nell’area di rigore. Riannusare l’odore del campo, riabbracciare il gruppo, sentire di nuovo la vibrazione della gara che monta dal sottopassaggio al primo duello aereo: «Sto bene, sto rivivendo il gruppo e il campo. Spero di dare un grosso contributo per la vittoria». Dichiarazioni da centravanti con il mirino riallineato, pronte a trasformarsi in tagli sul primo palo, sponde intelligenti, tiri di rapina. Perché il gol non si spiega: si sente arrivare, come un tuono in lontananza.



NEL CATANIA DI MISTER TOSCANO: UNA PEDINA CHE SPOSTA GLI EQUILIBRI
Nel mosaico del tecnico Domenico Toscano, Caturano è la tessera che dà senso all’immagine. La definizione è chiara: «Una pedina fondamentale». Vuol dire peso specifico, letture giuste, istinto da area e quel mestiere che non si compra al mercato. Vuol dire anche responsabilità: guidare la pressione, dettare la prima linea del pressing, fare da faro per i compagni quando la palla scotta. In una squadra che cerca continuità, il numero 9 diventa l’ago della bilancia emotiva e tattica. Se si sblocca lui, spesso si sblocca tutto il resto. C’è poi l’aspetto simbolico: l’uomo premiato dall’AIC che prende per mano una piazza dalla passione incontenibile come Catania. È benzina per la testa e per le gambe, è un patto con i tifosi: io ci metto il fiuto, voi la spinta. E insieme si prova a scalare.

DERBY CONTRO IL SIRACUSA: IL PALCO GIUSTO PER TORNARE A RUGGIRE
E allora quale scenario migliore del derby contro il Siracusa per trasformare la fame in gol? Partite così non si giocano, si vivono. Sono gare che portano addosso il profumo acre dell’adrenalina e la polvere dei contrasti. Catania è chiamato a riscattarsi dopo un inizio altalenante, e il derby di Siracusa diventa una verifica caratteriale prima ancora che tecnica. Gli episodi contano, ma contano soprattutto testa e cattiveria agonistica. E lì, uno come Caturano può fare la differenza: nel leggere il tempo della giocata, nel colpire quando il match si mette a scacchi e serve il cavallo che esce dal nulla per arrivare sul re. Il Massimino lo aspetta per un’esultanza che sa di liberazione, ma intanto la sfida è alle porte. L’attaccante ci mette le parole giuste, la squadra dovrà metterci gambe e coraggio. Perché un derby può essere una svolta, il classico bivio della stagione: o ti incarta o ti lancia. E qui nessuno ha voglia di incartarsi.



IL «PREMIO DI SQUADRA» NEL MIRINO: PROMOZIONE
Dentro il vocabolario della stagione rossazzurra c’è un’espressione che pesa come una pietra: «Premio di squadra». È la promozione, l’obiettivo dichiarato, la meta che trasforma ogni allenamento in un passetto avanti, ogni partita in un esame. Caturano questo lo sa. Il suo percorso racconta che i traguardi individuali sono più belli quando fanno da trampolino a quelli collettivi. Il capocannoniere del Girone C di ieri oggi è l’uomo che può spingere Catania a cambiare marcia. È un’equazione semplice solo sulla carta: servono trame, tempi, compattezza, la malizia dei veterani e l’ardore di chi ha qualcosa da dimostrare. Ma quando hai un centravanti che dice «Spero di dare un grosso contributo per la vittoria», e lo dice con gli occhi di chi non vede l’ora, allora il puzzle comincia a combaciare. Il resto lo farà l’erba, quel rettangolo che non mente e che sa riconoscere chi ha fame vera.

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